sabato 13 settembre 2014

Il riposo dello scrittore

Quando la scrittura - funzionale o creativa - assume un peso rilevante nella tua vita, non porta solo un grande piacere.

Poiché è una cosa meravigliosa da fare, che ci fa star bene, giustamente cerchiamo di portarla avanti con impegno, consapevoli a volte di doverci anche forzare, pur di mantenere l'appuntamento con lei.

La scrittura però è una cosa viva, è pratica ma è fatta di respiri, è un compito ma anche un'esperienza, serve a dare risposte ma ha bisogno di tempo per far emergere le domande giuste.

Tra il lavoro, gli impegni familiari, le faccende domestiche, a volte ritagliare o aggiungere tempo per scrivere vuol dire arrivare a sentirci come uno straccio strizzato.

Dove stiamo sbagliando?

Nella fiducia.

È evidente che se domani dobbiamo consegnare una relazione di lavoro dobbiamo farla oggi, e altrettanto evidente che se non puliamo oggi quella cucina ci troveremo a mangiare sporcizia, stasera.

La scrittura, invece, non ha nessun rapporto necessario con l'immediatezza, mentre ha una condicio sine qua non: il riposo dello scrittore.

Prima delle tecniche, dei consigli, dei manuali e dei corsi di scrittura, e dello scrivere risme su risme, la cosa fondamentale per avere subito un miglioramento nell'esperienza dello scrivere è riposare.


La notte porta consiglio
L'adagio è noto, e funziona davvero: quante volte ci siamo svegliati al mattino e abbiamo visto con lucidità le nostre scelte, mentre fino alla sera prima annaspavamo in una opprimente oscurità?

Lo stesso meccanismo si attua con qualsiasi forma di riposo e ha lo stesso scopo: farci vedere meglio i nostri obiettivi.

Tutti noi perdiamo di tanto in tanto la capacità di mirare al centro del bersaglio, ma un cervello a corto di riposo non sarà neppure in grado di fare quei microaggiustamenti per avvicinarsi al punto da centrare.

Come potrai mai scrivere se non riesci a far stare il tuo cervello concentrato sui tuoi scopi?

Sogni d'oro
L'augurio di fare molti sogni e di farli belli ricchi di emozioni e sensazioni magari non sempre funziona, ma di certo dormire e riposare permettono dopo, al risveglio, di essere più capaci di produrre.

Qui bisogna fare attenzione, perché la quantità di ciò che produciamo viene spesso valutata in rapporto al tempo nel quale l'abbiamo prodotta.

In realtà, può essere ingannevole adottare questo principio, poiché le sessioni di tempo finiscono, mentre le energie - per fortuna - si rinnovano.

Allungare i tempi di lavoro riposando di meno non ci aiuterà a produrre di più ma finirà per sfiancarci, così poi avremo bisogno di un tempo ancora più lungo per recuperare, e ci saremo dati la più classica delle zappe sui piedi.

Aumentando i tempi di riposo invece avremo maggiori risorse per far fronte a lassi di tempo più brevi, e potremo addirittura programmare - sulla lunga distanza - i nostri tempi di consegna.

Una doccia ci sveglierà
Quando arrivano i consigli che la notte dovrebbe portare, secondo il proverbio?

Quand'è che di solito ti sovviene di immagini particolari che hai sognato fino a qualche minuto prima?

Sotto la doccia, certo.

E ora ti chiedo: qual è uno dei momenti nei quali maggiormente ti balenano flash, idee, intuizioni importanti o addirittura risolutive per le questioni aperte della tua vita?

Sotto la doccia, ancora una volta.

Ora, non voglio dirti che per scrivere bene devi correre sotto la doccia e aprire i rubinetti.

Però voglio farti notare che la doccia, o il bagno, sono momenti creativi proprio perché in quel momento non stai cercando di esserlo, non stai lavorando a niente, non stai concentrandoti su qualcosa.

Stai bagnando la tua pelle, cospargendoti di schiuma, per poi sciacquarla via, ed ecco che ti si aprono nella mente dei pop up di pura creatività, siano essi idee su come arredare una stanza, su che cosa rispondere a qualcuno al lavoro, su quel brano che non riuscivi a ricordare, o sull'argomento chiave del tuo prossimo post.

Questo è possibile perché la doccia è un momento di riposo, di pigrizia, di distacco, un momento in cui molli la presa dalle attività produttive e lasci il tuo cervello libero di restare o andare, di sedersi o correre sfrenato, di occuparsi dei massimi sistemi o della zanzara appoggiata alla piastrella.

Vuoi vedere che solo quando smettiamo di fare i creativi, ci prepariamo a esserlo al massimo grado?

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