martedì 9 luglio 2013

Come funziona la curiosità

Quando si parla di curiosità si può intendere l'emozione verso qualcosa che all'improvviso attira la nostra attenzione, o l'oggetto di quest'attenzione, le cose curiose.

Cammino per strada, sento degli strani rumori dietro un angolo, e mi affaccio a curiosare: ho seguito l'emozione.

Vado al mercato dell'usato, sapendo che troverò un sacco di cose inusuali, quindi curiose, a vedere se una di esse acchiapperà il mio interesse: ho cercato l'oggetto.

Come scrittore di blog, cerco di capire anche che cosa muove la curiosità di chi legge.

A mio parere, l'esperienza del lettore su internet somiglia più alla seconda accezione del termine curiosità che alla prima.

Perché è vero che di tanto in tanto ci imbattiamo per puro caso in pagine alle quali arriviamo seguendo percorsi non preventivati, e allora seguiamo l'emozione.

Però, la maggior parte del tempo passato in rete, lo impieghiamo cliccando sui siti che già conosciamo, nei quali sappiamo che in media troveremo sempre qualcosa di interessante, e allora cerchiamo direttamente l'oggetto.

Spero tu non scriva online per lettori che capitano per puro caso sulla tua pagina, ma che tu abbia creato un blog o un sito con un lettore ben preciso in mente, al quale interessa il tuo stesso argomento.

Se dunque il lettore si comporta come una persona che scava tra cianfrusaglie, alla ricerca della cosa curiosa che faccia al caso suo, che cos'è che gli fa scegliere quell'oggetto tra tanti?


Magari non ci stava pensando, però trovarsi tra le mani quella caffettiera gli fa venire in mente che potrebbe servirgliene una più grande della sua da due tazze.

O quel telo per il mare, che all'improvviso gli fa ricordare di aver smarrito il suo l'estate scorsa e di aver pensato poi lo comprerò l'anno prossimo.

O ancora, quelle collanine con le pietre grezze, perfette per fare regali alle colleghe prima di salutarle per l'estate, senza svenarsi economicamente.

Sebbene, in tutti e tre i casi la scintilla scocchi per caso, quella persona nel mercato dell'usato ci è entrata.

Per questo, la navigazione su Internet - quella che interessa noi scrittori online - parte sempre da un atto volontario.

Come sai bene, ci sono poi lettori che si iscrivono ai feed per essere sicuri di non perdere nemmeno un post.

Il lettore scava con gli occhi e col mouse nella tua cesta delle cianfrusaglie, cercando di scoprire se gli serve qualcosa.

Nella scrittura online sarebbe buona cosa cominciare a proporre le nostre cianfrusaglie dai titoli.

Scrivere un buon pezzo è tuo dovere, se hai scelto questa strada.

Ma scrivere un buon titolo è l'unico modo che hai per farlo leggere.

Lo so, quest'affermazione è trita e ritrita persino da me stesso, in questo blog.

Però la pratica mi dice che è così.

Dai tempi di permanenza sulle pagine - calcolabili dalle statistiche del blog - si può capire chi ci è rimasto pochi secondi, giusto per leggere il titolo, e chi è andato avanti a leggere il post.

La percentuale è singolare: su dieci visitatori di un post, otto ci rimangono solo il tempo del titolo.

Non è la mia media, è quella di tutti, anche del Corriere della Sera.

Perché tutti noi lettori siamo attratti da ciò che cerchiamo.

Sembra una banalità, ma nasconde lati profondi.

Prima di acquistare un libro, o di iscriverti a un corso, che cosa guarderai?

Il titolo, ovviamente (e magari il sottotitolo che a volte è molto più importante).

Accade la stessa cosa con gli articoli e i post.

Non importa quanto azzeccato potrà essere il tuo testo rispetto all'argomento e al tipo di pubblico.

In realtà, molti appassionati della tua stessa materia potrebbero decidere di saltare la lettura del tuo pezzo solo perché il titolo ha qualcosa che non li convince.

Ma che cosa esattamente cercano e si chiedono i lettori?

  • È il post per me?
  • Ne so qualcosa?
  • Mi darà qualcosa leggerlo?

Se prendiamo un titolo come Perché correre un'ora al mattino può far male alle tue giunture (che mi sono inventato in questo momento e che è tremendamente insensato, in termini di contenuto) possiamo capire meglio la faccenda.

Se sono uno che corre, che vuole tenersi in forma, che ha problemi alle giunture, allora il titolo mi calamita immediatamente.

Se sono uno che ha a che fare con il tema esposto dal titolo e ho sempre corso al mattino, senza sospettare che potesse far male, voglio assolutamente saperne di più.

Se davvero ciò che il titolo annuncia è vero, allora forse potrò veramente migliorare la mia forma fisica e smetterla di sentirmi ancora peggio dopo aver fatto la mia corsa mattutina.

Come vedi, queste tre domande si attivano subito nella mente del lettore, creando un agglomerato di curiosità - o di repulsione - rispetto al testo.

Da qui in poi, è chiaro che tutto dipenderà dalla tua abilità nell'accompagnare chi legge, riga per riga.

Se però il tuo titolo non incontra le tre domande del lettore, rispondendo in maniera positiva, e generando curiosità, è difficile che questa possa sorgere nelle righe successive.

E così puoi capire meglio come funziona la curiosità e che cosa succede sia nella testa di quegli otto lettori che se ne vanno dopo pochi secondi, sia in quella degli altri due che restano sul tuo post fino alla fine.

Ora che hai letto tutto il post, che ne dici di farti un bel giro al mercato dell'usato?

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