giovedì 26 gennaio 2012

Oh mamma, voglio fare il food blogger!

È da circa un anno che media di varia natura - compresi quelli online - si sono accorti del fenomeno food blog e dell'enorme successo che sono stati capaci di ottenere (non senza polemiche, per fortuna prese con le pinzette dell'ironia).

Da amatore della cucina e del cibo, più che seguirli ne "uso" diversi per rubare idee e ispirazioni allo scopo di rinverdire la mia tavola.

Li osservo però anche da un punto di vista comunicativo, perché credo che chi scrive abbia molto da imparare da essi.

Infine, per chiunque voglia mettere su un blog che non sia solo l'antidiluviano diario dei fatti propri, le food blogger - perché so' quasi tutte donne - riescono ad essere anche il miglior esempio di blogger cui attingere per comprendere come si fa la comunicazione online.


Che cosa si scrive in un food blog?
Innanzitutto ricette.

E quando diciamo ricette, stiamo dicendo testo normativo.

Un testo normativo detta semplicemente le regole da seguire in un determinato contesto.

Così, la ricetta che prescrive ingredienti di quella tipologia e di quel peso, da mettere insieme con quella procedura, per quel tempo, e da servire e gustare in quel modo specifico, ti detta le regole per un'esperienza che si può a ragione definire di gusto.

Perché funziona?
Perché, tra tutti i tipi di blog, quello di cucina risponde al cento per cento al modello più efficace di testo per comunicare on line, ossia quello del tipo come fare a...?

Che cos'è una ricetta, se non un testo per mettere qualcun altro in grado fare quella cosa lì?

Aggiungi poi che la brava food blogger correda sempre i suoi post di fotografie scattate col macro al suo piatto, in questo modo il grado di attendibilità di quanto scrive schizza alle stelle, perché hai la prova evidente che quella ricetta funziona (lasciamo perdere la questione del macro e dell'inquadratura ultra ravvicinata, col suo potere iper estetizzante).

Anche il modello di testo informativo è molto battuto nel campo: tantissimi sono coloro che ci propongono recensioni ai ristoranti, profili di chef e giudizi enologici (nella mia personalissima classifica, al primo posto c'è Scatti di gusto e - per puro campanilismo - Luciano Pignataro).

Non ho ancora trovato in giro un food blog che coniughi in maniera sistematica la gastronomia e la narrativa, quindi, se qualcuno vuole rubare questa idea si faccia avanti...

Quante persone coinvolge?
Studiando il fenomeno blog prima che esplodesse in Italia, leggevo sempre che i blogger americani finivano per costituire una sorta di cricca in cui, linkandosi a vicenda, spalleggiandosi con citazioni reciproche e blogrollandosi gli uni con gli altri, riuscivano a tenersi in piedi tutti.

Ho constatato che in Italia questa cosa è rimasta solo un vago sogno.

Ma il mondo del food blogging fa eccezione: le varie cuoche sparse per lo stivale, complici alcuni enocritici e gastrogirovaghi, seguono alla perfezione la lezione americana, e sono stati capaci di costruire un universo abbastanza coeso.

Una delle attività di maggior successo che fa da collante tra i vari food blog è il contest di cucina: c'è un blog che indice la gara e tutti gli altri possono partecipare, con l'obbligo di fare un post che linki all'ideatore del contest, così gira che ti rigira un pochetto di traffico è garantito (si fa per dire, un pochetto, è una nicchia ultraseguita).

Facendo un giro nel fenomeno food contest ho trovato qualcuno che è riuscito - finora - a gareggiare in una trentina di competizioni, vincendone un bel po', quando si dice la costanza...

Che cosa puoi imparare?
Proprio la costanza di cui parlavo un attimo fa è forse il fattore più rilevante.

Il o la food blogger è una persona che - senza smettere di cambiare pannolini, stendere lavatrici, timbrare moduli e svuotare la cantina - trova il tempo di onorare la sua passione, cucinando e soprattutto pubblicandone i risultati ogni giorno e anche più volte al giorno.

Perché è importante?

Perché alcune di queste persone - dal cavoletto di Bruxelles al tocco di zenzero - sono riuscite a scalare le vette dei siti più seguiti e trasformare la loro blog passion in vero e proprio lavoro.

Non è per questo che anche tu vuoi scrivere un blog?

P.S. Quello nella foto è il mio flan con cuore morbido al cioccolato, per l'occasione ribattezzato vulcano buono...

Ingredienti (per 6 persone):
3 uova
200 grammi di cioccolato fondente (almeno 70 % di cacao)
100 grammi di burro
40 grammi di farina
150 grammi di zucchero

Preparazione:
Fai sciogliere a bagnomaria il cioccolato a pezzetti, lo zucchero e il burro, poi lascia intiepidire.

Monta le uova con la farina, cercando di arrivare a far "scrivere" l'impasto.

Unisci i due composti e versali negli stampini (se di alluminio, non è necessario imburrarli e infarinarli).

A questo punto hai due strade: li metti in forno per quindici minuti a 180 gradi (non male come idea); li metti nel congelatore e poi, quando ne hai voglia, scaldi il forno al massimo e ci metti il tortino congelato, per una ventina di minuti, finché il buco che vedrai formarsi in superficie non si richiude (idea anche migliore della prima).

Buon appetito...

2 commenti:

  1. Io, a conciliare narrativa e cucina...ci sto provando. Ma sono ancora nella fase di chi si vuole laureare e si è appena iscritto alle elementari! :)

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    1. Mi pare tu abbia cominciato nel migliore dei modi. In bocca al lupo, verrò a visitarti con piacere.

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