venerdì 20 maggio 2011

Quanta informazione stai buttando via?

Quando entri in un supermercato in qualche modo sai che ti troverai davanti uno spiegamento di merce vastissimo: in quell'enorme locale potrai trovare tutto, o quasi tutto.

Ma tu non vedi tutto: forse durante il tuo giro tra i reparti riuscirai davvero a vedere una percentuale di merce che oscilla tra il quindici e il trenta per cento del totale.

Perché?

Perché il supermercato - o chi lo gestisce - viene verso di te, sin da quando ci metti piede: a destra, un grosso tabellone giallo ti invita ad acquistare quel prodotto di quella particolare marca perché oggi costa meno, più avanti ti viene proposto di prendere tre scatole di una cosa perché se dividi il loro prezzo totale per tre scopri di risparmiare rispetto all'acquisto di una sola scatola, pochi metri oltre c'è scritto che i pezzi di quello scaffale ti faranno raddoppiare i punti della fidelity card, e così via.

Solo che il prodotto che costa meno costa comunque di più rispetto a quello di un'altra marca, le tre scatole in offerta non ti servono perché in realtà non te ne serve neanche una, e i punti della card, anche se li triplicassero, non ti garantirebbero alcuna vincita sostanziale perché per avere un premio degno di questo nome, accanto ai punti ci vuole qualche banconota.

Eppure c'è chi penserà ah, però che fortuna, posso comprare proprio quella marca lì a un prezzo più basso, altri diranno ma sì, prendo le tre scatole, faccio un investimento e le consumerò man mano, qualcuno farà incetta di prodotti ad alto tasso di punti per la card perché la possibilità di vincere finalmente qualcosa non gli è sembrata mai così vicina.

Sono sicuro che conosci bene la situazioni di cui parlo.

Ora però ti dico perché te ne parlo.


Perché i supermercati - o meglio, i marketers - sanno che senza queste sirene allettanti delle offerte speciali venderebbero di meno.

E venderebbero di meno perché per assurdo se il cliente entrasse nel supermercato e si trovasse il dispiegamento di merci schierato senza che nessun tabellone, nessun cartello, nessuna scritta lo guidasse, egli non saprebbe più cosa comprare e l'idea di ricorrere alla propria facoltà di scelta lo imbarazzerebbe da morire.

Il cliente vuole avere un consiglio.

Succede lo stesso con la lettura.

In un certo senso, il tuo lettore entra nel "supermercato" dei tuoi testi.

Se i tuoi testi sono come un supermercato senza consigli per gli acquisti, vuol dire che sono testi enciclopedici, biblici, non solo nell'estensione, ma anche nella quantità d'informazione.

Non esiste testo più illeggibile di quello che contiene tutte, ma proprio tutte, le informazioni su un determinato argomento.

Di tutto ciò che si può dire dell'argomento che sta a cuore a te e ai tuoi lettori, scegli due o tre cose su cui focalizzarti e scrivi solo su quelle due o tre cose.

Il testo focalizzato, imperniato su un aspetto preciso del tuo argomento, permetterà al lettore di non sentire quell'imbarazzo della scelta tra tutti i tuoi testi che potrebbe allontanarlo.

Annuncia sin dal titolo che parlerai di A, B e C, e riserva tutto il resto compreso tra la E e la Z ai successivi testi.

Altrimenti finisce come con il cliente del supermercato che, pur di superare l'imbarazzo della scelta, compra tutto ciò che gli è possibile ma non riesce a consumarlo e deve buttarlo per marciume acclarato.

Se un lettore ti dice sai, io mi salvo tutti i tuoi articoli sul PC! sappi che nel novantanove per cento dei casi quel lettore non li leggerà mai, e se li salva sul PC è perché non riesce a leggerli quando li vede, e se non riesce a leggerli forse è perché c'è troppa roba dentro.

Quanta informazione stai buttando via?

Nessun commento:

Posta un commento

Cerca nel blog