venerdì 30 aprile 2010

Disporre gli argomenti: qualche consiglio dall'antichità


L'aspetto più importante di un testo
L'ordine degli elementi.

Lo dico senza alcun dubbio.

Se hai l'argomento più interessante ma non lo disponi nel modo giusto metti a rischio l'efficacia del tuo testo.

Ho detto disponi proprio perché la dispositio era uno dei cinque pilastri della retorica classica.

La difficoltà maggiore nell'ordinare
Dare ordine all'argomento non coincide di preciso con lo strutturare il testo.

Strutturare significa assegnare a ogni parte un ruolo semantico, per esempio quando diciamo che ogni testo dovrebbe avere una introduzione, uno sviluppo e una conclusione.

Nel mio Scrittura Rapida al PC ti mostro le otto strutture tipiche dei testi di scrittura funzionale, e come usarli per stabilire il contenuto giusto per il tuo articolo, velocizzando enormemente la tua scrittura.

Ordinare ha piuttosto a che fare con la pragmatica, cioè con l'effetto da provocare in chi legge.

Per questo i classici dividevano gli argomenti in tipologie pragmatiche:
  • argomenti per impressionare
  • argomenti per convincere
  • argomenti per emozionare
L'ordine di questi tre punti non è casuale ma è quello giusto per un testo che faccia effetto.



Dove sta il trucco
Il trucco per ordinare il testo secondo questi tre punti sta nel tempo.

Sia perché da Aristotele o Cicerone fino a oggi sono passati secoli, sia perché tutto dipende da quando eseguire questa operazione di riordino.

Nel mondo classico la dispositio era parte del processo per comporre un discorso (o un testo): trovato l'argomento centrale (inventio) il retore lo organizzava secondo le tre tipologie suddette.

Oggi, grazie alla facilità con cui possiamo registrare i nostri testi, la dispositio si può operare anche dopo aver scritto, come una forma di revisione dell'anima del nostro testo.

Perciò, se non hai fretta di scrivere segui pure le orme dei classici e disponi il tuo testo prima di scriverlo, altrimenti fallo quando lo rileggi per la revisione finale.

Lo sbaglio più frequente
Cambiare l'ordine dei tre effetti, impressionare, convincere ed emozionare.

Si tratta di una strategia importantissima.

Impressionare è al primo posto perché tu e il lettore non vi conoscete e devi dargli il tempo di farsi la sua prima impressione.

Sai che se essa andrà male egli smetterà di leggere.

Perciò nella prima impressione devi mostrare il tuo carattere.

Convincere è al centro del discorso perché il centro è il posto dove collocherai il focus del tuo discorso.

Lo spazio del convincere sarà tutto giocato sul ragionamento col quale presenterai l'argomento al lettore e lo accompagnerai verso il tuo obiettivo: persuaderlo.

Emozionare sta alla fine perché tu e il lettore state per lasciarvi ma tu non vuoi che l'effetto del tuo lavoro svanisca nel nulla, vuoi restare con lui, dentro di lui.

E per restare dentro una persona - non c'è bisogno che te lo dica io - dev'essere accaduto qualcosa nel cuore che anche dopo continua a riecheggiare.

In questo finale fai nascere un sentimento che resti con lui.

Al lavoro!
Per impressionare e manifestare carattere puoi:
  • mostrare autorità se nella tua vita ti occupi già dell'argomento di cui parli
  • mostrare che conosci l'argomento raccontando al lettore come hai fatto a conoscerlo
  • mostrare imparzialità e disinteresse ed esprimerti perché vuoi donare al lettore ciò che sai
Per convincere con il ragionamento puoi:
  • offrire spiegazioni, suddividendo ogni argomento in pezzetti più piccoli e comprensibili
  • offrire esempi, perché nulla meglio delle immagini convince
  • offrire dimostrazioni, accompagnando il lettore alle tue stesse conclusioni
Per emozionare e generare un sentimento puoi:
  • esortare il lettore ad agire, a fare qualcosa con le informazioni avute, a provare su sé stesso
  • commuovere nel senso di comunicare le emozioni collegate al discorso
  • divertire, portando leggerezza e umorismo nelle righe del tuo testo
Scrivere o essere scrittori?
la domanda non è retorica...

I consigli dei classici, riportati in questo post, possono aiutare tutti a scrivere.

Ma la retorica aiuta a essere scrittori?

A sentire Platone nel Gorgia la cosa non è così automatica:

Dunque il retore e la retorica si trovano in questa posizione rispetto a tutte le altre arti: non c'è alcun bisogno che sappia come stiano le cose in sé, ma occorre solo che trovi qualche congegno di persuasione, in modo da dare l'impressione, a gente che non sa, di saperne di più di coloro che sanno.

Quindi, se scrivi ricordati di avere anche qualcosa da dire.

Buona dispositio!

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