venerdì 2 ottobre 2009

Per scrivere bene bisogna leggere molto?


Scrivere bene, nell'era dell'informazione superveloce, non ha perso la sua importanza, anzi, è oggi più che mai l'abilità-chiave per partecipare in modo attivo ai nuovi mezzi di comunicazione.

Ma come si fa?

Non voglio certo dilungarmi in questo post sulle strategie, i metodi e i principi del buon scrivere: chiunque può trovare nei motori di ricerca una quantità impressionante di risorse.

Mi interessa invece invitare tutti a riflettere sul significato di un vecchio adagio molto in voga tra coloro che insegnano a scrivere.

Mai sentita la frase "per scrivere bene bisogna leggere molto"?

Una verità indiscutibile: chi l'ha sperimentata lo sa sulla propria pelle.

Ma allora, il problema della "cattiva" scrittura, tema molto gettonato da insegnanti, educatori e formatori di oggi, dipenderebbe dalla scarsa quantità di letture?

Non c'è dubbio, siamo tra i popoli che leggono meno, a giudicare dalle analisi del mercato editoriale, ma da cosa dipende? Come mai si fa sempre più fatica a leggere?



Non ho una risposta valida e universale a una domanda così complessa.

E tuttavia, poiché lavoro io stesso nel mondo dell'educazione e della formazione, DEVO darmi una risposta: ne va della mia sopravvivenza professionale.

Allora, più che una risposta, la mia è una suggestione.

Se la frase citata sopra recita "per scrivere bene bisogna leggere molto", a me piace ribaltarla e ottenere "per leggere molto bisogna scrivere bene"!

Non sono un sovversivo, mi piace giocare con la creatività (e la tecnica del ribaltamento è una delle principali strategie di scrittura creativa, ne parlerò in seguito).

Ribaltando la nostra frase consueta, otteniamo una nuova visuale e, di conseguenza, nuovi spunti di riflessione.

In tutti i testi scolastici e nei manuali universitari, i percorsi per sviluppare le abilità di lettura partono da livelli molto elementari, offrendo esercitazioni per aumentare la capacità di cogliere le parole chiave, per leggere in minor tempo con più efficienza, per identificare subito le frasi principali grazie all'analisi testuale, per comprendere a colpo d'occhio la struttura del testo attraverso i paragrafi ecc.

In pratica, oggi si insegna a leggere con una metodologia pragmatica efficace e precisa, dividendo l'apprendimento in piccoli passi, fornendo subito procedure tecniche per ottenere risultati immediati, al fine di insegnare a usare la lettura, senza porsi il problema di far innamorare della lettura.

Così mi sono chiesto perché mai non si possa da subito insegnare a scrivere nello stesso modo, tramite lezioni brevi e specifiche, dotando gli studenti di modelli di scrittura - per modelli intendo proprio quelli a riempimento, come quelli di tipo burocratico, dove lo scrivente deve solo inserire le informazioni peculiari alla sua persona, e non deve inventarsi la forma generale del documento - che li guidino a produrre in modo rapido testi completi e corretti, al fine di insegnare a usare la scrittura per gli scopi previsti ai nostri tempi, senza porsi il problema di far nascere nuovi nobel per la letteratura.

Da anni ormai metto in pratica questa suggestione, e il risultato mi sorprende: non parlo solo degli esiti dei miei studenti, tutti positivi e soddisfacenti, ma del sentimento nato in loro grazie all'aiuto pratico ricevuto nello scrivere, e dall'impressionante crescita delle loro abilità come lettori!

Il paradosso è che oggi, pur leggendo di meno, le persone hanno l'esigenza di scrivere per partecipare alla società: l'email diventa sempre più basilare nella comunicazione professionale, la stesura di un curriculum è tanto importante da far vendere veri e propri corsi, la partecipazione a community e chat si svolge attraverso la scrittura, e ognuno di noi cammina con un telefonino digitando centinaia di sms all'anno.

Si leggerà poco, ma quanto si scrive! Molto, ma molto, ma molto di più che in ogni altra epoca.

Nel mondo conservatore dell'istruzione non hanno ancora compreso il cambiamento dell'ultimo secolo: una volta era Maometto, il lettore, che con dura fatica arrivava alla Montagna, la conoscenza culturale.

Oggi, le risorse, i contenuti, lo scibile, ci circondano più che mai: è la Montagna che sta franando su Maometto!

Per non farsi travolgere, il cittadino/lettore/scrittore ha bisogno di una guida nella gestione di tutte queste informazioni, una guida che gli insegni a usarle per il raggiungimento di scopi, e non più solo a conoscerle per arricchire il proprio animo ed elevare la propria esistenza.

Chi dice che la cultura eleva? Chi la cultura l'ha sperimentata.

Ma costui non sapeva, prima di arrivarci, che avrebbe usufruito di questo vantaggio, così come il lettore o lo scrittore neofita non può sapere ancora il beneficio che ne ricaverà, e tenderà a vedere soltanto il sacrificio che queste attività comportano.

Dalle soluzioni nascono le spiegazioni, e non il contrario; ma nel nostro mondo educativo ci si ostina a spiegare le cose prima di farle sperimentare, invece di offrire soluzioni che dimostrino con la pratica come funziona l'acquisizione di abilità culturali.

Nei miei post confluirà ogni esperienza pratica svolta con gli studenti, nell'intento di fornire procedure semplici ed efficaci per produrre scrittura, lasciandomi guidare dal monito del grande cibernetico Heinz von Foerster:

se vuoi vedere, impara ad agire.

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