martedì 31 dicembre 2013

Un 2014 pieno di scrittura

Ci siamo, da domani tutte le promesse per migliorare la tua vita, che hai fatto e che aggiungerai fino alla mezzanotte, dovranno diventare realtà.

Paura?

Se hai fatto questi errori nel formularle, ti capisco.

Quali errori?

Il primo è prometterti dei risultati invece di prometterti dei cambiamenti di abitudine.

Una cosa è dire da domani voglio pesare la metà, un'altra è dire da domani mangerò dolci solo una volta la settimana.

Il secondo errore è esagerare nell'ottimismo.

Una cosa è dire da domani voglio risparmiare il 30 % del mio stipendio, un'altra è dire da domani metto da parte 10 € la settimana.

Se nel 2014 vuoi vedere un sensibile miglioramento nella tua scrittura, nella tua produttività, allora devi partire con un obiettivo sostenibile e realistico.

domenica 29 dicembre 2013

Una buona ragione per (smettere di) scrivere

Il titolo si può leggere in entrambi i modi: con o senza parentesi.

Da una parte, è come se ti stessi dicendo che questo post vale doppio, e quindi vale la pena di scrivere (e leggere).

Dall'altra parte, è come se stessi tentando di contraddire la logica, dicendo che una cosa è e nello stesso tempo non è (e Aristotele mi sculaccerebbe).

Partiamo dalla versione senza parentesi: una buona ragione per scrivere.

lunedì 23 dicembre 2013

Come non essere più a corto di idee nella scrittura

Da quando ho aperto questo blog ne ho fatto una questione di principio.

Credo veramente che chiunque possa scrivere, e possa farlo anche piuttosto bene con un minimo di studio.

Ma in questi anni di divulgazione e insegnamento, dopo aver ascoltato, letto e incontrato centinaia di appassionati, curiosi, scrittori o aspiranti tali, professionisti e gente comune, ho visto che il problema più diffuso è sempre quello: non so che cosa scrivere.

Le grandi idee non arrivano sempre con facilità.

Anche chi scrive per professione ed è abituato a sentirsi sotto pressione, con le scadenze che incombono e i testi da consegnare, può trovarsi nella tua stessa condizione.

Ma lo scrittore professionale non si fa mai trovare impreparato, esattamente come l'elettricista o l'idraulico che arrivano a ripararti il guasto a casa, e ci riescono solo perché nella loro cassetta degli attrezzi c'è quell'utensile che tu non hai e che non andresti mai a comprarti pensando che tanto non ti servirà.

Spesso, la differenza tra te e loro, nel trovare l'idea di partenza, è soltanto quella: la valigetta degli attrezzi.

Con i miei migliori auguri, ecco per te il mio regalo di Natale.

E non venirmi più a dire che non hai idea di che cosa metterti a scrivere.

sabato 30 novembre 2013

Scrivi meno, scrivi meglio

Il titolo deriva in realtà da un altro invito simile: mangia meno, mangia meglio.

Le indagini di mercato ci dicono che i quintali di cibo acquistato e sprecato - vuoi perché non si finisce di mangiarlo, vuoi perché va a male prima ancora di consumarlo - sono in aumento.

E l'aspetto peggiore riguarda la qualità di questo cibo: surgelati, merendine, confezioni in genere.

Prodotti che quasi sempre non nutrono davvero, e pesano sul conto finale per oltre la metà dell'importo.

Che cosa c'entra con la scrittura tutto questo?

Se è bene ridurre la lunghezza dello scontrino con il quale usciamo dal supermercato, fa altrettanto bene moderare la lunghezza dei nostri testi.

Esiste una regola infallibile per sapere quanto dev'essere lungo un articolo o un post per il web.

Una regola così apparentemente banale che finisce sempre per essere messa da parte.

Sì sì, anche da me, e devo farci molta attenzione.

Ora la enunciamo.

Dunque... un articolo o un post dovrebbero essere lunghi... lo stretto necessario.

Troppo ovvia?

E sono proprio le cose ovvie che, quando ci stanno sotto il naso, scompaiono dalla nostra vista.

E per chi scrive, questo è un grosso - anzi, lungo - problema.

Perché la scrittura è uno di quei domini nei quali vale senz'altro l'adagio che il meno vale di più.

Purtroppo, non è per niente facile tenersi a dieta mentre si scrive, e spesso tendiamo a impiattare dei testi che sono delle vere abbuffate di parole.

Alcune nutrono, ma tutto il resto va in ciccia.

sabato 9 novembre 2013

Scrivere sul web: ecco due elementi essenziali

Anche se stiamo arrivando al paradosso per il quale la scrittura sul web cerca di imitare quella sulla carta stampata, con i nuovi tipi di lettori multimediali, la maggior parte dei testi che circolano in rete subiscono l'influenza del mezzo elettronico.

Il solo fatto che un testo sia su uno schermo trasforma l'esperienza di lettura in una sorta di seduta davanti alla tv.

E quando siamo davanti alla tv le regole cambiano di parecchio.

Da una parte,mentre facciamo zapping, i programmi devono riuscire a catturare la nostra attenzione.

Dall'altra parte, una volta che ci siamo fermati per un secondo su un dato canale, quel programma deve convincerci a restare lì.

Sembrano la stessa cosa, e si completano a vicenda.

Ma sono due cose differenti.

Trasferendo l'esempio della tv al mondo della scrittura sul web, i testi in rete devono essere scritti sia per calamitare l'attenzione di chi naviga, sia per convincerlo di aver fatto la cosa giusta, scegliendo di leggere il nostro testo.

Ci sono almeno due elementi essenziali per ottenere entrambi i risultati.

Catturare l'attenzione può essere una gran cosa, ma diventa davvero grande solo se il testo che invitiamo a leggere è organizzato in modo da soddisfare il lettore.

venerdì 25 ottobre 2013

Quella sporca dozzina... di consigli sulla revisione

Perché alcuni testi sono scritti meglio di altri?

Non lasciarti ingannare, la domanda è solo apparentemente ovvia e banale.

Dal punto di vista del lettore, la risposta è più semplice: perché scorre bene, perché si capisce, perché è utile.

Per chi quel testo invece deve scriverlo, le cose non sono così immediate.

Non si tratta solo di mettere giù le parole che vengono in mente, ma di parlare - usando la scrittura - a qualcun altro, cioè comunicare.

Quando parliamo a qualcuno, standogli di fronte, pensiamo forse di dire ciò che ci passa per la testa in quel momento, ma non è così.

Il nostro linguaggio, cioè la scelta delle parole e del modo di incastrarle in frasi e pronunciarle con determinate inflessioni, è costantemente condizionato dal feedback immediato che riceviamo dal volto e dall'atteggiamento del nostro ascoltatore.

Ci basta un attimo, così breve da non poterlo calcolare, ad aggiustare il tiro della nostra comunicazione per renderla più efficace e aiutare il nostro interlocutore a comprendere meglio.

Forzando un po' la mano, potremmo dire che quando parliamo operiamo un costante editing, una revisione continua delle nostre parole, adattandole ai segnali che l'altra persona in ascolto ci manda, volente o nolente.

Un'opinione molto diffusa ma poco realistica afferma che un testo scritto è molto più efficace di un discorso a braccio, perché chi lo produce ha il tempo di pensare a che cosa dire.

In realtà non è così, perché chi scrive non ha mai e poi mai il segnale di ritorno da parte del lettore, mentre produce il suo testo.

Solo oggi, con i mezzi ultratecnologici, abbiamo un feedback molto più rapido che in passato, ma che comunque si realizza a partire almeno da qualche ora dopo la pubblicazione di un testo.

Fino a pochi anni fa, a un giornalista toccava aspettare almeno due o tre giorni prima che qualche lettore si prendesse la briga di scrivere all'apposita rubrica per commentare l'articolo, e avere così un segnale da parte di chi legge.

Però, anche se la rete ci permette di ricevere feedback rapidissimi, essi non consentono a chi scrive di sapere l'effetto delle proprie parole mentre le sta ancora scrivendo.

Per questo, la scrittura - anche in formato online - può rimanere un salto nel buio, a meno che non si faccia di tutto, ma proprio di tutto per far sì che il testo funzioni.

Non basta la bontà del contenuto a garantire quella del testo e della sua comunicazione, è necessario un serio lavoro di revisione e aggiustamento del testo.

Non è facile e soprattutto non è una cosa rapida come correggere le proprie parole mentre le si dice, ma è un lavoro estremamente fruttuoso e se proverai a farlo ne uscirai con un'altra idea sulle tue potenzialità nella scrittura.

Pronti? Via...

mercoledì 16 ottobre 2013

La scrittura che crea controversie

Mi piace essere un blogger, e mi piace provare a esserlo con coscienza.

Per questo, prima ancora di scrivere post per i miei blog, vado a leggerne tanti altri, sugli argomenti più disparati.

Leggo in particolare alcuni blog perché trovo sempre pezzi per me molto utili.

Altri post, magari, non li trovo così fondamentali per me, e fin qui siamo nella normalità.

Leggere un post, però, vuol dire molto spesso leggere e partecipare alla discussione che esso può generare.

Perché si sa che alcuni pezzi fanno scaturire sfilze impressionanti di commenti, come già ti ho raccontato qui.

Di recente, anche a me è capitata questa circostanza, mai accaduta prima, e come tutte le prime esperienze mi ha dato da pensare.

sabato 14 settembre 2013

8 errori (più uno) da evitare quando scrivi email

Email: ne abbiamo tutti le caselle piene...

Sì, anche in senso figurato, ma soprattutto in quello letterale.

Del resto, l'email è giustamente diventata il principale mezzo di comunicazione scritta di una certa rilevanza.

Ovvio che a volte gli sms sono ancor più rilevanti per la vita privata, e che i social network cercano di riprodurre piazzette nelle quali ritrovarsi e condividere più che altro pensieri, spunti, desideri, se e ma di varia natura.

Ma la scrittura, quella che comunque è necessaria per certe transazioni interpersonali, quella che una volta si faceva con le lettere e che in parte ancora oggi avviene tramite raccomandate, trova ormai il suo terreno nella comunicazione via mail.

L'email si usa largamente nei rapporti di lavoro, e questo può ingannare circa la sua specificità.

Oserei dire invece che il suo utilizzo riguarda la professionalità in genere.

Così, ci possono essere professionisti di un settore, che tuttavia non lavorano in quel settore ma lo praticano per passione o perché lo stanno studiando, che senz'altro preferiscono usare le mail per comunicarsi informazioni, risultati, dati, appuntamenti.

Un corso si può organizzare in tutto e per tutto comunicando via mail con i partecipanti, dato che ogni discussione si può condividere con gli altri.

Ma anche un gruppo di amatori di qualsiasi cosa possono trovare comoda la mail per dirsi dove incontrarsi, a che ora, suggerire strade e percorsi, avanzare proposte su dove andare, quali posti o persone visitare e così via.

Infine, la comunicazione via mail consente di allegare files, e chi con le mail ci lavora o condivide una professione o un'attività anche come hobby, trova molto comoda questa funzione.

L'email funziona, insomma, e gli scettici se ne facciano una ragione.

Come possiamo usare questo mezzo rendendolo più semplice, utile, gestibile, per noi che scriviamo e per gli altri che leggeranno?

Per la sua natura poliedrica, l'email difficilmente si può inglobare in un modello preciso.

Certo, se stiamo scrivendo un'email alla stregua di quelle che una volta si chiamavano lettere commerciali dovremo seguire più o meno una scaletta precisa.

Ma quella è solo una delle tante tipologie di lettere elettroniche che scriviamo o leggiamo.

Spesso la mail slitta dal linguaggio più formale a quello discorsivo, i saluti si fanno più confidenziali, all'improvviso, oltre alle informazioni essenziali, c'è spazio per il superfluo, tutto per mimare una certa vicinanza tra le persone, come se parlassimo a tu per tu.

Ecco dunque per te otto errori fatali da non commettere, per sfruttare al meglio la tua posta elettronica, scrivere più facilmente le tue email e facilitare agli altri la lettura.

mercoledì 28 agosto 2013

Il vero successo nella scrittura

Scrivere è una faticaccia.

Puoi immaginare tutti quelli che si mettono davanti al computer per buttare giù qualcosa che sia degno di essere condiviso sulla rete: da incubo.

E non sto parlando della qualità: perché scrivere qualcosa che poi valga anche la pena leggere, una volta che la rete ce l'ha messa davanti, è un evento da festeggiare.

Con queste tre frasi potrei anche chiuderla qui e usarle come commiato dalla scrittura online.

Ma dopo quattro anni di presenza in rete, tra ebook, videocorsi, seminari e centinaia di post, per non parlare delle varie forme in cui comunico online, sedermi a scrivere diventa sempre più un momento di autoriconoscimento, libero da scopi altri, soprattutto se oltre a scrivere rifletto sulla scrittura stessa, come faccio in questo blog.

Scrivere professionalmente non mi basta più, è diventata una questione di onestà, nel tentativo di non separare me stesso che scrive da me stesso che esiste e basta.

E a distanza di tempo, mi è più facile tentare di ricavare dalla mia esperienza un po' di consigli.

Consigli che do innanzitutto a me stesso, per ricordarmi che cosa ho imparato post dopo post, ma con l'auspicio che possano esserti utile, sulla strada della tua scrittura online.

martedì 20 agosto 2013

Come scrivere un post da 431 commenti

Quattrocentotrentuno commenti fino a questo momento, 20 agosto 2013 ore 15 circa.

156 commenti - se ho contato bene, ma se ho sbagliato è in difetto - nelle sue prime dodici ore di vita.

Questi numeri e questi tempi, per dei post e delle discussioni non banali, si vedono solo su importanti blog americani e vengono studiati dagli esperti di copywriting e web marketing.

E invece tutto ciò è accaduto il 5 agosto su Gazzetta Gastronomica, blog di Stefano Bonilli che a suo tempo diede vita a Gambero Rosso Channel, per un post a firma Tokio Cervigni che prova a fare a pezzi il  prestigio di Eataly, l'arcinoto megastore enogastronomico di Oscar Farinetti.

Troppo lungo, dispendioso e soprattutto insufficiente tentare qualsiasi riassunto del pezzo e soprattutto della discussione-fiume che ne è seguita, alla quale si è accodato un successivo post, anch'esso con un numero considerevole di commenti rispetto alla media del blog ma comunque irrisorio nei confronti dell'altro, e che ha avuto riverberi su tutte le altre testate di enogastronomia online.

Per chi si occupa di copywriting e per chiunque sia interessato alla scrittura sul web, questo è il classico case study che in Italia è un caso più unico che raro, e che tuttavia spicca proprio per la sua italianità.

Sebbene al successo della discussione abbiano concorso alcuni fattori calamitatisi a vicenda in maniera fortuita, è evidente però che il post ha fatto il botto perché corrisponde perfettamente al modello vincente del  blog post che si rivolge al pubblico giusto nel momento giusto.

Una lezione di blogging involontaria ma comunque utilissima per tutti i blogger, che si può riassumere così:

domenica 4 agosto 2013

Scrivere articoli: il segreto è nella struttura

Se c'è una parte dell'intero processo di scrittura funzionale che può contendere all'argomento dei titoli il podio di elemento più importante, questa è la struttura.

Preparare la scaletta, lo scheletro, l'ossatura, l'outline, insomma, chiamala come ti pare, fa la differenza tra un articolo scritto in tempi ragionevoli e uno che si perde nei labirinti dell'improvvisazione.

Se i punti in struttura sono chiari allora stendere il pezzo sarà estremamente semplice, e se non lo sono ringrazia la struttura per averti fatto capire che non era il caso di scrivere.

Come si fa una struttura?

mercoledì 24 luglio 2013

Titoli con la doppietta: come istigare alla lettura dei post


 Lo guardi mai Zelig?

Ti piace di più Bertolino o Ale e Franz?

Gioele Dix o Ficarra e Picone?

Annamaria Barbera o Nuzzo e Di Biase?

E soprattutto, lo guarderesti ancora se invece di due conduttori ce ne fosse solo uno?

Chi scrive per il teatro lo sa: il testo di un monologo dev'essere di ferro, mentre nel dialogo contano gli attori e i tempi di recitazione.

In un certo senso, il duo comico va più sul sicuro, perché ognuno può contare sull'altro, mentre i monologhisti devono avere battute eccezionali.

Anche l'attenzione di chi li guarda e ascolta viene stimolata diversamente, e nell'assistere all'esibizione di un duo c'è maggior attesa per come reagirà l'altro.

Lo stesso principio puoi sfruttarlo nel costruire i titoli dei tuoi post, con la doppietta: la procedura non cambia, se sai scrivere buoni titoli, ma in questa versione lo sparo sul lettore è duplice.

martedì 9 luglio 2013

Come funziona la curiosità

Quando si parla di curiosità si può intendere l'emozione verso qualcosa che all'improvviso attira la nostra attenzione, o l'oggetto di quest'attenzione, le cose curiose.

Cammino per strada, sento degli strani rumori dietro un angolo, e mi affaccio a curiosare: ho seguito l'emozione.

Vado al mercato dell'usato, sapendo che troverò un sacco di cose inusuali, quindi curiose, a vedere se una di esse acchiapperà il mio interesse: ho cercato l'oggetto.

Come scrittore di blog, cerco di capire anche che cosa muove la curiosità di chi legge.

A mio parere, l'esperienza del lettore su internet somiglia più alla seconda accezione del termine curiosità che alla prima.

Perché è vero che di tanto in tanto ci imbattiamo per puro caso in pagine alle quali arriviamo seguendo percorsi non preventivati, e allora seguiamo l'emozione.

Però, la maggior parte del tempo passato in rete, lo impieghiamo cliccando sui siti che già conosciamo, nei quali sappiamo che in media troveremo sempre qualcosa di interessante, e allora cerchiamo direttamente l'oggetto.

Spero tu non scriva online per lettori che capitano per puro caso sulla tua pagina, ma che tu abbia creato un blog o un sito con un lettore ben preciso in mente, al quale interessa il tuo stesso argomento.

Se dunque il lettore si comporta come una persona che scava tra cianfrusaglie, alla ricerca della cosa curiosa che faccia al caso suo, che cos'è che gli fa scegliere quell'oggetto tra tanti?

giovedì 27 giugno 2013

Scrivere post: sei un ghepardo o un bradipo?

Ti piacciono gli animali?

Se ti interessi di scrittura online e blogging questa domanda non dovrebbe sembrarti fuori luogo.

Perché uno dei problemi che sicuramente ti trovi ad affrontare durante il tuo lavoro di scrittura è la velocità con cui lo esegui.

Anche gli animali, come ben sai, si muovono a velocità estremamente diverse.

Se il ghepardo si distingue per essere forse l'animale più veloce al mondo - almeno nella corsa - dalla parte opposta c'è il bradipo che invece ci mette una vita per fare anche il più piccolo movimento.

Puoi forse dire chi sia il migliore tra i due?

Entrambi hanno caratteristiche opposte che però, in certe situazioni, potrebbero tornare utili.

La nostra società schizofrenica attualmente si barcamena tra la necessità di correre come dei pazzi - motivo di stress e lamentele - e l'utopia di un ritorno alla lentezza che però ci riserviamo solo nei momenti di tempo libero.

Così sugli scaffali delle librerie due tipi di pubblicazioni fanno a gara per allettarci: da un lato i supermanuali per ottenere di più in minor tempo, e dall'altra i libri che elogiano il lento andare come cura da un mondo troppo frenetico.

Anche in questo caso, difficile dire che cosa sia meglio e probabilmente entrambe le strategie operative hanno i loro pro se attuate nelle giuste condizioni.

Così, quando scrivi post per il tuo blog, preferisci un sistema per produrre testi in mezz'ora con una procedura a colpo sicuro, o ti piace perderti nell'esplorazione della tua scrittura arrivando poco a poco alla stesura definitiva dei tuoi pezzi?

sabato 8 giugno 2013

Padroni della scrittura: dieci regole universali

La scrittura online sta cambiando più rapidamente di quanto gli autori di questo cambiamento potessero prevedere.

La fruizione dei testi attraverso schermi, monitor e display ha finito col mettere sul piedistallo l'impatto finale dei testi, che poi per chi legge non è affatto finale, anzi, è la classica prima impressione.

Quando si dice che per scrivere online non è necessario avere tutte le caratteristiche dei buoni scrittori, in fondo, si dice qualcosa di vero.

Sai trovare idee?

Ma con due click nei motori di ricerca o nelle statistiche degli argomenti più cliccati si fa presto a farsele venire.

Sai strutturare bene un testo?

Ti faccio i miei complimenti, anche se con i software di oggi fare scalette e mappe è davvero un gioco da ragazzi.

Sai scrivere con scioltezza e rapidità?

Anche questa è una buona cosa, solo che chiunque abbia un sito o un blog sa bene che è normale avere in cantiere diversi testi incompleti che poi, alle prime occasioni, vedranno la luce, per cui il segreto non è più tanto il tempo di esecuzione quanto la capacità di avere testi pronti a uscire al momento giusto.

E allora che cosa resta?

Tutto ciò che riguarda quella famosa prima impressione: l'editing.

Conta molto di più una buona capacità di revisionare i testi prima di pubblicarli che il massimo dei voti nelle altre caratteristiche elencate sopra.

Un testo curato da una buona revisione arriverà dritto al lettore, sarà corretto, centrato sull'argomento, economico nel linguaggio e preciso nello stile.

Eccoti un piccolo decalogo da usare prima di cliccare su pubblica d'ora in poi.

mercoledì 15 maggio 2013

Come la magia del circo può contagiare la tua scrittura


Venghino, signore e signori!

Sono ancora incantato dalla mia ultima visione del circo, uno spettacolo che come pochi è in grado di rapire del tutto la mia attenzione.

Quando però mi sento così attratto, le antenne mi si drizzano perché so che mi sono imbattuto in qualche esperienza che può insegnarmi qualcosa sulla comunicazione.

E visto che questo blog cerca di sviscerare tutti i modi con cui rendere attraente, affascinante, coinvolgente e irresistibile la comunicazione scritta, ecco che anche quelle tre o quattro cosucce che rendono il circo così magico possono tornare utili anche a chi scrive.

sabato 4 maggio 2013

Consigli sulla scrittura? Ecco l'unico che vale!

Sei una persona in grado di scrivere testi che vanno dritti al punto in modo chiaro ed efficace?

Se non è così, ecco l'unico e solo consiglio in grado di aiutarti davvero.

Quando dico davvero intendo dire con il novantanove per cento delle probabilità, ma consentimi di lasciare agli imprevisti e - perché no? - alle tue caratteristiche almeno l'uno per cento della riuscita.

Certo, scrivere un titolo annunciando l'unicità di questo consiglio è già di per sé una lezione, ma non è dei titoli che voglio parlarti oggi, e perdonami se al quarto paragrafo sto già rischiando di divagare, io che invece voglio darti un consiglio su come centrare la questione.

giovedì 25 aprile 2013

La scrittura prolifica

Uno dei fattori che influenza maggiormente i motori di ricerca nel posizionare le pagine è la frequenza di pubblicazione.

Se hai un blog e provi a regalarti una settimana scrivendo un post al giorno, entro la fine del mese in corso è garantito che i tuoi testi schizzeranno ai primi posti nelle pagine dei motori di ricerca.

Ovviamente non devi farlo con il solo scopo di occupare le prime posizioni, perché sarebbe innaturale.

Però è interessante il fatto che i programmatori dei motori abbiano tenuto conto di questa variabile, la frequenza di pubblicazione, come sintomo di un autore da prendere in considerazione.

E in effetti, se una persona vuole davvero dedicarsi alla scrittura allora dovrà seriamente confrontarsi con questo aspetto.

Per chi vuole scrivere con una certa consistenza, produrre dalle cinquecento alle mille parole al giorno dovrebbe essere come fare la doccia, ossia un'igiene quotidiana.

A pensarci può sembrare uno sforzo immane, ma chi si cimenta sa che dopo qualche giorno la sensazione è proprio quella di una normale manutenzione giornaliera, leggera e che fa sentire meglio.

Naturalmente, ci sono tantissimi modi di produrre tutte quelle parole ogni giorno e qui di seguito ne trovi alcuni che potrebbero funzionare alla grande per te così come hanno fatto e continuano a fare per me.

mercoledì 17 aprile 2013

Scrivere: desiderio o intenzione?

Scrivo su diversi blog, come forse saprai.

Questo può far pensare che io semplicemente abbia un tale desiderio di scrivere da aver bisogno di più spazio.

Eppure, il post che stai leggendo non c'entra un bel niente con il mio desiderio di scrivere.

Se io dovessi seguire i miei desideri riguardo alla frequenza di pubblicazione dei post, ci sarebbero giorni in cui tempesterei i blog di articoli e giorni di secca tremenda.

Per fortuna, è la mia intenzionalità e non i miei desideri a determinare il mio lavoro di scrittura.

Io desidero scrivere ma non mi sento terrorizzato dal dover scrivere sempre.

Alcune volte sono distratto, altre volte la concentrazione latita, altra ancora ho poca fiducia nelle mie capacità.

Mi piacerebbe scrivere sempre e solo quando sono ispirato.

Tuttavia, è proprio il giorno in cui manca l'ispirazione a fare la differenza tra chi vuole scrivere e chi scrive.

venerdì 22 marzo 2013

Il "post" giusto al momento giusto

Se pensi che scrivere ti stia diventando pesante, magari perché non riesci più a trovare nuovi stimoli negli argomenti che ti stanno - o ti stavano - a cuore, questo è l'articolo per te.

E voglio subito entrare nel vivo dicendoti che, per quanto sia poco affascinante la materia di cui ti occupi, in realtà per i tuoi lettori essa potrebbe essere fondamentale.

Per questo, dovresti innanzitutto chiederti se sia meglio per te scrivere un pezzo che ti faccia sentire un dio ma che poi magari nessuno vuole leggere, oppure - con il mio aiuto - rendere estremamente utile e interessante ciò che scrivi per i tuoi lettori, lasciandoli soddisfatti per averti letto e sentendoti felice per quanto hai dato loro.

Se scegli la prima opzione ci salutiamo qui, e tanti auguri per la tua solipsistica avventura.

Se invece opti per l'altra scelta, continua a leggere per scoprire il semplicissimo segreto per scrivere il post giusto al momento giusto.

È un segreto incredibilmente utile perché non richiede complicate ricerche di mercato, acrobazie stilistiche, dispendio di tempo e denaro per mirabolanti foto e grafiche, e neppure spintarelle.

Per carità, queste cose appena elencate sono ottimi sistemi per aumentare le potenzialità dei tuoi testi e del tuo lavoro online, ma il post giusto, come dice il titolo, arriva al momento giusto.

Qual è 'sto momento, ti starai chiedendo.

È il momento in cui ti decidi a fare le domande giuste.

sabato 16 marzo 2013

Guida ai paragrafi in tre mosse

Tutte le nostre tastiere sono dotate di questo meraviglioso tasto capace di far scorrere il testo in lavorazione e piazzando quegli a capo che una volta, con la macchina da scrivere, si ottenevano con la leva di metallo.

Hai mai pensato a quante volte il tuo dito ci cade sopra mentre scrivi?

E soprattutto, sei consapevole che ogni volta che lo pigi stai creando un nuovo paragrafo?

Un paragrafo non è altro che una porzione di testo delimitata dal punto e a capo.

Anche la riga qui sopra lo è, e questa stessa frase.

Suppongo dunque che tutti sappiano che cos'è e che sia capitato di scriverne.

Quando però scriviamo per qualcuno, il modo in cui gli porgiamo i paragrafi diventa determinante e capace di influenzare la sua stessa voglia di leggere.

Ti sarà capitato di aprire un libro e vedere un paragrafo che copre in realtà tutta la pagina come un unico blocco di testo.

Oppure, è facile incontrare testi che hanno paragrafi calcolati, tutti della stessa lunghezza, e se il contenuto non li regge rischiano di generare monotonia.

Ci sono poi paragrafi che contengono idee magari interessanti, ma senza essere supportati da un contesto, quindi li leggi e non capisci perché dovresti prenderli in considerazione.

O ancora, testi fatti di paragrafi che non riesci proprio a mettere in correlazione tra loro, pur comprendendoli e magari apprezzandoli uno per volta.

giovedì 21 febbraio 2013

Anche i ricchi sbagliano (a scrivere)

Gentile Silvio,

ho ricevuto, come molti altri cittadini italiani, la sua accorata lettera in merito alle imminenti elezioni, della quale avevo già ampiamente sentito parlare ieri, durante i notiziari e le tribune che lei e i suoi contendenti giustamente affollate, in questi ultimi giorni.

Non è mia intenzione, in questo post, entrare nel merito dei contenuti proposti ed espressi, anche se le affermazioni nel terzo paragrafo, circa la crisi del settore edilizio, stonano con quello che vedo da diversi anni, cioè terra mangiata da complessi residenziali che poi restano vuoti o che - dopo l'acquisto - rivelano pecche incredibili per delle case nuove di zecca.

Ma ritorno subito nei ranghi, per limitarmi a sottolineare - come più volte ho fatto in questo spazio - alcuni esempi - tratti dalla sua lettera, ma che avrei potuto estrapolare da moltissimi altri scritti - sul cattivo uso della lingua scritta.

La leggibilità, la scorrevolezza, la concisione, sono tra i principali obiettivi che una scrittura funzionale dovrebbe perseguire.

Con una revisione appena appena attenta, anche la sua missiva avrebbe potuto raggiungere la promozione a pieni voti, almeno per l'aspetto formale.

Purtroppo però certi passaggi del suo testo non sono privi di farraginosità, anche se lei sarebbe pronto a giurare che, trattandosi di una lettera-fiume, scritta nell'impeto della passione politica e dell'urgenza di mettere in guardia il suo popolo, giustamente non è perfetta, come fosse espressa a braccio più che meditatamente scritta.

Mi perdoni, dunque, se oggi, per dare qualche dritta ai poveri amanti della scrittura e dell'italiano che mi seguono, farò uso delle sue parole.

martedì 19 febbraio 2013

La scrittura senza filtro

Ogni volta che ti siedi a scrivere, ingaggi una feroce battaglia con un nemico insidioso, che puntualmente vince.

Questo nemico ha il potere di prendere le tue idee e spolparle della loro vitalità originaria, riducendole a carcasse di quei corpi che erano quando vennero alla luce.

Il tuo nemico è quel filtro che lima, riduce e assottiglia le tue idee di partenza, perché troppe credenze limitanti ti impediscono di metterle sulla carta o sullo schermo così come sono.

Te ne accorgi soprattutto quando le cose di cui vorresti scrivere sono rischiose.

È allora che il filtro si attiva, e accende in te un campanello d'allarme fatto di dubbi e timori.

Quando il filtro ha ormai agito sulla tua creatività, rendere il tuo testo interessante diventa una faticaccia.

Il filtro vince quasi sempre.

Ma perché?

Perché tu lo lasci fare.

Ecco come evitare che il filtro dentro di te trattenga tutta la linfa vitale delle tue idee.

domenica 10 febbraio 2013

Come scrivere una lettera d'amore per San Valentino

Lo so, San Valentino può far storcere il naso, soprattutto a chi non può festeggiarlo, e finisce per essere trattato dai benpensanti come il Natale o la festa della donna, con frasi del tipo non dobbiamo essere più buoni solo un giorno all'anno e non dobbiamo mostrare il rispetto per le donne una tantum.

Chi ha una relazione d'amore però può cogliere una grande occasione, approfittando di questa festa degli innamorati.

Un'occasione unica per fare ciò che nella routine quotidiana può diventare difficile.

Ah, e pensi che una lettera sia questo gran colpo di genio?

Dipende da come la scriverai.

Perché per scrivere una grande lettera d'amore per San Valentino hai bisogno di due cose: un atteggiamento e un accorgimento tecnico.

Se seguirai questi due soli consigli, dalla tua penna sgorgherà qualcosa che farà esplodere gioia pura, in te che scriverai e in lei o in lui che leggerà.

mercoledì 30 gennaio 2013

E allora virgola, ce la vedremo!

Facciamo qualche passo nel regno della scrittura imprecisa.

E per farlo, parliamo un secondo di Picasso.

Quando qualche benpensante guarda un quadro del periodo cubista e afferma che anche il suo bambino sarebbe in grado di fare meglio, una cosa è certa: egli ignora l'esistenza di tutti quei quadri nei quali il grande pittore spagnolo diede sfoggio delle sue capacità illustrative.

Nei cosiddetti periodi rosa e blu infatti Picasso dipinse in maniera pressoché convenzionale, dimostrando di conoscere la pittura realistica.

Una volta dimostrata questa competenza - e per ragioni legate alle tendenze dell'epoca - cominciò a dare il suo contributo alle rivoluzioni in campo artistico che scossero l'inizio del secolo scorso.

Come a dire che per fare qualcosa di straordinario c'è bisogno prima di saper fare le cose ordinarie.

Venendo alla scrittura, io auspico sempre la profusione della creatività, anche a costo di sorvolare sulle regole della corretta scrittura.

Ma siamo poi così sicuri che chi le trasgredisce lo fa in maniera consapevole, potendoselo permettere?

Non è che in nome della creatività si commettono abomini?

Non sto parlando di ortografia o errori di coordinazione e coniugazione, perché almeno questi aspetti ci si augura che gli scrittori sappiano padroneggiarli.

Andiamo a cercare tra le virgole, invece, che in questo caso non è solo un modo di dire ma il vero focus del post.

L'uso della virgola come elemento di giunzione tra frasi o parti di esse può celare trappole ben mimetizzate.

domenica 20 gennaio 2013

Due cose da fare per comunicare online

Se frequenti la rete probabilmente già sai che oggi tutti possono pubblicare qualcosa che verrà vista, letta, ascoltata e probabilmente scaricata da una manciata di persone.

Una puntatina rapida su uno dei tanti social network sarà sufficiente per rendersi conto di quanta gente si comporta come se avesse qualcosa da dire alla sua cerchia.

Quante di queste persone però si dedicano davvero alla creazione di contenuti nuovi, originali, attuali, utili e soprattutto unici?

Scrivere con cognizione è qualcosa che non paga nell'immediato, è una faticaccia e ci vuole molto tempo prima che qualche riconoscimento venga a ricompensarti.

Allo scrivere si aggiunge tutto l'armamentario che lo sviluppo tecnologico oggi ci obbliga a padroneggiare, se non vogliamo essere solo fruitori passivi dei tanti audio e video che gli altri ci catapultano addosso ogni giorno.

Se però tantissime persone oggi si dedicano in maniera spasmodica a replicare contenuti creati da altri, a far girare post, canzoni, filmati, slides perché il messaggio è interessante, accattivante o anche solo sfizioso, tu devi scegliere se unirti alla massa o passare dalla parte di chi quei contenuti li crea.

Per chi volesse provare a rientrare nel novero dei creatori, ecco due cose da fare, indispensabili sulla strada della comunicazione online.

sabato 5 gennaio 2013

Scrivere nuovi testi è facile...

Se sai come farlo, potremmo dire parafrasando la nota serie di manuali per smettere di...

La realtà però è ben diversa.

Internet è come un enorme stanzone nel quale riecheggiano voci affastellate, e trovare una porzione d'aria libera nella quale far risuonare la tua voce in modo originale è quasi impossibile.

Questo non deve farti mollare prima del tempo.

C'è infatti un modo molto facile per scrivere nuovi testi anche quando ti sembra di non avere nuove idee.

Il modo più facile per creare nuovi contenuti è riciclare le informazioni esistenti.

Forse non ti farà diventare un grande scrittore, ma ti permette di vedere gli stessi argomenti sotto una nuova luce, e scorgere modi inusitati di presentarli.

Sebbene tutti - anch'io - predichino affinché si faccia lo sforzo di scrivere qualcosa di nuovo, nella nostra vita privata amiamo tornare sempre agli stessi contenuti.

Leggiamo e rileggiamo gli stessi libri, amiamo film che rivedremmo centinaia di volte senza mai stancarci.

Oppure, facciamo il pelo a un argomento, sparandoci tutto ciò che è stato scritto e detto attorno allo stesso, consumando informazioni esposte in modi differenti ma sempre sullo stesso contenuto.

Io ti auguro di cuore di avere qualche guizzo nuovo, in questo 2013, che ti possa dare la soddisfazione di dare alla luce contenuti originali.

Ma un anno è lungo, e non sempre sarai capace di scrivere la novità.

C'è però un mare di gente che ancora non ti ha letto, che ancora non è capitata sulle tue pagine, e che quest'anno s'imbatterà nei tuoi post, nei tuoi articoli, nei tuoi libri.

Ci sarà chi non conosce per niente l'argomento di cui ti occupi, e quindi ti troverà nuovo.

Ci sarà chi - per tua sfortuna - ha già letto le stesse cose dette nello stesso modo da qualche altra parte, e allora passerà sul tuo testo indifferente.

E ci sarà chi conosce l'argomento di cui parli, ma che non se l'è mai sentito raccontare così bene come forse tu riuscirai a fare, provando e riprovando a parlarne.

Se non sempre ti è possibile scrivere su nuovi contenuti, sarà sempre possibile per te scrivere nuovi testi, cioè nuove strutture, organizzazioni, linee espositive e narrative.

Se anche un solo lettore, espertissimo del tuo stesso argomento, troverà nel tuo testo un modo più semplice, e quindi comprensibile, di parlarne, allora avrai fatto centro, pur con un argomento riciclato.

Ecco una breve ma efficace lista dei sistemi per riscrivere i tuoi contenuti e magari trovare una nuova voce per raccontarli:

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