Scrivere è una faticaccia.
Puoi immaginare tutti quelli che si mettono davanti al computer per buttare giù qualcosa che sia degno di essere condiviso sulla rete: da incubo.
E non sto parlando della qualità: perché scrivere qualcosa che poi valga anche la pena leggere, una volta che la rete ce l'ha messa davanti, è un evento da festeggiare.
Con queste tre frasi potrei anche chiuderla qui e usarle come commiato dalla scrittura online.
Ma dopo quattro anni di presenza in rete, tra ebook, videocorsi, seminari e centinaia di post, per non parlare delle varie forme in cui comunico online, sedermi a scrivere diventa sempre più un momento di autoriconoscimento, libero da scopi altri, soprattutto se oltre a scrivere rifletto sulla scrittura stessa, come faccio in questo blog.
Scrivere professionalmente non mi basta più, è diventata una questione di onestà, nel tentativo di non separare me stesso che scrive da me stesso che esiste e basta.
E a distanza di tempo, mi è più facile tentare di ricavare dalla mia esperienza un po' di consigli.
Consigli che do innanzitutto a me stesso, per ricordarmi che cosa ho imparato post dopo post, ma con l'auspicio che possano esserti utile, sulla strada della tua scrittura online.
mercoledì 28 agosto 2013
Il vero successo nella scrittura
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martedì 20 agosto 2013
Come scrivere un post da 431 commenti
Quattrocentotrentuno commenti fino a questo momento, 20 agosto 2013 ore 15 circa.
156 commenti - se ho contato bene, ma se ho sbagliato è in difetto - nelle sue prime dodici ore di vita.
Questi numeri e questi tempi, per dei post e delle discussioni non banali, si vedono solo su importanti blog americani e vengono studiati dagli esperti di copywriting e web marketing.
E invece tutto ciò è accaduto il 5 agosto su Gazzetta Gastronomica, blog di Stefano Bonilli che a suo tempo diede vita a Gambero Rosso Channel, per un post a firma Tokio Cervigni che prova a fare a pezzi il prestigio di Eataly, l'arcinoto megastore enogastronomico di Oscar Farinetti.
Troppo lungo, dispendioso e soprattutto insufficiente tentare qualsiasi riassunto del pezzo e soprattutto della discussione-fiume che ne è seguita, alla quale si è accodato un successivo post, anch'esso con un numero considerevole di commenti rispetto alla media del blog ma comunque irrisorio nei confronti dell'altro, e che ha avuto riverberi su tutte le altre testate di enogastronomia online.
Per chi si occupa di copywriting e per chiunque sia interessato alla scrittura sul web, questo è il classico case study che in Italia è un caso più unico che raro, e che tuttavia spicca proprio per la sua italianità.
Sebbene al successo della discussione abbiano concorso alcuni fattori calamitatisi a vicenda in maniera fortuita, è evidente però che il post ha fatto il botto perché corrisponde perfettamente al modello vincente del blog post che si rivolge al pubblico giusto nel momento giusto.
Una lezione di blogging involontaria ma comunque utilissima per tutti i blogger, che si può riassumere così:
156 commenti - se ho contato bene, ma se ho sbagliato è in difetto - nelle sue prime dodici ore di vita.
Questi numeri e questi tempi, per dei post e delle discussioni non banali, si vedono solo su importanti blog americani e vengono studiati dagli esperti di copywriting e web marketing.
E invece tutto ciò è accaduto il 5 agosto su Gazzetta Gastronomica, blog di Stefano Bonilli che a suo tempo diede vita a Gambero Rosso Channel, per un post a firma Tokio Cervigni che prova a fare a pezzi il prestigio di Eataly, l'arcinoto megastore enogastronomico di Oscar Farinetti.
Troppo lungo, dispendioso e soprattutto insufficiente tentare qualsiasi riassunto del pezzo e soprattutto della discussione-fiume che ne è seguita, alla quale si è accodato un successivo post, anch'esso con un numero considerevole di commenti rispetto alla media del blog ma comunque irrisorio nei confronti dell'altro, e che ha avuto riverberi su tutte le altre testate di enogastronomia online.
Per chi si occupa di copywriting e per chiunque sia interessato alla scrittura sul web, questo è il classico case study che in Italia è un caso più unico che raro, e che tuttavia spicca proprio per la sua italianità.
Sebbene al successo della discussione abbiano concorso alcuni fattori calamitatisi a vicenda in maniera fortuita, è evidente però che il post ha fatto il botto perché corrisponde perfettamente al modello vincente del blog post che si rivolge al pubblico giusto nel momento giusto.
Una lezione di blogging involontaria ma comunque utilissima per tutti i blogger, che si può riassumere così:
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domenica 4 agosto 2013
Scrivere articoli: il segreto è nella struttura
Se c'è una parte dell'intero processo di scrittura funzionale che può contendere all'argomento dei titoli il podio di elemento più importante, questa è la struttura.
Preparare la scaletta, lo scheletro, l'ossatura, l'outline, insomma, chiamala come ti pare, fa la differenza tra un articolo scritto in tempi ragionevoli e uno che si perde nei labirinti dell'improvvisazione.
Se i punti in struttura sono chiari allora stendere il pezzo sarà estremamente semplice, e se non lo sono ringrazia la struttura per averti fatto capire che non era il caso di scrivere.
Come si fa una struttura?
Preparare la scaletta, lo scheletro, l'ossatura, l'outline, insomma, chiamala come ti pare, fa la differenza tra un articolo scritto in tempi ragionevoli e uno che si perde nei labirinti dell'improvvisazione.
Se i punti in struttura sono chiari allora stendere il pezzo sarà estremamente semplice, e se non lo sono ringrazia la struttura per averti fatto capire che non era il caso di scrivere.
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