venerdì 27 novembre 2009

Le sequenze ovvero come "montare cinematograficamente" il proprio racconto


Le sequenze narrative sono, per i racconti, ciò che le membra sono per il corpo: lo rendono mobile.

Un testo narrativo che si "muova" nella testa del lettore lascia di certo impressioni più intense di un testo statico.

Ma cosa sono di preciso le sequenze narrative?

In un testo narrativo i personaggi
  • compiono azioni
  • le compiono in determinati luoghi
  • le compiono riflettendo sul loro stesso agire
  • essendo dotati di linguaggio spesso parlano tra loro
Le sequenze sono porzioni del testo caratterizzate da coerenza attraverso le quali il testo svolge alcune importanti funzioni corrispondenti a quanto accade nella trama, quali
  • raccontare lo svolgimento dei fatti
  • descrivere persone o ambienti
  • renderci partecipi dei pensieri nascosti dei personaggi
  • farci sentire la loro voce
Le sequenze sono di massima importanza nella lettura e analisi dei testi narrativi: servono al lettore comune come allo specialista per addentrarsi nella struttura profonda del testo e quindi nelle intenzioni dell'autore per conoscerlo meglio.

Vediamo in dettaglio i quattro tipi di sequenza:

  1. sequenza dinamica: la porzione di testo in cui si compiono azioni e accadono eventi tali da sviluppare nel tempo la trama
  2. sequenza descrittiva: la parte del racconto dedicata a far immaginare al lettore l'ambiente circostante, l'aspetto esteriore dei personaggi, i particolari fisici dei luoghi, delle cose e delle persone
  3. sequenza riflessiva: i brani del testo contenenti i pensieri dei personaggi circa gli avvenimenti della trama
  4. sequenza dialogica: le sezioni del racconto in cui i personaggi parlano tra loro, a volte espresse con il discorso diretto (come se i personaggi parlassero in prima persona) altre volte tramite il discorso indiretto (in cui un narratore riferisce le parole dette dai personaggi)
I passaggi da una sequenza all'altra sono segnati da indicatori precisi come
  • il cambiamento di luogo
  • il salto temporale in avanti o all'indietro
  • l'ingresso o l'uscita di un personaggio.
Messa così sembra che le sequenze servano soprattutto ai lettori.

Quello che ancora non è stato ben sottolineato è l'uso volontario delle sequenze da parte di chi scrive.

Usare le sequenze in modo consapevole significa diventare "registi" del proprio racconto.

Il termine "registi" non è casuale, anzi, il cinema può aiutarci a capire meglio quanto sia potente l'uso calcolato delle sequenze.

Durante la visione di un film, lo spettatore partecipa in modi e gradi diversi.
  • Se la scena propone azioni fisiche, spostamenti, lotte, fughe, lo spettatore viene coinvolto a livello cinestetico, il suo corpo è sollecitato dai corpi in azione nella scena.
  • Se invece la camera si muove su paesaggi, indugia su oggetti, ci regala dettagli sulle fattezze fisiche dei personaggi, lo spettatore viene stimolato soprattutto a livello visivo.
  • Altre volte, le inquadrature sono accompagnate da una "voce fuori campo" e spesso si tratta della voce di uno dei personaggi, così attraverso il canale uditivo lo spettatore può conoscerne i pensieri.
  • Infine, se due o più personaggi parlano tra loro lo spettatore raccoglie le informazioni sia dal loro linguaggio verbale che dal non verbale.
La cosa incredibile è che al cinema queste diverse modalità spesso sono attivate contemporaneamente: ciò è possibile grazie al mezzo specifico che permette di farci vedere e sentire nello stesso tempo e al lavoro di "montaggio" di tutte le scene girate durante la lavorazione.

Di certo, il cinema consente una riproduzione della realtà più rapida ma anche nella narrativa possono valere le stesse regole circa le sequenze.

Infatti, anche nei racconti ogni sequenza attiva nel lettore diverse modalità percettive.

Qualsiasi autore di narrativa si trova a sviluppare diversi tipi di sequenze a seconda dello svolgersi della trama.

Però le pagine più avvincenti sono sempre quelle in cui l'autore - come un regista cinematografico - ci costringe a passare rapidamente dalla modalità cinestetica a quella visiva e poi ancora a quella uditiva e alla partecipazione ai dialoghi, anzi, più cambi percettivi l'autore ci induce a fare leggendo più siamo attratti e coinvolti dalla lettura.

Se vogliamo avvincere il lettore e rendere "vivo" nella sua mente il nostro racconto, non dovremo fare altro che scrivere per sequenze.

Se stabiliremo intenzionalmente di sviluppare in ogni pagina del nostro racconto i quattro tipi di sequenza, mescolandoli in ogni modo possibile, porteremo la vivacità del testo a livelli altissimi, garantendo al lettore un'esperienza multisensoriale emozionante.

Nessun commento:

Posta un commento

Cerca nel blog