lunedì 11 maggio 2015

Quattro lezioni di vita che ogni blogger dovrebbe usare

La maggior parte dei blogger in circolazione è arrivata all'età della - presunta - ragione in un arco di tempo nel quale i blog nemmeno esistevano.

Vuol dire che in realtà è tagliata fuori da questo campo, e che solo i cosiddetti nativi digitali sono degni di digitare e mandare in rete?

A ben vedere, le lezioni più importanti sul comunicare online non arrivano da corsi specialistici, da software diabolici né tantomeno da tattiche ardite per scalare i motori di ricerca.

Le lezioni fondamentali le abbiamo già incamerate molto prima che certi algoritmi informatici regolassero le nostre ventiquattr'ore al giorno.

Forse non ci abbiamo fatto caso, o forse chi ce le ha impartite non si è preso la briga di dirci che sarebbero tornate utili nell'era digitale.

Ma l'importante è che quelle lezioni sono arrivate a noi e ora le possediamo.

E sono arrivate a noi dalle parole dei nostri genitori, dai consigli di fratelli e sorelle più grandi, dai racconti degli amici, dai moniti e dalle dritte dei nostri insegnanti.

Le lezioni veramente importanti che ogni blogger dovrebbe usare ci sono arrivate mentre crescevamo, mentre ci educavano a stare al mondo, con buon senso, saggezza e autorevolezza.

Prima di pensare di fare del buon blogging perché conosci ogni piega del web, chiediti se invece la tua bravura non consista in realtà nell'applicare la saggezza dei grandi che hanno guidato il tuo cammino fino a oggi.


Attenzione a chi frequenti!
Forse a volte i genitori esagerano con il pericolo delle cattive amicizie e ci sono casi nei quali è bene far sbattere il muso ai più giovani affinché scelgano.

Ma senza addentrarci nei casi particolari, in generale il monito dei nostri genitori e di fratelli e sorelle più grandi sul fare attenzione alle persone che frequentavamo è saggio e sensato.

Ed è anche utile a chi si addentra nel mondo del blogging.

A prescindere dall'argomento del quale sceglierai di parlare, sii consapevole che ci sono dei modelli in rete e che molto probabilmente il tuo modo di pubblicare post e interagire con la materia e i lettori ricalcherà uno di questi modelli.

Il ricalco non è automatico, o almeno non lo è per sempre: se ti rendi conto di essere nel solco di un certo modo di fare blogging, allora puoi scegliere se ti piace e proseguire o se aggiustare il tiro.

Il tempo dei blog in formato diario è quasi del tutto tramontato, e in giro non si vedono quasi più post che parlano delle giornate di tizio o caio, passando quindi da un tema all'altro.

Di questo tipo di blog non se ne sente la mancanza, sinceramente, anche se la loro scomparsa è stata causata dai social e soprattutto da Facebook che è per eccellenza oggi il diario pubblico di chi vi è iscritto.

Ci sono blog votati a un ideale, che portano avanti una battaglia, spesso raccolgono consensi soprattutto di natura emotiva.

Non credere però che chi sceglie un ideale butti a mare il lato materiale delle cose.

Se il tuo blog nasce per lottare a favore di o contro qualcosa, e i lettori ci credono, farai molta fatica poi a modificare l'assetto del tuo blog, magari per inserire della pubblicità o addirittura per fare marketing, perché non avrai il pubblico adatto, mentre quello che già hai non ti guarderà benissimo.

Altri blog invece sono sfacciatamente orientati a monetizzare, e ogni parola sulle loro pagine punta quanto meno a farti cliccare qua o a lasciare la tua mail là.

In questo caso, a prescindere dal volume d'affari che produrrai, avrai comunque bisogno di un pubblico sempre nuovo e diverso.

Poi ci sono i blog di contenuto, né idealisti né materialisti.

Quasi sempre, nascono perché la passione personale del blogger di turno diventa il ponte per comunicare con gli altri.

Scegli bene, dunque, quale tipo di blogging frequentare, e ricorda che tutti abbiamo fatto qualche brutto incontro e che nella maggior parte dei casi ci è servito a correggere la rotta.

Questa casa non è un albergo!
Frase emblematica della pesantezza con la quale i giovani a volte percepiscono i genitori.

L'abbiamo sentita tutti, più o meno in questa forma, più o meno con conseguenze, e anche questa ci è servita.

Ci è servita a capire che il rispetto per i legami, il rispetto per i ruoli, la cura di sé - non fare troppo tardi la sera! - il salvaguardare la nostra salute - vai a dormire presto! - e le nostre cose - metti subito in ordine la tua camera! - e le regole comuni, come quelle sugli orari di uscita, di rientro, di pranzo, di cena, sono la più importante scuola per l'autodisciplina.

Allo stesso modo, nel gestire il nostro blog, dobbiamo impegnarci nel raccogliere le informazioni, nel darci dei tempi e delle scadenze per scrivere, nel fare una revisione attenta prima di pubblicare, nell'aggiornarci sui temi trattati, nel leggere e rispondere ai commenti.

Ricordandoci anche che è la nostra vita a fare da albergo al blog, e non il blog a darci il permesso ogni tanto di lasciare il virtuale per tornare a casa dai nostri cari, nel mondo reale.

Porta pazienza!
Basta un attimo a sprofondare, a volte: un giorno ti scagli contro una persona che secondo te è stata scortese nei tuoi riguardi, e il giorno dopo scopri che aveva subito un lutto.

Non potevi saperlo, eppure in quel caso non è il cervello a prevalere, ma i sentimenti.

A volte arrivano commenti sgradevoli, ti attaccano, ti criticano, ti offendono, persino.

Ti viene voglia di rispondergli a tono, poi cerchi di lavorare di fioretto, poi provi a ignorare, non ce la fai, arrivi addirittura a pensare di mollare.

Però pensaci: tralasciando le critiche costruttive e documentate, perché quella persona dovrebbe venire a provocarti?

Non certo perché è il suo sport preferito: molto più probabile che abbia una tensione negativa e cerchi semplicemente - e soprattutto inconsciamente - di liberarsene scaricandola su qualcun altro, e oggi è toccato a te, è arrivato sulle tue pagine per caso, e ha cominciato.

Attenzione anche ai post di risposta: a volte capita di sentire l'impulso a scrivere un post come reazione a quello di qualcun altro.

In quel caso forse siamo noi ad avere qualche nodo irrisolto dentro, e cerchiamo di scioglierci attribuendo a qualcosa che abbiamo letto e che troviamo facile attaccare una responsabilità che non ha.

Quando scriviamo questo tipo di post non facciamo un bel servizio ai lettori e nemmeno al nostro blog.

Non arrenderti!
Già sento qualcuno dire questo i miei genitori non me l'hanno mai detto!

Forse te l'ha detto qualche insegnante, e capisco che tu possa averlo dimenticato, o perché è successo quando eri troppo piccolo o quando eri adolescente e i professori proprio non li ascoltavi per principio.

Ma qualcuno nella vita ti avrà passato anche questa quarta, importantissima lezione.

Non arrenderti.

Cadrai, sbaglierai, ti farai male.

Rialzati e vai avanti.

Resisti, insisti e persisti.

Se applichi questo principio al blogging smuoverai un po' di cose.

Ci vuole poco ad arrivare in testa ai motori di ricerca: basta scrivere un post al giorno per un mese di seguito, poi guardare le statistiche e stupirsi.

Ce ne vogliono circa tre alla settimana per un anno per far sì che il tuo blog viaggi con una buona media costante.

Ce ne vogliono cinque di anni per scoprire che anche se non scrivi una riga per sei mesi il tuo blog non perde un colpo in termini di visite.

In compenso, mentre non scrivi, cominceranno a chiederti perché non lo stai facendo, a dirti che era bello leggerti, addirittura a suggerirti che potresti parlare di questo e quello sul tuo blog.

Lì vuol dire che sei entrato dentro quelle persone.

E allora ti torna la voglia di scrivere, più di prima.

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