martedì 24 gennaio 2012

L'arte di comunicare: fiat pubblicitas tua



Hai visto lo spot nel filmato?

Noo?

Ti aspetto, dura solo un minuto e mezzo: vai e poi continuiamo.

.................................................fatto?

Bene.

Diciamo subito qualcosina di utile per chi scrive e magari è interessato a questioni di copywriting.

Che cosa possiamo imparare da questo spot?


Intanto, la storia di fondo, o meglio, il mito alla base dello spot.

Il testo rimanda direttamente al mito dell'Italia capace di produrre oggetti belli.

Questo si chiama partire dal conosciuto, e il luogo comune dell'Italia delle belle scarpe, dei prodotti alimentari buoni e della Ferrari è straconosciuto al mondo.

Poi c'è il secondo elemento, radicamento nel reale: quando la voce afferma questo momento è quello di ripartire (con un italiano che io revisionerei...) crea un immediato riferimento alla crisi attuale del mondo del lavoro (da notare che, nello spot, i giovani non sono alla ricerca di un lavoro ma di un futuro, e questo è il terzo elemento, fare poesia per affascinare chi ascolta).

Infine, la frase emblematica, lo slogan, che in tutti i brevi messaggi è fondamentale: le cose che costruiamo ci rendono ciò che siamo.

In fondo, ogni pubblicità mira all'identificazione tra il prodotto e l'acquirente: se io sono quel prodotto, per essere dovrò averlo.

Lo spot, insomma, risponde bene a tutti i criteri del copywriting.

Tuttavia, è davvero il miglior modo per raccontare quello che fanno lì a Pomigliano - il cui cartello stradale compare nello spot - o la vena poetica dei pubblicitari avrebbe potuto scegliere altre strade?

Ti propongo allora il modo in cui gli stessi operai di Pomigliano d'Arco hanno raccontato ai cittadini napoletani la nuova auto che si propone di essere la tua vita (non la loro, a quanto sembra).



Anche qui puoi trovare gli stessi elementi:

  • la storia di fondo o il mito, con il simbolo in alto a destra e l'atmosfera da manifesto seventies.
  • il radicamento nel reale, che addirittura ti fornisce la cifra di 2300 licenziamenti
  • la poesia, con i benefit dell'auto trasformati nei "malefit" degli operai
  • la frase emblematica, ovvero eat the rich, cioè mangiamo il ricco, vernacolarmente tradotto in magnammoce 'o padrone, che sa più di movimento operaio
Direi che si può imparare altrettanto da questo manifesto, per scrivere bene allo scopo di colpire il lettore.

Ora a te la parola: qui accanto c'è il sondaggio, se vuoi votare.

Qual è secondo te lo spot migliore?

4 commenti:

  1. Internet linea lenta. Tagli del personale manutenzione linee telefoniche. Si taglia il personale dappertutto, ma poi, nemmeno la pubblicità può essere efficace se c'è disservizio e mancanza di manutenzione! In tutti i settori..... Baratto, telepatia.....

    RispondiElimina
  2. Ho votato per il manifesto degli operai, non entro nel merito dell'efficacia dei messaggi perciò temo di essere fuori tema ma il tema è troppo caldo e significativo, leggo l'unico quotidiano che condivide nella sostanza il simbolo in alto a destra, chiedo scusa per quella che è forse una ingerenza indebita.
    PS Non riesco a leggere i risultati del sondaggio: facendo clic sul link non compaiono. Un caro saluto, Claudio Maioli

    RispondiElimina
  3. Ciao Claudio, grazie per aver votato.
    Io vedo il tuo voto, quindi dovrebbe essere tutto a posto.
    Nessuna ingerenza, anzi, onore al fatto che ti esponi in prima persona con le tue idee.

    RispondiElimina
  4. Trovo il manifesto degli operai più estetico, coerente ed originale
    Benedetta

    RispondiElimina

Cerca nel blog