lunedì 30 luglio 2012

Il mensile di Scrivibene: luglio 2012

Superscrivere
Se i supereroi sono fatti, come tutti i grandi protagonisti della narrativa, a immagine e somiglianza degli esseri umani che così vi si appassionano, allora forse ognuno di noi somiglia in modo particolare a un certo eroe dei fumetti.

È valido anche per gli scrittori, questo principio?

Forse sì, a giudicare dai profili degli scrittori-supereroi che puoi leggere in questo post.

Vieni a scoprire che tipo di super-scrittore sei.

Creatività, questa sconosciuta
Sembra un dibattito eterno, e la domanda è: la creatività è un dono o si può acquisire?

Forse la trappola è rimanere chiusi tra queste due false alternative.

La mia esperienza mi dice che la creatività è entrambe le cose, e molte altre ancora.

Ecco tre verità su questo argomento che potranno liberare la tua creatività e farti sentire finalmente capace d'inventare.

TV da bocciare?
Una volta si diceva, citando il saggio di Popper, televisione cattiva maestra.

Forse oggi le cose sono ulteriormente cambiate, e la televisione mostra crepe nella preparazione di base preoccupanti.

Leggi subito qui gli strafalcioni più terribili del programma principale della Rai in preserale, e poi cambia canale.

Hai preso la Bastiglia?
In occasione dell'anniversario della Rivoluzione Francese, ecco un post che ti permetterà di riflettere su come prendere davvero tra le mani la tua creatività e realizzarti nella scrittura.

Una rivoluzione è un cambiamento totale, un rovesciamento dell'ordine precostituito, e si caratterizza per la sua immediatezza.

Leggi attentamente e poi scegli se far valere i tuoi diritti verso la vita che ti aspetta.

Scrivere per i sensi
Se la scrittura funzionale è il regno dell'informazione, ciò non vuol dire che debba mancare la sensualità.

Se un testo, oltre a dare le dritte giuste, è capace anche di impressionare il lettore, forse il suo messaggio avrà vita più lunga e finalmente chi scrive avrà realizzato un cambiamento concreto.

Ma per farlo, c'è bisogno di imparare a scrivere parole che si possano toccare e percepire, che siano in grado di provocare reazioni fisiche nel lettore.

E in questo articolo puoi finalmente capire come farlo.

Dov'è finita la Musa?
Sembra questa la domanda di molti aspiranti scrittori quando si accorgono che scrivere è molto più difficile di quanto avessero pensato.

Così, abituati a non assumersi la responsabilità delle proprie azioni, imputano a una Musa pigra, a una divinità latitante, a uno spirito creativo in vacanza la pochezza della loro scrittura.

Ma come stanno davvero le cose?

Perché, all'improvviso, la vena creativa si secca ed è così difficile rigenerarla?

La risposta la trovi qui.

sabato 28 luglio 2012

Sette motivi per cui non trovi ispirazione

Cantami, o diva... il prossimo post.

Sembra questo il lamento di molti blogger e scrittori, quando si accingono a scrivere qualcosa di nuovo, per hobby o per lavoro che sia.

I tanti romanzi abbozzati o mai cominciati nei cassetti sono solo l'esempio più eclatante di questo fenomeno.

Ed è anche il più comprensibile: un romanzo è un testo impegnativo, lungo, complesso e faticoso.

Ma un post?

Un articolo?

Un piccolo saggio?

Un tema?

Una relazione di lavoro?

Abbiamo bisogno di una musa che ci infonda l'entusiasmo?

Ci vuole uno spirito dall'alto per farci produrre qualcosa di leggibile?

E soprattutto, sarà davvero colpa delle circostanze o c'è qualche errore nel modo in cui ci pensiamo all'opera?

domenica 22 luglio 2012

La scrittura che si tocca

Forse sarà l'epoca di sfrenato materialismo accoppiato alla crisi dilagante, ma qui stiamo tutti diventando dei San Tommaso.

Se non tocchiamo non crediamo.

I lettori saltano da un testo all'altro perché sono stanchi di dover penetrare con lo sforzo delle loro menti i testi che hanno davanti.

Vogliono che il testo salti dalla pagina allo schermo direttamente nei loro sensi, e che lasci loro sensazioni fisiche, percezioni sensoriali.

Vogliono parole che si possano toccare.

Quante pretese, penserai.

Sono d'accordo, ma è la verità e non possiamo far finta che non sia così.

Tuttavia, per noi che scriviamo, non è poi un gran male.

Scrivere un testo che non dia solo informazioni, ma che lasci tracce più profonde nel corpo-mente del lettore, oltre che una sfida è un vantaggio.

Perché usare la retorica, lo stile, le immagini, e tutto l'armamentario della scrittura non fa che facilitarci.

Per esempio, se vado su Facebook e scrivo nel mio status che ho mangiato gli spaghetti al pomodoro, forse qualche amico - nella speranza che io ricambi il favore - cliccherà su mi piace oppure commenterà le mie parole, ma la cosa finisce lì.

Se invece ci metto la foto del piatto, ecco che i mi piace e i commenti crescono a dismisura.

Le immagini toccano i sensi in modo diretto e valgono più delle parole.

Noi però scriviamo, quindi dobbiamo fare a meno delle foto.

Dobbiamo usare le parole.

sabato 14 luglio 2012

3 idee per fare la rivoluzione dentro di te

Visto che oggi ricordiamo la presa della Bastiglia, forse il modo migliore di festeggiare è portare quell'atmosfera dentro di noi.

Come?

La scrittura è una pratica e, come tutte le pratiche, può facilmente irrigidirsi e scimmiottare se stessa.

Così, la persona veramente abile si accorge dei momenti in cui s'impantana e riesce a trovare il modo di tirarsi fuori trascinandosi per i suoi stessi capelli, come fa il barone di Münchhausen.

Forse le tre idee qui di seguito potranno suggerirti il modo di operare questa magia su di te.

Perciò, se la tua creatività ti sembra in stallo e se avverti stanchezza nella tua pratica di scrittura, applica queste tre strategie per tirartene fuori.

Non devi necessariamente applicarle tutte, può darsi benissimo che solo alcune calzino alla perfezione su di te.

Così come è possibile che alcune idee funzionino meglio in certe aree della tua vita e del tuo lavoro, mentre altre trovano la loro ragion d'essere in contesti differenti.

L'importante è che oltre a leggerle tu provi ad applicarle, a trasformarle in realtà.

In due parole, a cambiarti.

venerdì 6 luglio 2012

L'italiano in TV: tiriamo la catena?

Ai tempi di Mike, il quiz in tv era l'occasione per vedere che cosa significa essere esperti in una materia.

Oggi invece, nei giochi televisivi, è facile vedere persone balbettare davanti a domande per le quali serve una conoscenza elementare.

Sarà per questo che i momenti migliori dei quiz di oggi sono basati sull'enigmistica, e il caso più eclatante è la famosa ghigliottina che chiude L'eredità condotto da Conti su Rai 1.

Ben consapevoli del successo di quella prova, da qualche anno i creativi di mamma Rai sostituiscono d'estate L'eredità con Reazione a catena, interamente basato - come la ghighiottina - sull'associazione semantica delle parole.

A differenza dei quiz di una volta, dove qualcosina la dovevi sapere, oggi puoi vincere sia grazie al meccanismo perverso di assegnazione dei punti - che naturalmente crea il brivido capace di incollare lo spettatore - sia perché le parole sono una merce molto più diffusa, anche se non la padroneggi benissimo (del resto, nei giochi in questione non è richiesto).

Così, mentre sorseggio un aperitivo casalingo e guardo quindici minuti di TV, anch'io gioco tra Una tira l'altra e L'intesa vincente - così come d'inverno cerco di vincere la ghigliottina - e non posso fare a meno di assistere alle pericolose derive della nostra lingua.

mercoledì 4 luglio 2012

le tre verità per essere creativi

Che tu scriva per lavoro o per passione, meglio ancora per entrambi i motivi, allora tu affronti come me e tanti altri il problema dei problemi: trovare il contenuto.

Da tre anni, su questo blog, cerco di fornirti il meglio che mi è possibile, dalla mia esperienza e da quella di colleghi, studenti, persone che ammiro, libri che leggo.

Lo faccio per te ma lo faccio anche per me.

Sincero?

Soprattutto per me.

Perché anch'io come te ho bisogno di trovare idee.

Anch'io come te mi batto contro l'indolenza.

Anch'io come te temo di non mettere le parole nel modo giusto.

Anch'io come te esito prima di cliccare su "pubblica".

Anch'io come te dubito del destino dei miei pezzi.

Allora io, tu, e quelli come noi, abbiamo bisogno di ricordarci di queste tre verità, irrinunciabili.

lunedì 2 luglio 2012

Supereroi e scrittori: a quale specie appartieni?

Per la mia generazione e non solo, i supereroi sono stati l'equivalente degli dei per gli antichi, ci hanno permesso di sognare, formarci una moralità, sviluppare passioni e divertirci.

I supereroi hanno sempre funzionato perché riescono a far risuonare in noi caratteristiche latenti, desideri d'emulazione, empatia e identificazione.

Ognuno di essi è dotato di facoltà e strumenti che tutti noi desidereremmo utilizzare per risolvere i nostri problemi.

I supereroi sono però modellati sul carattere degli uomini, e non è strano riconoscere in loro tratti che ci appartengono, nel modo di concepire la vita, di affrontare le avversità e persino di svolgere un lavoro o un'attività.

Anche tutti noi che amiamo scrivere possiamo scoprire di essere molto simili a loro, nel modo in cui viviamo la nostra passione, la nostra creatività e la realizzazione dei nostri testi.

E il tuo alter-ego qual è?

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