mercoledì 28 agosto 2013

Il vero successo nella scrittura

Scrivere è una faticaccia.

Puoi immaginare tutti quelli che si mettono davanti al computer per buttare giù qualcosa che sia degno di essere condiviso sulla rete: da incubo.

E non sto parlando della qualità: perché scrivere qualcosa che poi valga anche la pena leggere, una volta che la rete ce l'ha messa davanti, è un evento da festeggiare.

Con queste tre frasi potrei anche chiuderla qui e usarle come commiato dalla scrittura online.

Ma dopo quattro anni di presenza in rete, tra ebook, videocorsi, seminari e centinaia di post, per non parlare delle varie forme in cui comunico online, sedermi a scrivere diventa sempre più un momento di autoriconoscimento, libero da scopi altri, soprattutto se oltre a scrivere rifletto sulla scrittura stessa, come faccio in questo blog.

Scrivere professionalmente non mi basta più, è diventata una questione di onestà, nel tentativo di non separare me stesso che scrive da me stesso che esiste e basta.

E a distanza di tempo, mi è più facile tentare di ricavare dalla mia esperienza un po' di consigli.

Consigli che do innanzitutto a me stesso, per ricordarmi che cosa ho imparato post dopo post, ma con l'auspicio che possano esserti utile, sulla strada della tua scrittura online.


Scrivi come un pazzo
Se c'è qualcosa che è nel tuo pieno potere per avvicinarti alla professionalità, questa è la produttività.

Cioè scrivere, scrivere, scrivere.

Ora, più hai il bernoccolo della scrittrice o dello scrittore, più dovresti trarne vantaggio.

Invece, se ce l'hai, probabilmente sei anche una/un perfezionista.

E questa è una mezza tragedia.

Perché vuol dire scrivere come se avessi sempre il fiato di qualcuno sul collo, un qualcuno dal quale fai dipendere la tua autostima e il tuo benessere, oltre la quantità del tuo lavoro.

Questo tipo di pressione rende i testi più brutti, non c'è niente da fare.

Ciò che ti serve è lasciarti andare.

Siedi, scordati del mondo, e scrivi a manetta.

Quando avrai scritto così, allora avrai un bel po' di roba da perfezionare.

Ma dopo, non durante o prima.

Meglio ridurre venti pagine di prima stesura  a una sola pagina e mezza che provare a ottenere in venti ore direttamente un'ottima pagina e mezza.

Risparmierai tempo, fatica e salute.

Ascolta tutti, decidi da te
Gli scrittori si contraddistinguono per la sensibilità.

La sensibilità nel saper mettere in un testo qualcosa che lo renda degno di interesse.

E la sensibilità nel sentirsi un misto tra una cacchetta e una bomba pronta a esplodere se qualcuno li critica.

Però, solo il confronto con il parere altrui, la critica, la puntualizzazione, il rifiuto netto farà la differenza tra una scrittura fatta con professionalità e il riempire un diario o un quadernetto destinato al cassetto dei sogni.

La cosa più facile che puoi fare è seguire un corso di scrittura, uno qualsiasi, meglio dal vivo e meglio ancora se con un gruppo-classe.

Il confronto con qualcuno che dall'esterno ti guida, e il parere di molti occhi, capaci di farti vedere i vicoli ciechi del tuo lavoro - che in solitudine non vedresti mai - ti migliorerà di parecchio in meno tempo di quanto tu possa immaginare.

Attenzione, però: non è ciò che ti diranno, che ti migliorerà.

Sarà l'esposizione agli sguardi e alle idee degli altri a farlo, perché imparerai a distinguere i buoni dai cattivi consigli, i costruttivi dai distruttivi pareri, le geniali dalle banali visioni.

Che cosa sono veramente il blocco dello scrittore e la paura della pagina bianca
Il blocco dello scrittore andrebbe ascritto tra i meccanismi di difesa di freudiana memoria.

Non è altro che pigrizia sublimata in tumulto esistenziale.

In questi quattro anni, per meno della metà ho scritto con vero entusiasmo e trasporto.

Tutte le altre volte, l'ho fatto perché lo sento doveroso, necessario a non perdere esercizio, utile a tenere su il blog nei motori, confortevole per quei lettori che mi fanno l'onore di essere iscritti ai feed, persino perché ho appena finito di pagare un altro anno di dominio internet.

Il blocco dello scrittore è pigrizia, e quindi svuotamento delle energie.

La pigrizia fisica ti dice che non hai benzina in corpo, così la pigrizia nella scrittura ti avvisa che le idee stanno scarseggiando.

Non confondere poi il blocco dello scrittore con la paura della pagina bianca.

Essa non è altro che il tuo alter ego che ti si oppone, che ti deride, che vorrebbe vederti richiudere il computer.

Considerala un'essere vivente che si nutre della tua inerzia: più cerchi di scrivere e più muore, per questo è così agguerrita.

Ti dirà che quanto hai pensato non va bene, che quanto hai tracciato non è originale.

Ma ha ragione: non crederai di scrivere qualcosa di tremendamente nuovo e sconvolgente?

La maggior parte di ciò che buttiamo giù è noioso e ritrito.

Tutto è già stato scritto e tutto è già stato organizzato in quel tipo di forma testuale.

Per questo molti testi si somigliano perché dicono le stesse cose, e molti altri sembrano identici perché il modo in cui le dicono è uguale, anche se il contenuto cambia.

Vuoi smettere di scrivere per questo?

Allora non hai capito niente.

Non stai facendo il romanzo che cambierà la storia della letteratura, stai solo facendo un po' d'informazione e divulgazione online.

Per questo, il tuo compito è innanzitutto quello di ricordare ai lettori ciò che probabilmente essi hanno già letto e sentito, ma l'hanno dimenticato.

Tutto quello che devi fare è riproporre questi contenuti dando loro una forma diversa.

Perciò, non farti assurdi problemi etici quando leggi i testi degli altri e ti piacciono da morire.

Prendili, conservali, riutilizzali.

Ritaglia dalle riviste, salvali nei preferiti sul computer, sottolinea i libri.

Poi mettiti davanti alla pagina bianca e buttaci sopra quanto hai raccolto, cercando una forma coerente da dargli.

Tutto ciò che farai in più, oltre a queste azioni basilari, sarà grasso che cola, e quello non sempre colerà.

Leggi, leggi, fortissimamente leggi
Qui non c'è tanto da girarci intorno.

Tutti i più grandi scrittori mangiano e bevono libri, e se le giornate durassero quarantott'ore i libri da loro letti aumenterebbero.

Ma il punto non è leggere, bensì andare oltre, raggiungere le vette della capacità di lettura.

Questo vuol dire smettere di leggere un libro che non ti sta dando nulla, rallentare e magari ripetere la lettura di un capitolo che ti sta dando tanto, far entrare ciò che stai leggendo nella tua vita anche se per un breve periodo.

Il terzo punto è il più difficile, non tanto da realizzare, quanto da sostenere, perché vuol dire che cambierai qualcosa nella tua vita, nelle tue abitudini, nei tuoi interessi, nelle tue passioni, a seconda del libro che starai leggendo.

Fottitene se ti diranno che sei incoerente, innamorati a perdifiato centinaia e centinaia di volte.

Il segreto è vivere quante più vite ti riesce nell'unica che ti è data.

Se poi, da tutto ciò che leggerai, riuscirai anche a memorizzare massime, passi, versi, ti creerai un serbatoio inestinguibile per scrivere.

La verità
Conciliare la scrittura e la vita non è facile.

Non solo nel senso di scrivere per vivere, dato che ci sono lavori più remunerativi e sicuri.

La scrittura e la vita a volte si allontanano, ma è solo per riconoscersi meglio quando si riavvicinano.

E non è vero che questo succede solo per chi scrive narrativa.

Se non puoi fare a meno di scrivere, se proprio non riesci a immaginarti senza più mettere parole una dietro l'altra, allora prendilo come un buon segno che ti dice che la tua è una buona scrittura.

Anche se non c'è il successo, il trionfo, pensa a tutti quegli scrittori la cui importanza è stata riconosciuta solo dopo la loro scomparsa.

Nella scrittura in rete ciò è ancora più vero: ci sono tanti grandi e famosi blogger dai quali prenderei volentieri le caratteristiche e i riscontri.

Poi penso che tra cinquanta o cent'anni i loro nomi non diranno niente a nessuno, e questo anche per colpa della rete, che seppellisce se stessa di continuo.

Ma tu continua a scrivere, per la giustizia, per la dignità, per la solidarietà, per qualsiasi cosa ti sembra che vada oltre l'orticello.

Sarà il tuo vero successo.

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