mercoledì 15 maggio 2013

Come la magia del circo può contagiare la tua scrittura


Venghino, signore e signori!

Sono ancora incantato dalla mia ultima visione del circo, uno spettacolo che come pochi è in grado di rapire del tutto la mia attenzione.

Quando però mi sento così attratto, le antenne mi si drizzano perché so che mi sono imbattuto in qualche esperienza che può insegnarmi qualcosa sulla comunicazione.

E visto che questo blog cerca di sviscerare tutti i modi con cui rendere attraente, affascinante, coinvolgente e irresistibile la comunicazione scritta, ecco che anche quelle tre o quattro cosucce che rendono il circo così magico possono tornare utili anche a chi scrive.


Fuori dalla mura
Luogo esotico per eccellenza, pur non avendo un luogo preciso, il circo con i suoi animali e i suoi loschi personaggi era giustamente tenuto alla larga dalle abitazioni.

Tuttavia, chi si arrischia fino al suo tendone per scorgerne la magia, resta felicemente impigliato nel suo mondo fatato, nelle sue luci irreali, nelle imprese inverosimili dei suoi eroi, nelle apparizioni di animali in grado di fare mirabilie.

Ogni testo che scrivi dovrebbe avere la forza di portare il lettore fuori dalle mura del consueto, indurlo ad avventurarsi nel mondo di parole affascinanti che saprai creare per lui.

Se il tuo nuovo testo non mi porta in un luogo nel quale non sono mai stato, allora leggerlo sarà stato inutile.

Il bigliettaio, il clown e il venditore di zucchero filato
Quando vedi quella bocca dipinta di rosso sotto due occhioni cerchiati di nero e ornati di ciglia mostruosamente buffe, su un corpo che capitombola e si rialza come un pupazzo, tra una risata e un po' di dispiacere per le sue disavventure, arriva il momento in cui ti rendi conto che quel clown è la stessa persona che ha staccato il tuo biglietto all'ingresso del tendone.

Finisce il primo tempo dello spettacolo, e anche se hai quarant'anni ti piace camuffarti l'animo da bambino e comprarti un'enorme nuvola di zucchero filato, ma mai avresti pensato che la mano che ti porge il bastoncino è la stessa del pagliaccio che pochi minuti prima ti faceva scompisciare.

Come dopo un'illuminazione folgorante, ti guardi in torno e connetti tutti i volti e tutti i corpi degli inservienti del circo con i suoi stessi atleti e attrazioni, e rivedi nella barista colei che camminava sul filo, e scorgi al di là del banchetto di caramelle il lanciatore di coltelli, e ti chiedi che parte interpreterà ora che rientreremo nel tendone quella signora che distribuisce le bandierine.

Al circo è così, ogni artista è anche factotum, spazzino, operaio, cameriere, sguattero, e quando te ne accorgi capisci che cosa significa fare un lavoro per amore.

Per la tua scrittura devi essere disposto a fare tutto ciò che ti serve: a te spetta ricercare gli argomenti, a te tocca provare a sviscerarli, tuo compito è mettere giù i testi, rileggerli, revisionarli, cercare la piattaforma giusta per farli leggere, promuoverli, condividerli, ascoltare i lettori, rispondere loro, imparare la lezione e prendere spunto per un nuovo testo.

Ogni aspetto della vita di ciò che scrivi dipende interamente da te, perciò preparati a passare dai panni di produttore di idee a quello di redattore e tieni pronta la veste di editor, se vuoi che il tuo spettacolo di scrittura sopravviva.

Due spettacoli al giorno
Questa è una costante, sin da quando ero bambino: il circo fa due spettacoli al giorno, e a volte anche tre, quando ci si portavano le scolaresche.

E se io penso a quei pazzi che saltavano nel cerchio infuocato a tre metri d'altezza o stavano in equilibrio su una tavoletta appoggiata su non so più quanti cilindri traballanti uno sull'altro, e alla tensione dei muscoli sotto la pelle sudata, e mi focalizzo sul fatto che quella cosa la dovranno rifare due o tre volte in un giorno, stranamente svanisce da me qualsiasi pigrizia verso la scrittura.

Sei in grado di scrivere due testi al giorno, anche tre quando il periodo lo richiede?

Sei in grado di sostenere la fatica, mantenendo a ogni prestazione la stessa maestria?

Che cosa stai facendo per ottenere questo risultato e raggiungere questo standard?

Magia!
Si può stare in equilibrio su un argomento, quando si tratta di un tema spinoso e di difficile argomentazione esattamente come un virtuoso del monociclo, che fa una fatica immane ma continua a fare giri di pista a braccia aperte e con il sorriso ancor più spalancato.

Si possono far girare le parole sulla pagina, creando combinazioni sorprendenti, in grado di svelare nuovi significati, proprio nello stesso modo di un giocoliere che perde il conto di quanti cerchi e palle e birilli sta facendo vorticare sulla sua testa mentre le mani sembrano moltiplicarsi.

Si possono creare spazi di alleggerimento, battute, digressioni divertenti, e iniezioni di ironia anche nel più serio dei testi, facendo entrare sprazzi di umorismo come fossero pagliacci pronti a sorprendere il pubblico ancora in trance per la suspense di un attimo prima, e aiutare a sciogliere la tensione in una risata catartica.

Si può fare tutto questo facendo sentire al lettore la tua guida sicura, la tua padronanza di ciò che stai dicendo e di come lo dirai, del tuo punto di partenza e dello sviluppo del tuo contenuto, accompagnandolo frase per frase fino alla fine, come il presentatore che enfatizza al microfono ogni attrazione dello spettacolo, fino al saluto e ai ringraziamenti finali.

Musica!

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