lunedì 28 dicembre 2009

Buon anno!


Ma non mi diventare così...

Compiti per le vacanze: buon anno da scrivibene.com!

Compiti per le vacanze.
Non è un errore: tu chiamala, se vuoi, deformazione...

martedì 22 dicembre 2009

Come scrivere un biglietto di auguri in tre facili mosse


Scrivere una dedica in un biglietto di auguri oggi è più semplice che mai: basta digitare in google il titolo di questo post per trovare siti con messaggi pronti per tutte le occasioni.

Ma c'è un problema, che diventa un problema grande per chi ama scrivere: i messaggi sono tutti uguali, triti e ritriti (proprio come questo modo di dire!).

Allora potremmo acquistare il classico biglietto colorato in cartoleria, con la sua frase a effetto già pronta.

Anche in questo caso spesso c'è un inconveniente: quando apri questi biglietti ci trovi un bello spazio tutto bianco, il terrore dello scrittore (questi biglietti infatti sono ottimi per accompagnare regali acquistati a nome di molte persone, così il biglietto si può riempire di firme ed è fatta).

Così siamo al punto di partenza: come possiamo inventare una frase a effetto per il nostro biglietto con dedica?

Soluzione: ci facciamo aiutare dalla... pubblicità!

La tecnica della scrittura: stesura e revisione


La stesura e la revisione del testo completano il percorso dello scrittore.

Grazie a questi due passaggi si costruisce l'aspetto finale del testo, ciò che il lettore concretamente leggerà.

Nelle fasi precedenti - il primo processo - tutte le idee sono state collegate e strutturate in una scaletta, un piano d'azione ben preciso.

Se questo piano è stato preparato con dovizia, le ultime due fasi - il secondo processo - potranno svolgersi con scioltezza.

Un lavoro minuzioso sul primo processo vi farà provare la splendida sensazione di sentire le parole che sgorgano da sole quando vi accingete a scrivere nel secondo processo.


La stesura dovrebbe essere una sorta di traduzione in frasi - le più semplici possibili - degli schemi, degli elenchi, dei collegamenti tra idee preparati nel primo processo.

sabato 12 dicembre 2009

La tecnica della scrittura: dalle idee alla scaletta


Nel post La tecnica della scrittura: l'organizzazione ho introdotto il discorso sull'intero processo di scrittura, dividendolo in due processi:
  • il primo processo va dalle idee alla scaletta
  • il secondo processo consiste nella stesura e revisione del testo
Concentriamoci sul primo processo.

Nel blog ci sono già diversi post su come trovare idee, come elaborarle e quali tipi di scaletta organizzare quindi non mi ripeterò.

Se poi vuoi una rassegna completa, efficace e supertestata di tutte le tecniche relative all'organizzazione testuale, allora puoi trovarle in Scrittura Rapida al PC: scrivere testi in un terzo del tempo necessario.

Mi interessa riflettere invece su come lavorare a questo processo ottimizzando al meglio le sue tre fasi:
  1. trovare idee
  2. raggruppare le idee
  3. progettare la scaletta
Ma è necessaria una premessa:

il primo processo è la parte più creativa dell'intero percorso di scrittura di un testo.

Come tale, va svolto dando ampio spazio alla parte destra del cervello, agli spunti improvvisi, all'elasticità mentale.

In una parola, alla creatività.

venerdì 11 dicembre 2009

Scrivere un tema: idee per raccogliere idee


Scrivere un tema, resta una delle attività principali del mondo scolastico, dell'istruzione e della formazione, nonostante i cambiamenti tecnologici e le "riforme", dato che la valutazione di studenti, candidati a esami e a concorsi vede ancora - per fortuna! - nella prova scritta di italiano il fondamento della preparazione.

Se non lo hai ancora fatto, prova a dare un'occhiata alle teleconferenze I segreti per la scrittura di un tema vincente, potranno esserti utili.

Così ho chiesto ai "miei" studenti di partecipare a un esperimento, in vista di questo post: io avrei dato loro una traccia per un tema di attualità - ho scelto quella del 2009 sull'anniversario della caduta del muro a Berlino - e loro avrebbero dovuto soltanto prendere nota delle idee che, nell'arco di una settimana, "senza volere" si sarebbero affacciate alla loro attenzione, evitando di "pensarci" di proposito.

Ci saremmo poi reincontrati e avremmo cercato di capire quali meccanismi mentali erano scattati per produrre proprio quelle idee in relazione alla traccia.

Il tema della raccolta di idee è oggetto di molte trattazioni di esperti della scrittura e dappertutto si suggerisce - giustamente, a mio avviso - di iniziare il lavoro di scrittura sempre dalla raccolta di idee.

Quello che non si sottolinea abbastanza è la capacità "automatica" della mente di attivarsi e andare a cercare idee pertinenti.

Tutti abbiamo fatto l'esperienza di essere colti da idee originali mentre magari pensavamo o facevamo tutt'altro (spesso con il rammarico di non avere a portata di mano un pezzo di carta per prenderne nota!).

L'esperimento di raccolta è riuscito: gli studenti sono venuti con una media di quattro idee originali a testa, quasi tutte "estemporanee" (in qualcuna si notava un pizzico di "meditazione" in più!).

domenica 6 dicembre 2009

Scrivere un racconto: questione di tecnica?


Per scrivere un racconto c'è bisogno di una tecnica?

Un racconto non dovrebbe essere un'opera "dettata" dall'ispirazione?

Può essere sufficiente la fantasia o serve altro?

Queste domande nascono dalla consapevolezza che un racconto, ossia un testo narrativo, possiede una natura differente da tutti gli altri tipi di testo.

Nel sentire comune, i racconti, i romanzi, le novelle, le fiabe, le favole sono "opere d'arte", mentre gli articoli, i saggi, i manuali e i libri di studio può farli chiunque possieda le conoscenze necessarie, pur senza essere un artista.

Ma le cose stanno davvero così?

Per comprendere meglio la differenza tra i testi narrativi e gli altri tipi di testo, ricorrerò a un esempio.

Ipotizziamo di voler fare una vacanza.

Dovremo scegliere una destinazione: lo faremo lasciandoci guidare dal gusto, dalle passioni, da bisogni di tipo estetico e sceglieremo luoghi la cui bellezza, la cui ricchezza artistica e la cui particolare cultura ci fanno immaginare un futuro piacere, poiché la vacanza dovrà soddisfare innanzitutto i nostri sensi.

Quando avremo scelto la destinazione ci toccherà risolvere il problema del come e quando arrivarci: lo faremo usando la razionalità, il calcolo di tempi e spesa, la misurazione delle distanze, facendo quella che viene detta analisi costi-benefici.

Può darsi che il problema del come e quando arrivarci condizioni la scelta estetica della destinazione: magari abbiamo un budget limitato, il nostro capo ci ha dato pochi giorni di ferie, i luoghi a cui abbiamo pensato non sono raggiungibili ecc.

Le questioni razionali potranno influire su quelle estetiche: questo farà della nostra vacanza un'esperienza meno bella?

Di certo non dovrebbe: l'esperienza di vivere per qualche tempo in un altro ambiente, che si realizzerà soltanto quando saremo lì, ha sempre un potenziale di bellezza, ricchezza e particolarità da godere, a prescindere dai fattori razionali, di cui ci occupiamo quando siamo ancora qui, quali i mezzi di trasporto, il tempo di permanenza o le condizioni di alloggio.

Quali informazioni possiamo trarre da questo esempio?

giovedì 3 dicembre 2009

La tecnica della scrittura: l'organizzazione


La tecnica della scrittura è l'insieme di principi che regolano l'attività dello scrivere a prescindere dal tipo di testo scelto come obiettivo.

Che io scriva un articolo, un racconto, un regolamento - e perché no? - una poesia, attraverserò delle fasi ordinate secondo una logica basata per metà sul funzionamento della creatività e per l'altra metà sulla gestione di qualsiasi lavoro strutturato.

Quindi, scrivere è sia un'esperienza artistica sia una pratica artigianale: nel primo caso ci si prende cura di come la mente "crea" contenuti e forme, nel secondo caso si "applicano" procedure più o meno standardizzate per realizzare quegli stessi contenuti e quelle stesse forme.

La tecnica della scrittura coincide con l'esecuzione di cinque operazioni indispensabili: raccogliere le idee, raggrupparle, ordinare i gruppi, scrivere il testo, correggere il testo.


La rassegna completa di tecniche efficaci e testate per realizzare questo percorso con facilità e velocità puoi trovarla in Scrittura Rapida al PC: scrivere testi in un terzo del tempo necessario.

sabato 28 novembre 2009

la formattazione ovvero come accompagnare per mano il lettore


Formattare vuol dire elaborare l'aspetto visivo di un testo per indirizzare lo sguardo di coloro che lo leggeranno.

Sebbene le esigenze di formattazione siano nate in seno alla letteratura scientifica e in generale a quella espositivo-informativa, qualsiasi testo - anche un racconto - potrebbe essere formattato usando in modo consapevole e significativo le possibilità offerte da questo trattamento.

Poiché la formattazione agisce creando differenze all'interno del testo, la mente del lettore tende ad attribuire significati a queste differenze.

Perciò la formattazione partecipa da protagonista all'effetto comunicativo del testo.

Ogni testo può essere formattato a tre livelli base: la struttura, il contenuto e il ritmo.
  1. la struttura: gli elementi strutturali minimi sono il titolo - o i titoli - i paragrafi e gli elenchi. Formattare a questo livello significa dividere e organizzare in modo preciso l'alternarsi di questi tre tipi di elementi.
  2. Il contenuto: per "contenuto" in questo caso si intende l'interno degli elementi strutturali e non il significato. All'interno dei titoli, dei paragrafi e degli elenchi è possibile creare differenze significative facendo uso di virgolette, corsivi e grassetti.
  3. Il ritmo: detto anche "respiro" del testo, è determinato dalle misure dei paragrafi, ossia dalla loro lunghezza in righe e dalle spaziature.
Esistono trattazioni esaurienti e di ottima qualità sia online che offline, per questo mi focalizzerò su alcune regole di immediata applicazione lasciando alla ricerca - e alla volontà - dei lettori ulteriori approfondimenti.

venerdì 27 novembre 2009

Le sequenze ovvero come "montare cinematograficamente" il proprio racconto


Le sequenze narrative sono, per i racconti, ciò che le membra sono per il corpo: lo rendono mobile.

Un testo narrativo che si "muova" nella testa del lettore lascia di certo impressioni più intense di un testo statico.

Ma cosa sono di preciso le sequenze narrative?

In un testo narrativo i personaggi
  • compiono azioni
  • le compiono in determinati luoghi
  • le compiono riflettendo sul loro stesso agire
  • essendo dotati di linguaggio spesso parlano tra loro
Le sequenze sono porzioni del testo caratterizzate da coerenza attraverso le quali il testo svolge alcune importanti funzioni corrispondenti a quanto accade nella trama, quali
  • raccontare lo svolgimento dei fatti
  • descrivere persone o ambienti
  • renderci partecipi dei pensieri nascosti dei personaggi
  • farci sentire la loro voce
Le sequenze sono di massima importanza nella lettura e analisi dei testi narrativi: servono al lettore comune come allo specialista per addentrarsi nella struttura profonda del testo e quindi nelle intenzioni dell'autore per conoscerlo meglio.

venerdì 20 novembre 2009

La scaletta: organizzare le idee in modo appropriato


Preparare la scaletta è una fase importante quanto delicata del processo di scrittura.

Dopo aver raccolto idee e informazioni, è necessario strutturarle dando loro un ordine e costruendo tra esse delle relazioni significative in modo da permettere al nostro testo di raggiungere gli obiettivi prefissati.

A volte è molto semplice strutturare la scaletta delle idee usando criteri generali sempre validi come:
  • il tempo: si possono ordinare le idee da esporre in base al rapporto cronologico, dicendo prima ciò che va detto prima - o è accaduto prima - e dopo ciò che va messo dopo
  • l'appartenenza: si possono creare famiglie di idee nelle quali a una idea-madre sono collegate idee-figlie in quanto derivanti dalla prima
  • la conseguenza: si possono strutturare le idee in base al meccanismo di causa ed effetto o di antecedente e conseguente spiegando quali fatti ne hanno generati altri
Benché questi tre principi siano sempre e comunque validi, è possibile organizzare la scaletta di idee in modo mirato, a seconda del tipo di testo a cui stiamo lavorando e degli obiettivi insiti nel testo stesso.

Quali tipi di scaletta è possibile produrre?


A questa domanda ho risposto in modo davvero dettagliato in Scrittura Rapida al PC: scrivere tesi in un terzo del tempo necessario, nel quale l'intero secondo capitolo è dedicato all'organizzazione strutturale del testo.


Vediamo qualche esempio.

lunedì 16 novembre 2009

Il mio pubblico: come cercarlo e come trovarlo


Individuare il pubblico al quale rivolgersi può essere molto importante per uno scrittore.

A seconda del pubblico lo scrittore si concentra su certi contenuti, usa un certo genere testuale e adotta determinate caratteristiche formali, tutti fattori che impostano e condizionano già la sua produzione prima ancora che abbia buttato giù una riga.

La conoscenza del pubblico non dev'essere ipotetica né teorica.

Non possiamo pensare di conoscere né tanto meno giudicare una persona fino a quando non iniziamo a confrontarci con essa.

Lo stesso vale per i nostri lettori, persone ognuna col suo mondo da esplorare.

Bisogna conoscere il proprio pubblico, farne parte, frequentarlo, capire di cosa si sta interessando in questo momento e chiedersi cosa potremmo produrre per incontrare il loro interesse e il loro gusto.

sabato 14 novembre 2009

Creare il titolo: le regole per non sbagliarlo!


Creare il titolo al nostro testo è un'operazione così importante da meritare tempo e attenzioni speciali.

Il titolo di un testo ha la stessa importanza di un nome per una persona: la gente li identifica, così io, Sergio, e il mio nome, sempre Sergio, siamo un'unica cosa e nello stesso modo il titolo di questo e altri post vanno a corrispondere - nella mente del lettore - al testo degli stessi articoli.

Chiunque abbia sfogliato un quotidiano sa quanto siano importanti i titoli nella scelta dell'articolo dal quale iniziare la lettura: nel caso del quotidiano, poi, il titolo ci fa "predire" il contenuto e spesso anche il tenore del testo che stiamo per leggere.

Ma il discorso vale anche per altra letteratura: oggi molti romanzi giocano su titoli "non predittivi" e chissà quanti lettori acquistano libri per la curiosità di svelarne il senso.

Ci sono ancora tantissimi testi, comunque, i cui titoli aprono al lettore la possibilità di scelta, in quanto illustrano già il contenuto che svilupperanno, basti pensare ai titoli dei testi espositivi come i manuali e i saggi, ma anche a titoli di narrativa come "I promessi sposi".

Dunque, come dovrebbe essere un buon titolo?

venerdì 13 novembre 2009

Un buon rapporto con i lettori: quattro chiavi per costruirlo


Avere un buon rapporto con i lettori dovrebbe essere in cima alla lista delle priorità di chiunque voglia dedicarsi o già si dedichi alla scrittura.

Non importa se i nostri testi restano nel cassetto nascosto o se siamo già una "firma" di qualche pubblicazione, se scriviamo ogni giorno o se siamo costretti da un'incombenza.

Ciò che conta è l'atteggiamento professionale e competente da avere e in questo atteggiamento c'è un'estrema attenzione al nostro primo ed unico referente: i lettori.

I lettori sono
  • la nostra ragion d'essere
  • i nostri interlocutori
  • il nostro obiettivo da raggiungere
I lettori sono la nostra ragion d'essere: scrivere vuol dire assumere un ruolo in una relazione tra due parti in gioco, da un lato lo scrittore e dall'altro il lettore. I due ruoli sono indispensabili e l'uno non può fare a meno dell'altro.

I lettori sono i nostri interlocutori: molti pensano alla lettura come una forma di passività ma questa idea è scorretta. In realtà i lettori cooperano alla costruzione del senso del nostro testo, mentre leggono fanno ipotesi o cercano di anticipare gli esiti della lettura e se l'autore fa riferimenti ad altri testi, quei lettori a conoscenza di quegli stessi testi si sentiranno speciali e privilegiati e svilupperanno un'intesa con l'autore.

I lettori sono il nostro obiettivo da raggiungere: in base al tipo di testo potremmo pensare di rivolgerci a un tipo di lettore diverso. Questa considerazione modificherà contenuti, forme, stili, taglio o tipologia del nostro testo, cioè modificherà il nostro percorso di produzione.

Sulla base di questi principi, cosa possiamo fare per prenderci cura del rapporto con il lettore?

domenica 8 novembre 2009

Coltivare la passione per la scrittura: quattro metodi per allenarsi!

Coltivare la passione della scrittura è di per sé un'attività che richiede una certa continuità.

Scrivere, infatti, è un'abilità e come tutte le abilità ha bisogno di essere esercitata.

Molte persone si sentono bloccate rispetto alla scrittura, dicono di non avere idee, o di non essere portate, o solo di non esserne capaci anche se vorrebbero.

Non è facile far capire loro che per superare questo blocco non c'è altra strada se non quella di iniziare a riempire fogli e pagine elettroniche per dar spazio alla propria creatività!

Io credo che la scrittura possa essere affrontata anche a valle, partendo cioè direttamente dall'obiettivo che si vuole raggiungere: è solo questione di metodo.

Se noi sappiamo già il tipo di testo che vorremo produrre, le regole implicite di quel genere testuale ci aiuteranno immediatamente a realizzarlo o quanto meno a individuare di cosa realmente potremmo parlare.

Ma è possibile anche usare altre strategie per trovare spunti e liberare la propria creatività di scrittori?

Non solo è possibile ma è consigliabile.Più esercizio farai, più ti divertirai, più la tua passione aumenterà!

lunedì 2 novembre 2009

Il finale più efficace

Scrivere il finale di un testo è un'operazione meritevole di una attenzione particolareggiata.

Poiché io vedo la pratica della scrittura come una forma di artigianato - e quindi come qualcosa che si può imparare - mi piace confrontarla a un'altra mia grande passione: la cucina.

Noi chef-scrittori siamo responsabili della presentazione del piatto-testo, dei suoi sapori e dell'apporto nutritivo-informativo e - non ultimo - del retrogusto, ovvero del senso conclusivo che lasciamo al palato-mente del nostro avventore-lettore.

Curare il finale vuol dire preoccuparsi di instillare nel lettore una scintilla che terrà vivo e proficuo il contenuto e il senso del nostro testo.

Come fare?

Addio ad Alda Merini: i miracoli della poesia


Alda Merini è stata protagonista di più di un miracolo, nella sua complessa vita.

Se n'è andata in una domenica che celebra i protagonisti dei miracoli, i santi.

Mi piace pensare che non sia un caso.


Il primo fu il precoce esordio che la portò poi - a soli ventitré anni - a raccogliere le attenzioni della critica con La presenza di Orfeo.

Il secondo miracolo fu il riaccendersi della sua voce poetica dopo un ventennio di sofferenze per la malattia e le sue conseguenze.

Il terzo miracolo è stata la sua arte: il poeta e la persona, la voce e lo spirito, le ferite e i versi fusi tra loro in una alchimia che travalica i tempi.

Dal 1984, con una produzione sempre pervasa di vera e crudele partecipazione e sensibilità, Alda Merini è stata il contrappunto poetico di un'epoca nella quale tutti avrebbero data per spacciata l'arte della poesia, una poesia che non piega la sua natura ai tempi ma che riesce a proteggere la sua purezza.

Proprio in La poesia Alda Merini ci regala una prova di cosa significhi essere tutt'uno con la propria opera:




Sono


molto


irrequieta


quando


mi legano


allo spazio

Addio alla poetessa dei miracoli.

lunedì 12 ottobre 2009

La revisione del testo: metti l'acceleratore ai tuoi testi - parte seconda


Revisionare il testo è un'operazione indispensabile per chiunque voglia servirsi della parola scritta ed è la fase fondamentale per controllare il percorso che va dall'ideazione alla vera e propria scrittura del testo.

Grazie a un'attenta analisi della nostra prima stesura, si individuano con facilità le zone "pesanti" che potrebbero infastidire o allontanare il lettore.

Ma cosa bisogna cercare, di preciso?

Nel post precedente abbiamo visto come sia possibile aumentare la comprensibilità del nostro testo lavorando sulla semplificazione.

Continuiamo adesso il nostro esame.

La revisione del testo: metti l'acceleratore ai tuoi testi - parte prima


Uno dei grandi nemici dello scrittore è... l'amore per le proprie creazioni!

Scrivere è in un certo senso tirar fuori qualcosa e ritenerlo prezioso per il fatto stesso di venire dal nostro interno, dalla nostra dimensione personale.

Per questo ci riesce difficile - da autori - essere critici imparziali e fare un buon editing dei nostri lavori.

Solo una lunga esperienza e un metodo efficace per gestire il processo creativo possono renderci capaci di notare subito le complicazioni, le lungaggini e le banali astrusità (l'ossimoro è d'uopo) finite nei nostri "capolavori" ed eliminarle senza rimorsi.

La premessa base è:

tutti gli scrittori fanno una "penosa" prima stesura dei loro testi!

Le eccezioni ci sono, e guai non ci fossero: confermano la regola, secondo il famoso detto.

Ma se abbiamo appena partorito un testo e ci siamo accorti di non aver prodotto di preciso quel monumento letterario che sognavamo, nulla di preoccupante: adesso dobbiamo farne la revisione.

Il post su cui scorrono i vostri occhi ha subito lo stesso processo, questa è la terza versione...

Identifichiamo subito i modi per riconoscere e correggere i problemi più frequenti.

giovedì 8 ottobre 2009

Le fasi della scrittura: una buona gestione è tutto


Gestire le fasi della scrittura è un'abilità pratica che permette di migliorare qualsiasi testo.

La buona notizia è che come tutte le abilità si può imparare.

La cosa importante è avere la capacità di osservare il proprio lavoro dalla giusta "quota".

Molte persone usano la tecnica del buttare su carta le prime cose che saltano alla mente, nella speranza che le idee si ordinino da sole (può accadere, ma il più delle volte si fa confusione).

Altre persone hanno un blocco nell'elaborazione delle idee di partenza e non riescono a trovare lo sbocco che gli permetta di iniziare ad appoggiare la penna sul foglio e scrivere.

Altre ancora, dopo aver accumulato e strutturato idee convincenti, si lanciano nella scrittura e con molta soddisfazione alla fine tappano la propria penna senza rileggere a fondo la loro creazione.

In tutti e tre i casi, lo scrittore si focalizza troppo su una delle fasi, invece di osservarle e tenerle sotto controllo dall'alto.

Le tre fasi sono strumenti potenti per scrivere in quantità e qualità.

venerdì 2 ottobre 2009

Per scrivere bene bisogna leggere molto?


Scrivere bene, nell'era dell'informazione superveloce, non ha perso la sua importanza, anzi, è oggi più che mai l'abilità-chiave per partecipare in modo attivo ai nuovi mezzi di comunicazione.

Ma come si fa?

Non voglio certo dilungarmi in questo post sulle strategie, i metodi e i principi del buon scrivere: chiunque può trovare nei motori di ricerca una quantità impressionante di risorse.

Mi interessa invece invitare tutti a riflettere sul significato di un vecchio adagio molto in voga tra coloro che insegnano a scrivere.

Mai sentita la frase "per scrivere bene bisogna leggere molto"?

Una verità indiscutibile: chi l'ha sperimentata lo sa sulla propria pelle.

Ma allora, il problema della "cattiva" scrittura, tema molto gettonato da insegnanti, educatori e formatori di oggi, dipenderebbe dalla scarsa quantità di letture?

Non c'è dubbio, siamo tra i popoli che leggono meno, a giudicare dalle analisi del mercato editoriale, ma da cosa dipende? Come mai si fa sempre più fatica a leggere?

lunedì 28 settembre 2009

Scrivere molto con poche idee: tre è il numero perfetto!


Prima di scrivere un testo nella sua stesura, se vogliamo davvero avere il controllo di tutto il processo creativo della scrittura, è bene preparare un elenco di idee da sviluppare, per essere sicuri di avere una dose sufficiente di contenuto da argomentare.

E se le idee sono poche?

Potrebbe capitare, prima o poi, di avere una giornata no, e ritrovarsi in una crisi della creatività.

Il consiglio più diffuso è quello di rimandare la scrittura sperando che il tempo provveda per miracolo ad arricchire la nostra fantasia argomentativa.

Ma non tutti possono permettersi di aspettare: chi scrive per professione, per studio, o anche chi solo ci tiene a non lasciare vuota la propria pagina di carta o virtuale che sia, ha bisogno di tirarsi fuori dai guai... con il nostro aiuto!

Così, invece di sforzarsi a trovare "nuove" idee, impariamo a "moltiplicare" le idee che abbiamo!

Come procedere?

Scrivere testi ben organizzati: le cinque parti essenziali

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Chiunque scriva, per diletto o professione, sa quanto sia importante aiutare il lettore a comprendere il testo con ogni accorgimento.

Perché è così importante?

Semplice: un lettore soddisfatto si trasforma in un potenziale lettore futuro, e per chi scrive è fondamentale avere sempre un destinatario interessato a cui rivolgersi.

Tra le miriadi di strategie, tattiche, tecniche, accorgimenti, trucchi e quant'altro è utile a migliorare la propria scrittura, un posto di primo piano va all'organizzazione testuale.


Se le informazioni contenute nel testo sono anche ordinate secondo una logica precisa, i vantaggi sono almeno due:


  • ogni parte del testo ci "suggerirà" da sola cosa scrivere, facilitandoci nel compito di "inventare" il contenuto
  • la "struttura del testo" accompagnerà per mano il lettore, facilitandogli il compito di acquisire le informazioni, in modo da farlo sentire soddisfatto del risultato

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