giovedì 6 maggio 2010

Vizi e virtù dell'elenco puntato



Bullet point
Sì, perché per gli americani i punti di un elenco si chiamano bullets, pallottole.
Che sia un invito mascherato a non spararle troppo grosse?

A che punto siamo?

Comodissimi per studiare, riassumere, organizzare, ricordare ecc. gli elenchi puntati esistono da tempo immemore - avete presenti i dieci comandamenti? - ma tra il web e il power point per le presentazioni hanno raggiunto la loro piena maturazione.


Elencare o raccontare?
La diatriba è tra chi ama gli elenchi puntati perché consentono in breve di strutturare un discorso sensato, e chi li vorrebbe banditi dalla comunicazione perché ammazzano la dimensione narrativa del testo.

Un elenco di mini-testi
Perché sempre di testi si parla.

Anzi, il ridurre tutto a una frase per punto non rende questo testo più facile da realizzare ma ci costringe a ricorrere a tutta la nostra capacità di "sottrarre" il superfluo e far emergere l'essenza.

Insomma, se hai un discorso sostanzioso alle spalle, l'elenco puntato avrà il "sapore" di quella sostanza, altrimenti risulterà povero.

La brevità intrinseca dell'elenco puntato funziona solo se deriva da contenuti solidi.

Ma visto che una delle funzioni dell'elenco puntato è proprio abbreviare, meglio inserire una sola frase per punto o comunque non superare mai le tre righe.

Punti di forza
L'elenco puntato può essere bellissimo oltre che utile se
  • iniziamo con la stessa categoria grammaticale mantenendola per tutto l'elenco
  • evidenziamo la prima parola o il termine fondamentale della frase
  • restiamo tra i tre e i sette punti, meno di tre non è più un elenco ma una semplice alternativa, più di sette siamo oltre la resistenza umana
Punto.

Nessun commento:

Posta un commento

Cerca nel blog