domenica 22 luglio 2012

La scrittura che si tocca

Forse sarà l'epoca di sfrenato materialismo accoppiato alla crisi dilagante, ma qui stiamo tutti diventando dei San Tommaso.

Se non tocchiamo non crediamo.

I lettori saltano da un testo all'altro perché sono stanchi di dover penetrare con lo sforzo delle loro menti i testi che hanno davanti.

Vogliono che il testo salti dalla pagina allo schermo direttamente nei loro sensi, e che lasci loro sensazioni fisiche, percezioni sensoriali.

Vogliono parole che si possano toccare.

Quante pretese, penserai.

Sono d'accordo, ma è la verità e non possiamo far finta che non sia così.

Tuttavia, per noi che scriviamo, non è poi un gran male.

Scrivere un testo che non dia solo informazioni, ma che lasci tracce più profonde nel corpo-mente del lettore, oltre che una sfida è un vantaggio.

Perché usare la retorica, lo stile, le immagini, e tutto l'armamentario della scrittura non fa che facilitarci.

Per esempio, se vado su Facebook e scrivo nel mio status che ho mangiato gli spaghetti al pomodoro, forse qualche amico - nella speranza che io ricambi il favore - cliccherà su mi piace oppure commenterà le mie parole, ma la cosa finisce lì.

Se invece ci metto la foto del piatto, ecco che i mi piace e i commenti crescono a dismisura.

Le immagini toccano i sensi in modo diretto e valgono più delle parole.

Noi però scriviamo, quindi dobbiamo fare a meno delle foto.

Dobbiamo usare le parole.


Così, invece di dire che ho mangiato gli spaghetti al pomodoro, dirò che ho gustato degli ottimi spaghetti al dente, ricchi di pomodorini profumatissimi che l'aroma di basilico ha reso paradisiaci, e che con la pancia piena e la bocca soddisfatta mi sento rimesso a nuovo.

La mente non è sempre razionale come sembrerebbe: a volte l'emisfero destro, quello delle immagini e delle sensazioni, prende il sopravvento su quello sinistro, quello dei calcoli.

Così, facciamo finta che io scriva post per un blog sul dimagrimento.

Scopro che le patatine fritte, quelle in busta, hanno un apporto di oltre 500 kcal per 100 grammi di prodotto.

Lo so, le patatine sono buonissime e io stesso non resisto, fermarmi è davvero un'impresa.

500 kcal però sono tante, e anche se non le mangi tutte, la busta piccola ne contiene comunque 70 grammi (io però prendo la grande, da 300, e qualche volta ne mangio... un terzo!).

Il dato è notevole, così decido di usarlo e inserirlo in un mio testo.

Sai che le patatine hanno un apporto di oltre 500 kcal per ogni 100 grammi di prodotto? Vuol dire che se ne mangi una busta intera, stai incorporando 350 kcal!

Pensi che detta così possa fare impressione?

Perché è di questo che stiamo parlando: impressionare.

Se però conosco la mia materia (le diete, gli alimenti, i valori nutrizionali) allora posso mettere insieme altre informazioni e costruire qualcosa di maggiore effetto.

Oggi hai strafocato una busta di patatine. Una busta ogni tanto, che cosa sarà? Magari l'hai mangiata fuori pasto, così poi ti siederai a tavola per il pranzo, la cena, e domani la colazione... Bene. Quello che non sai ancora è che divorando quelle patatine è come se avessi mangiato - fuori pasto! - un piatto di pasta al ragù e uno di chili con carne! Anzi, te la voglio dire in un altro modo: per ogni sacchetto di patatine che mandi nello stomaco, fai conto di aver inserito nella tua pancia due big mac!

Senza dare numeri - in tutti i sensi! - in questo modo il contenuto è equivalente - cioè le patatine equivalgono a quantità inimmaginabili di altri cibi - ma l'effetto sui nostri sensi è notevolmente superiore!

Questo vuol dire scrivere parole che si toccano, vuol dire far sentire a chi legge la sostanza di cui stai parlando, vuol dire provocare in lei o in lui una reazione.

Certo, il rischio è che per la disperazione seguita alla notizia, il lettore vada a consolarsi con le patatine...

Nessun commento:

Posta un commento

Cerca nel blog