sabato 30 novembre 2013

Scrivi meno, scrivi meglio

Il titolo deriva in realtà da un altro invito simile: mangia meno, mangia meglio.

Le indagini di mercato ci dicono che i quintali di cibo acquistato e sprecato - vuoi perché non si finisce di mangiarlo, vuoi perché va a male prima ancora di consumarlo - sono in aumento.

E l'aspetto peggiore riguarda la qualità di questo cibo: surgelati, merendine, confezioni in genere.

Prodotti che quasi sempre non nutrono davvero, e pesano sul conto finale per oltre la metà dell'importo.

Che cosa c'entra con la scrittura tutto questo?

Se è bene ridurre la lunghezza dello scontrino con il quale usciamo dal supermercato, fa altrettanto bene moderare la lunghezza dei nostri testi.

Esiste una regola infallibile per sapere quanto dev'essere lungo un articolo o un post per il web.

Una regola così apparentemente banale che finisce sempre per essere messa da parte.

Sì sì, anche da me, e devo farci molta attenzione.

Ora la enunciamo.

Dunque... un articolo o un post dovrebbero essere lunghi... lo stretto necessario.

Troppo ovvia?

E sono proprio le cose ovvie che, quando ci stanno sotto il naso, scompaiono dalla nostra vista.

E per chi scrive, questo è un grosso - anzi, lungo - problema.

Perché la scrittura è uno di quei domini nei quali vale senz'altro l'adagio che il meno vale di più.

Purtroppo, non è per niente facile tenersi a dieta mentre si scrive, e spesso tendiamo a impiattare dei testi che sono delle vere abbuffate di parole.

Alcune nutrono, ma tutto il resto va in ciccia.


Metti a dieta la tua scrittura
Io non so perché scrivi, se lo fai per informare i lettori o per dare loro attimi di intrattenimento.

In entrambi i casi, però, se un tuo lettore si trova a pensare ma quand'è che arrivi al punto?, allora vuol dire che in quel testo tu non hai fatto ancora né l'una né l'altra cosa.

In questo modo rischierai di annoiare o - peggio! - allontanare per sempre quel lettore, e la possibilità che condivida quello che hai scritto.

Di sicuro ci sono casi nei quali anche la lunghezza ha la sua importanza.

Pensa alla pubblicità: in televisione puoi vedere spot da meno di trenta secondi, ma ti sarà senz'altro capitato di soffermarti su una di quelle televendite che arrivano dall'estero - quasi sempre dagli USA - che possono durare quindici, venti minuti, se non di più.

Sia lo spot che la televendita perseguono - e spesso raggiungono - lo stesso scopo: indurre lo spettatore all'acquisto.

Ma hanno anche qualcos'altro in comune: sia lo spot breve che la televendita lunga non indulgono nell'autocompiacimento.

Non c'è nulla di superfluo, soprattutto nella televendita, che con la sua lunghezza è in grado di coprire tutti gli aspetti essenziali all'acquirente, compresa la ripetizione ipnotica dell'invito a telefonare, le testimonianze entusiaste di persone che hanno già provato quel prodotto, le infinite prove del suo funzionamento.

Ma che differenza con quel venditore porta a porta ciarlatano che, nonostante tu abbia già detto di sì all'acquisto e stringa nelle mani il denaro, continua a subissarti di acrobazie verbali inutili!

Il punto chiave, per chi scrive, è che fare articoli o post più brevi richiede in realtà più tempo.

A volte, ci vuole il doppio del tempo perché la fase di revisione è tremendamente impegnativa.

Il tuo dovere, però, resta uno: togli dal tuo testo tutto ciò che andrebbe in ciccia, e dai ai lettori solo il nutrimento.

Vai subito al dunque, se vuoi che le tue parole tocchino sul serio chi legge!

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