mercoledì 16 ottobre 2013

La scrittura che crea controversie

Mi piace essere un blogger, e mi piace provare a esserlo con coscienza.

Per questo, prima ancora di scrivere post per i miei blog, vado a leggerne tanti altri, sugli argomenti più disparati.

Leggo in particolare alcuni blog perché trovo sempre pezzi per me molto utili.

Altri post, magari, non li trovo così fondamentali per me, e fin qui siamo nella normalità.

Leggere un post, però, vuol dire molto spesso leggere e partecipare alla discussione che esso può generare.

Perché si sa che alcuni pezzi fanno scaturire sfilze impressionanti di commenti, come già ti ho raccontato qui.

Di recente, anche a me è capitata questa circostanza, mai accaduta prima, e come tutte le prime esperienze mi ha dato da pensare.

Si trattava di un resoconto su una gara di cucina, e quando ci sono le gare si sa che qualcuno vince e qualcun altro perde.

Scrivere un post che genera controversie può essere un evento non proprio semplice da gestire.

La prima cosa che mi sono chiesto è se chi scrive un post simile, in qualche modo, è anche consapevole della possibilità di suscitare polemiche con la sua pubblicazione.

Se provo a ipotizzare come scrivere un testo che genera commenti contrastanti, posso immaginare cinque modi:
  1. mettere in discussione un'idea molto diffusa
  2. rivelare un segreto scandaloso
  3. ribaltare lo stato attuale delle cose
  4. criticare un'autorità
  5. sfiorare l'osceno
Questi cinque principi in realtà possono essere messi in atto sia da chi scrive il post sia da chi lo commenta.

Per questo, alcune volte sono i commenti, e non il pezzo in sé, a far nascere cascate di botta e risposta.

Nel mio post controverso facevo un lieve accenno ad alcuni comportamenti non proprio limpidi, quindi direi che stavo applicando il secondo principio, rivelare un segreto scandaloso.

I commenti polemici, invece, si rifacevano al primo e al quarto principio, molto affini tra loro, contestando la gara e me che ne avevo parlato.

Per sapere se stai scrivendo qualcosa di scottante, dunque, devi chiederti se hai compiuto una di quelle cinque cose elencate sopra, oppure se hai spinto qualcun altro a farlo nei commenti.

In entrambi i casi, sebbene questo può far nascere in te qualche timore e tentennamento, prendili come segnali che stai percorrendo la strada giusta.

Hai toccato qualcosa di grande, che provoca reazioni intense in chi legge, fino a spingerla a fare capolino sul tuo blog e dire la propria.

Se questo accade, hai vinto.

Certo, forse non era tua intenzione trovarti in trincea a difendere una posizione contro il fuoco di fila avversario.

E coloro che si affiancano a te come compagni di linea, opposti a quella nemica, ti sembrano sempre troppo pochi.

Può anche succedere che il pensiero di mollare e che non avresti mai voluto trovarti in quella situazione si facciano pressanti.

In quel frangente, renditi conto di una cosa: hai scritto quel post proprio perché volevi la loro attenzione.

Hai scritto qualcosa che li fa sentire minacciati in qualche modo.

Stanno riconoscendo la tua autorità, e la riconoscono a tal punto da volerla abbattere.

Perciò:
  • se hai la certezza di aver scritto qualcosa di veramente utile a entrambe le posizioni in conflitto
  • se pensi di poter conservare la calma pur lanciandoti nella discussione
  • se hai la sicurezza di conoscere in tutto e per tutto ciò che dici
  • se hai meditato a sufficienza prima di pubblicare il post
Allora difendi le tue idee, con lo stile che preferisci - combattivo, ironico, indifferente, fiorettistico, razionale e chi più ne ha più ne metta - ma non smettere di difenderle, perché è il tuo post, il tuo blog, la tua scrittura.

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