lunedì 30 maggio 2011

Prendere appunti, studiare, collegare

Un fenomeno al di sopra delle "medie"
Riccardo ha tredici anni, è in seconda media, ha tutti dieci in pagella e nessuno lo chiama "secchione".

Non perché sia alto e grosso né perché figlio "intoccabile" di malavitosi.

Solo perché non è un "secchione":non passa le giornate immerso nei libri, non impara a memoria le parole stampate, non sta sempre con la mano alzata per chiedere la parola e rispondere al posto degli altri interrogati.

Altri suoi compagni sì - pochi, a dire il vero - ma lui no, e il resto della classe, anche senza saper spiegare perché, ha colto questa differenza.

Però noi non abbiamo tredici anni, quindi non solo possiamo rilevare la sua singolarità, ma possiamo anche provare a spiegarcela.

Se un ragazzo di tredici anni riesce ad essere brillante senza "secchioneria" forse possiamo imparare qualcosa anche noi che con i testi da leggere e scrivere e le idee da organizzare abbiamo scelto di "sposarci".

sabato 28 maggio 2011

L'eden perduto...

Passo le mie giornate in cerca d'ispirazione: una passeggiata sulle rive del fiume, una corsa in bicicletta accarezzato dal vento, un buon caffè sul tavolo accanto al computer e via, a scrivere seguendo le mie passioni. Questo vuol dire fare un lavoro in cui credi e che ti piace. Perciò, compra i miei libri o iscriviti ai miei corsi...

Eh no, c'è qualcosa che non va, in questo spot, o sbaglio?

Se io voglio che tu acquisti un libro o ti iscriva a un corso, devo farti toccare con mano i benefici che tu trarresti dal libro o dal corso, non i benefici che io traggo dal fare il lavoro che ho scelto.

Eppure con l'approssimarsi dell'estate è tornato su tutti i teleschermi lo spot di un'agenzia di viaggi il cui nome riecheggia atmosfere paradisiache.

Cosa pubblicizza esattamente?

Bloggologia - Guida parziale alla concezione di un blog

Può un blog, come un piccolo Davide, darti più soddisfazioni di un Golia delle telecomunicazioni come un quotidiano, una radio o una tv?

Non solo sono convinto di sì, ma voglio mettercela tutta per convincere anche te.

Bloggologia è un libro che mi ronzava in testa da un bel po', ma era difficile per me condensare ciò che ritengo davvero importante nel concepire un blog, e tener fuori tutta la "fuffa" che lascio con molto piacere ad altri.

Questo non è un libro su come scrivere meglio i post (e tuttavia ti dice un po' di cose interessanti anche su questo), su come formattare le pagine (ma non mancano riflessioni in merito) o su quale piattaforma usare (ma sì, faccio qualche riferimento anche a questo aspetto, certo).

È piuttosto un libro sul lettore, quella strana creatura che fa delle passeggiate in Internet e si può imbattere in te, in me o in chiunque altro voglia esprimere il suo punto di vista con questo curioso mezzo di comunicazione.

Ricordando sempre che il lettore, il visitatore, l'utente, non sono "nostri": essi fanno il loro viaggio e si imbattono in noi, siamo noi a far parte del "loro" percorso.

Come renderci interessanti senza importunarli?

Concepire un blog è un'operazione che può avere un impatto notevole su di te, sulla tua carriera, sul tuo lavoro e sulle tue idee.

È una guida volutamente parziale, anzi, direi di parte: non solo ti dirò quali tipi di blog esistono, ma anche quali preferisco e perché.

È piccolo nella misura, 60 pagine facili da leggere e - spero - coinvolgenti e stimolanti.

È piccolo nel prezzo, 9 € sono assolutamente sostenibili a fronte di un discorso che farà la differenza, se stai pensando di aprire un blog.

(A proposito, scarica ora la piccola anteprima).

È piccolo come sono piccoli i blog, che dalla loro piccolezza sono riusciti a cambiare per sempre il modo di comunicare.

mercoledì 25 maggio 2011

Il bisogno di scrivere

Chi scrive per necessità e chi scrive per passione sembrano simili: vogliono soddisfare un bisogno.

Chi scrive per necessita, per esempio scrivendo per conto di altri, scrivendo per convincere le persone, scrivendo per trasmettere informazioni, soddisfa un bisogno "esterno" alla scrittura: il bisogno di piacere al committente, il bisogno di persuadere, il bisogno di trasferire dati a qualcuno.

Chi scrive per passione, invece, soddisfa un bisogno insito nella scrittura: il bisogno di curare i propri pensieri, il bisogno di chiarirsi le idee, il bisogno di esprimere il proprio mondo interiore.

Chi parte dalla necessità difficilmente potrà soddisfare i bisogni della passione: i pensieri saranno quelli del committente, le idee dovranno persuadere anche a costo della chiarezza, i fatti saranno più importanti delle emozioni.

Chi parte dalla passione potrà sempre soddisfare i bisogni della necessità: il committente preferirà senz'altro un testo pieno di slancio, le idee chiare saranno più persuasive, le emozioni renderanno i fatti rilevanti per chi legge.

Su questo crinale tra scrittura necessaria e scrittura appassionata si staglia Il richiamo della scrittura, il primo libro di www.scrivibene.com, da oggi anche in formato PDF.

Cerca sempre il giusto equilibrio tra necessità e passione, non permettere ai bisogni di entrare in conflitto tra loro.

martedì 24 maggio 2011

Cosa puoi imparare sulla scrittura dalle elezioni amministrative

Una parte degli italiani ha votato alle elezioni amministrative, e noi dovremmo ringraziarla.

Se ti piace scrivere e ti interessa capire sempre meglio questo mezzo di comunicazione, allora dovresti ringraziarla anche tu, o ringraziare te stesso, se sei un elettore.

Perché nonostante le sofisticazioni, la scrittura e la comunicazione restano cose semplici, governate da regole altrettanto semplici, da mettere in atto in modo ancora più semplice.

I risultati di Torino, Milano e Napoli sono un breve corso di comunicazione efficace, se solo sai leggere bene cos'è successo.

I fattori cruciali della comunicazione sono il linguaggio comune, la credibilità e la pertinenza.

Fattori determinanti anche nella lettura dei risultati delle tre principali città soggette al voto amministrativo.

venerdì 20 maggio 2011

Quanta informazione stai buttando via?

Quando entri in un supermercato in qualche modo sai che ti troverai davanti uno spiegamento di merce vastissimo: in quell'enorme locale potrai trovare tutto, o quasi tutto.

Ma tu non vedi tutto: forse durante il tuo giro tra i reparti riuscirai davvero a vedere una percentuale di merce che oscilla tra il quindici e il trenta per cento del totale.

Perché?

Perché il supermercato - o chi lo gestisce - viene verso di te, sin da quando ci metti piede: a destra, un grosso tabellone giallo ti invita ad acquistare quel prodotto di quella particolare marca perché oggi costa meno, più avanti ti viene proposto di prendere tre scatole di una cosa perché se dividi il loro prezzo totale per tre scopri di risparmiare rispetto all'acquisto di una sola scatola, pochi metri oltre c'è scritto che i pezzi di quello scaffale ti faranno raddoppiare i punti della fidelity card, e così via.

Solo che il prodotto che costa meno costa comunque di più rispetto a quello di un'altra marca, le tre scatole in offerta non ti servono perché in realtà non te ne serve neanche una, e i punti della card, anche se li triplicassero, non ti garantirebbero alcuna vincita sostanziale perché per avere un premio degno di questo nome, accanto ai punti ci vuole qualche banconota.

Eppure c'è chi penserà ah, però che fortuna, posso comprare proprio quella marca lì a un prezzo più basso, altri diranno ma sì, prendo le tre scatole, faccio un investimento e le consumerò man mano, qualcuno farà incetta di prodotti ad alto tasso di punti per la card perché la possibilità di vincere finalmente qualcosa non gli è sembrata mai così vicina.

Sono sicuro che conosci bene la situazioni di cui parlo.

Ora però ti dico perché te ne parlo.

lunedì 16 maggio 2011

Creatività a tutto spiano

Una mente creativa sopravvive a qualunque genere e tipo di cattiva educazione.

Mi chiedo se Anna Freud con questa frase si riferisse "anche" all'educazione impartitale da papà Sigmund o solo a quella ricevuta dai ragazzi di cui si occupava.

Ma in entrambi i casi c'è qualcosa - la creatività, appunto - che rischia di essere soffocata e che si può riportare all'aria proprio regredendo al famoso e trito bambino che è in noi.

Allora, se sei davanti al computer e lo schermo è bianco ormai da più di cinque minuti, oppure la pagina a righe del tuo quaderno è stata a malapena occupata in alto a sinistra da una parola incerta e poi più nulla, forse è il caso di chiedere al tuo io del passato come uscirne.

E cosa volevi fare, in questo passato?

Giocare.

Bene: perché non ricominci?

sabato 14 maggio 2011

La scrittura viziosa



Sette P ne la fronte mi descrisse
col punton de la spada, e "Fa' che lavi,
quando se' dentro, queste piaghe", disse.

Con queste parole, in Purgatorio 112-114, Dante Alighieri racconta come l'Angelo simbolo della giustizia divina incida sulla sua fronte i sette segni dei vizi capitali - poi chiamati peccati - che verranno lavati via percorrendo le sette cornici del monte.

I sette vizi capitali, come anche le virtù, son stati abilmente rubati ad Aristotele - via Cicerone - dai teologi e dai padri della Chiesa come San Tommaso d'Aquino, e trasferite di sana pianta nel Cristianesimo.

È un bel po' che gli esseri umani "sanno" di avere questa tara insita nel proprio animo e cercano ogni mezzo per non farsene travolgere.

Poiché Dante rappresenta l'intero genere umano, a ben vedere questa propensione al vizio ce l'abbiamo tutti.

Superbia, avarizia, lussuria, invidia, gola, ira e accidia fanno capolino da dietro a parecchi comportamenti, eclatanti o banali, e possono dettare segretamente qualsiasi nostra azione.

Anche la scrittura?

Sì, persino in un testo scritto si può ravvisare la loro influenza.

Come evitare la scrittura viziosa?

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