domenica 10 aprile 2011

Due o tre cose sulla scrittura che ho imparato dai miei gatti

Io ho tre gatti.

Tre femmine.

E ne ho avuti altri prima.

Le prime due sono sorelle, nate in casa, affiatate, collaborative, coccolone.

la terza è tremenda.

Trovatella, aveva una brutta ferita, ha tenuto testa alle altre due più grandi, salta, corre, provoca, ruba, l'intero elenco di comportamenti problematici di un gatto si condensa in lei.

Ma i suoi occhi azzurri mi ripagano di tutto.

Ora è primavera - anzi estate, in barba al calendario - quindi io vivo con la porta aperta sul prato, e loro possono tornare a fare le gatte, giocherellone e cacciatrici.

Ma devo stare attento perché quando mi tocca uscire ho bisogno di riportarle in casa e loro potrebbero essere troppo lontane o semplicemente non aver voglia di rientrare.

Così ho dovuto usare delle strategie per attirarle a me e per indurle a tornare anche da sole in un tempo ragionevole.

Cosa c'entra con la scrittura tutto questo?

Ora te lo spiego.


La loro attenzione
Il sistema con cui riporto facilmente le gatte dentro è un suono, simile a quello delle maracas.

Ma non lo faccio con uno strumento musicale, no.

È il suono dei loro croccantini all'interno del sacchetto.

Funziona benissimo.

I gatti, forse più dei cani, sono portati a mangiare fino a sentirsi sazi perché hanno una paura atavica di rimanere poi per giorni senza trovare cibo.

È scritto nei loro geni, in un certo senso.

Perché i tuoi lettori dovrebbero leggerti?

Evidentemente perché tu offri loro qualcosa di cui essi vanno a caccia.

Ciò che scrivi li nutre, ne hanno bisogno.

Per questo, sappi sempre chi è il tuo lettore, di cosa ha fame, e fagli capire sin dal titolo cosa stanno per mangiare, come io faccio capire  alle mie gatte che il suono dei croccantini prelude a uno spuntino.

La loro ricompensa
Se io però non dessi loro un pugnetto di croccantini, dopo due o tre volte potrei scuotere il sacchetto e improvvisare il più bel samba di questo mondo ma esse non tornerebbero.

È il condizionamento, anzi, il decondizionamento classico a dirlo: la ricompensa dev'esserci.

Non sempre, diciamo una volta sì e due no.

Se il tuo lettore viene a farti visita è perché si aspetta di trovare qualcosa di utile nei tuoi testi.

Ma c'è utile e utile.

C'è un utile pratico, di immediata applicazione, che egli può sgranocchiare subito.

E c'è un utile più astratto, riflessivo, che il lettore non può usare immediatamente, ma che tuttavia giova alla sua crescita.

Sappi alternare il tenore dei tuoi testi, non chiuderti in un mondo astratto e teorico in assoluto, ma non trasformare neanche ciò che scrivi in un semplice ricettario - io trovo tremendamente noiosi i blog fatti di soli consigli pratici, ma è una mia opinione, per carità - , perché ricorda che la ricompensa, affinché l'animale obbedisca al tuo richiamo, non va data sempre, altrimenti diventerà scontata.

Le loro coccole
Una delle mie gatte, quando apro la camera da letto per andare a dormire, si infila rapida, sale sul letto e si mette pancia all'aria chiedendo le mie mani.

La sorella invece mi viene vicino quando cucino, si piazza tra i miei piedi e il bordo del piano di lavoro e si stende sul fianco guardandomi affinché io mi abbassi a toccarla.

La più piccola succhia e impasta la copertina su cui le piace dormire, come fossero le mammelle della mamma.

Tre gatte, tre  modi diversi di cercare coccole e consolazione.

la prima vuole l'esclusiva, la seconda è spontanea, la terza è nel suo mondo.

Così i lettori.

C'è il lettore che ti contatta con costanza, ti cerca puntualmente, partecipa a tutte le tue iniziative, ti da un costante feedback e ti chiede un preciso approfondimento.

C'è il lettore che ti sorprende contattandoti in modo saltuario ma profondo, poi sparisce per un po' e ritorna all'improvviso mostrandoti una stima e un entusiasmo che non avresti previsto.

C'è il lettore silenzioso che legge - e io lo vedo dalle statistiche - legge anche più degli altri due, non si lascia scappare nulla, i suoi tempi di permanenza sulle pagine sono quelli giusti per leggere bene un testo, se gli proponi un servizio si iscrive senza per questo contattarti, ringraziarti, salameleccarti e quant'altro, ma è lì, la casa dei tuoi testi gli piace e ci sta con piacere, anche se da solo.

Tu conosci i tuoi lettori?


Sai coccolarli nel modo migliore per loro?

5 commenti:

  1. Come sempre leggere i tuoi post è per me un immenso piacere, perchè è come se ne leggessi 3 in contemporanea. Il tuo racconto sulle gatte, i tuoi consigli su come scrivere attirando l'attenzione dei lettori e poi la similitudine tra le gatte e i lettori:bello, bello, bello!!!
    Devo dirti anche che apprezzo molto il tuo stile di scrittura e mi chiedo se un giorno ci parlerai di come si fa ad averne uno e se ci sono delle tecniche anche per lo stile. Buon Lavoro, tua affezionata ...gattina,Rosa.

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  2. Grazie per il commento lusinghiero, Rosa. Come dico nei miei post, non credo che per scrivere bene bisogna leggere molto e penso si possa partire dal lato opposto. Tuttavia, lo stile mi sa proprio che dipenda dall'esperienza e dalla dimestichezza con la lettura...

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  3. La copertina su cui la gattina succhia per avere il contatto e la sensazione delle mammelle della mamma.
    Per non parlare di quella gatta che si crogiola attorcigliata alle caviglie che osserva le azioni del padrone.
    La terza? Non capisco. Ci penso molto alla terza situazione. Non me lo spiego. E' troppo particolare per essere vera. Non credo che possa avvenire. Non credo. Tranne ...
    Il lettore? Non si rotola insieme allo scrittore né gli fa le fusa, tantomeno gli si attorciglia intorno alle caviglie come una gatta sensuale. Lo rispetta e impara.
    Rovena Bocci.

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  4. Sono un lettore caratterialmente molto simile al terzo gatto (quello della copertina intendo), da tempo leggo i tuoi articoli nel "mio mondo" apprezzando ogni volta le tue capacità ma, questa volta, esco dal mio mondo e smetto per un pò di succhiare la copertina perchè ritengo doveroso complimetarmi con te per la capacità davvero originale con cui riesci a comunicare.
    Davide

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  5. Era destino (forse): stamattina la gatta della copertina stava succhiando ma quando ha sentito aprirsi la porta della camera da letto è corsa incontro alle coccole della mia compagna, forse sta imparando che due mani calde sono meglio della lana. Complimenti a te per la cura con cui presenti i tuoi luoghi, cura che senz'altro si ritroverà nel tuo B&B. A presto

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