martedì 24 maggio 2011

Cosa puoi imparare sulla scrittura dalle elezioni amministrative

Una parte degli italiani ha votato alle elezioni amministrative, e noi dovremmo ringraziarla.

Se ti piace scrivere e ti interessa capire sempre meglio questo mezzo di comunicazione, allora dovresti ringraziarla anche tu, o ringraziare te stesso, se sei un elettore.

Perché nonostante le sofisticazioni, la scrittura e la comunicazione restano cose semplici, governate da regole altrettanto semplici, da mettere in atto in modo ancora più semplice.

I risultati di Torino, Milano e Napoli sono un breve corso di comunicazione efficace, se solo sai leggere bene cos'è successo.

I fattori cruciali della comunicazione sono il linguaggio comune, la credibilità e la pertinenza.

Fattori determinanti anche nella lettura dei risultati delle tre principali città soggette al voto amministrativo.

Piero propheta in patria
A Torino ha vinto Piero Fassino.

E Piero Fassino è nato a meno di trenta chilometri da Torino.

Ha studiato a Torino.

Si è iscritto al suo (ex) partito a Torino.

È stato segretario della federazione di Torino.

Si è candidato a Torino.

Cosa vuoi di più?

Due più due fa ancora quattro, su questo pianeta.

Se scrivi per dei lettori appassionati di botanica, per favore, prepara un bell'articolo sulla Orchidea Cypripedium, non un saggio sul trapianto dell'occhio elettronico.

Non uscire dal terreno condiviso con i lettori.

Parla il loro linguaggio, parla di ciò che a loro interessa.

Stai a casa loro.

Se sei tu a cambiare interessi, trova altri lettori.

Persino dall'altra parte lo avevano capito, candidando Coppola, torinese anch'egli, contro Fassino.

Eh sì, il rispetto delle elementari leggi della comunicazione è necessario, ma non sempre sufficiente.

Mister cinquantatremila preferenze
C'è un tale che ha preannunciato il suo funerale nel caso in cui non avesse superato le cinquantatremila preferenze nelle amministrative di Milano.

Non le ha superate, anzi, mancava un bel po'.

Dunque?

Qui si crea un vero baratro tra la comunicazione politica e la comunicazione scritta.

Se nel mio testo, pubblicato e leggibile da tutti, io dico A, e il giorno dopo si scopre che quella A non è una A ma è una B, e tutti possono constatarlo perché in rete si fa presto a verificare, io posso fare solo una cosa: chiudere il mio blog.

Poi magari ne riapro un altro, ma con un'importante lezione in saccoccia: non dire (scrivere, o dichiarare) mai nulla di cui tu non abbia la certezza assoluta.

Se fai affermazioni, se fornisci dati, se veicoli informazioni, se riporti parole di altri, verifica sempre il tuo materiale.

Si chiama credibilità.

Carneade, chi era costui?
Non me ne vorranno i miei concittadini - anche se io non voto più a Napoli - se li paragono per un istante a Don Abbondio.

Ma è così che me li immagino ruminare di fronte a un nome: Morcone.

Ma chi è Morcone?

Lui stesso subodora questa reazione, nel suo sito, quando dice che purtroppo il lavoro già dal 1977 lo ha portato lontano dalla città nella quale finalmente torna dopo trent'anni.

Chi è Morcone, ruminava il diciannove per cento degli elettori partenopei pur acconsentendo alla sua candidatura.

La domanda va fatta in modo più preciso: che c'entra Morcone?

Fassino e Coppola sono torinesi, e va bene.

la Moratti è sindaco uscente, e va bene.

De Magistris è conosciuto per la sua recente carriera in magistratura, e va bene.

Persino Lettieri va bene, nel senso che per il suo elettorato è carta conosciuta, avendo fatto il presidente degli industriali locali, oltre che per i vociferati rapporti con un famoso (ahimé) sottosegretario alla presidenza del consiglio.

Ma Morcone che c'entra?

Cos'ha fatto?

Non è che uno può andare a leggersi la biografia, non è così che funziona, in vista delle elezioni.

L'elettore deve trovare subito un elemento di riconoscibilità, deve intuire immediatamente che quella persona in qualche modo "ci azzecca" con la proposta che avanza.

Quando si comunica non si può saltare di palo in frasca, bisogna tenersi più o meno vicini all'argomento di cui si sta parlando.

Il discorso dev'essere pertinente, ossia strettamente collegato a una tematica di fondo.

Nel mio articolo sulle ultime novità in fatto di telefonini non posso mettermi a parlare di coltivazioni biologiche, a meno che non voglia raccontare che gli scarti di alcune leguminacee possono essere sintetizzati per fabbricare una resina con cui costruire la case del nuovo cellulare.

Sii pertinente, ossia resta in argomento.

E vai a votare, domenica.

1 commento:

Cerca nel blog