lunedì 2 novembre 2009

Il finale più efficace

Scrivere il finale di un testo è un'operazione meritevole di una attenzione particolareggiata.

Poiché io vedo la pratica della scrittura come una forma di artigianato - e quindi come qualcosa che si può imparare - mi piace confrontarla a un'altra mia grande passione: la cucina.

Noi chef-scrittori siamo responsabili della presentazione del piatto-testo, dei suoi sapori e dell'apporto nutritivo-informativo e - non ultimo - del retrogusto, ovvero del senso conclusivo che lasciamo al palato-mente del nostro avventore-lettore.

Curare il finale vuol dire preoccuparsi di instillare nel lettore una scintilla che terrà vivo e proficuo il contenuto e il senso del nostro testo.

Come fare?



Facciamoci aiutare dagli scalatori.

La logica lineare vorrebbe che uno scalatore che progettasse il suo percorso verso una cima iniziasse a elaborarlo usando come punto di partenza la base della montagna.

E invece il nostro scalatore cosa fa?

Parte dalla vetta!

Usando come punto di partenza il punto d'arrivo, lo scalatore si rende immune dal rischio di costruire un percorso fuorviante e ottimizza la strada da seguire nel modo più agevole.

Mi occuperò in un altro post di come sia possibile usare questa strategia ai fini della composizione di un intero testo.

Adesso voglio solo focalizzarmi sull'insegnamento che possiamo trarne al fine di scrivere il nostro finale.

Gli studiosi di semiotica affermano che un testo che possa dirsi tale deve caratterizzarsi per la sua coesione.

Il senso di coesione rende il messaggio testuale definito e quindi comprensibile al lettore.

Sarà davvero importante allora preoccuparsi di dare coesione al nostro testo e far sentire al lettore la completezza del messaggio che gli stiamo trasmettendo.

Grazie a un piccolo, grande segreto è possibile dare una fortissima coesione al nostro scritto.

Il segreto è finire come abbiamo iniziato.

Riportare il lettore all'inizio e creare un circuito di comprensione del testo che si chiuderà nella sua mente acquistando senso compiuto.

la tecnica è semplice e molto efficace perché attiva una modalità percettiva di tipo circolare e non lineare e questa modalità è usata dall'essere umano in modo naturale e spontaneo.

La logica lineare è sempre una logica a posteriori.

Il lettore certamente dopo aver letto il nostro testo dal finale circolare provvederà da solo a mettere in linea le informazioni.

Ma a noi interessa l'esperienza della lettura e l'esperienza fa parte della vita reale e non delle fantasie che la nostra mente crea per gestire le informazioni.

Nella vita reale la legge della circolarità è all'ordine del giorno.

Nella fine è l'inizio.

E nell'incipit l'explicit.

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