sabato 12 aprile 2014

Che cosa vogliono i lettori dei blog

Il nostro è un mondo in cui le persone non sanno cosa vogliono e sono disposte a passare un inferno per ottenerlo.

La frase è dell'umorista statunitense Don Marquis, e forse la conoscevi già (o forse conosci l'altra più famosa, che ben si adatta al momento attuale della politica italiana: se dai alla gente l'illusione di pensare, la gente ti amerà; ma se la fai pensare davvero, ti odierà).

In effetti, molte persone che gironzolano in rete leggendo qua e là si comportano proprio come se non avessero la minima idea di che cosa davvero le interessi, pur spendendo tempo ed energie a cercarlo.

Quando diciamo, nel mondo del blogging, che ogni blog ha i suoi lettori, investiamo su una fiducia verso ipotetici lettori, ma la realtà è un'altra.

La maggioranza dei lettori arriva per caso, non sa perché ci è arrivata, non lo sappiamo noi, e le possibilità di prevedere e governare questo fenomeno sono scarsissime.

Questo discorso vale anche per la gran parte dell'editoria: non sempre ci rechiamo in libreria sapendo già che cosa vogliamo, e ci capita di lasciarci guidare dall'istinto nello scegliere dei titoli.

Solo quando abbiamo letto comprendiamo veramente da dove siamo partiti: da un problema.

Ciò che guida l'attenzione del possibile lettore, dunque, come un radar, è un problema o qualcosa di irrisolto, una domanda, un dubbio, una curiosità indefinita, tutte cose alle quali un post, un articolo o un libro potrebbero rispondere.

Ma la maggior parte dei lettori, anche quando è consapevole del problema di partenza, quasi sempre non ha la minima idea di quale possa essere la soluzione, e quando ce l'ha finisce per scoprire che la soluzione pensata era sbagliata, e quella giusta era lontana dal loro pensiero.

Il lavoro di chi sta da questa parte, di chi quei post, quegli articoli e quei libri si prende la briga di scriverli è proprio tirar fuori questa soluzione desiderata ma non ancora compresa.

Dunque, i lettori, come le persone di cui parla Don Marquis, non sanno che cosa vogliono.


Senza offesa...
Dire che tu, lettore, non sai che cosa vuoi, non è affatto un modo per sminuirti.

Piuttosto, è una questione di onestà.

E lo dico perché se tu non sai che cosa veramente vuoi mentre stai leggendo, anch'io non ho la minima idea di che cosa voglio quando leggo i miei blog preferiti, mi informo su tutte le diatribe nel mondo della gastronomia, scartabello tra gli esperimenti delle università americane sul cervello dei loro cittadini, o scandaglio le ultime tendenze della poesia.

Comprendo perfettamente la motivazione del tuo e del mio comportamento, e imparo un sacco di cose sul tipo di testi che probabilmente ti farebbe più piacere leggere.

Non ci avevo mai pensato!
Se dopo aver letto un tuo post o un tuo articolo, il lettore dice qualcosa di simile, non ci avevo pensato, chi l'avrebbe mai detto, come ho fatto a non capirlo da solo, allora hai fatto centro.

Quando scrivi o fai ricerche per i tuoi pezzi, è buona cosa tener presente questo possibile risultato.

La cosa divertente  e stimolante è che nel pensare ad argomenti, aspetti, modalità e materiali che facciano scattare nel lettore questa reazione, tu stesso ne rimani coinvolto, e finisci per scrivere qualcosa che fa reagire te in quel modo, con un bel ma guarda, non ci avevo mai pensato!

A volte accade in modo immediato, più spesso bisogna sperimentare, sforzarsi, aspettare, impegnarsi.

Ma la cosa importante è che in realtà tu scrivi il post, l'articolo, il libro del quale sentivi il bisogno.

Il lavoro del blogger a volte consiste nel capire prima degli altri qual è il bisogno da soddisfare, un bisogno che il lettore può avvertire in modo vago o del quale non è ancora consapevole e che può scoprire solo grazie alle tue parole.

Sintonia e comunicazione
Che un blogger debba essere un abile comunicatore sembra un'ovvietà.

Il problema è che a volte chi riveste questo ruolo si concentra solo sulla buona comunicazione.

Che essenzialmente consiste nello scrivere buoni pezzi.

Ma un blog utile è un blog che si sintonizza sui bisogni dei lettori.

Non comunica con i lettori per conoscere i loro bisogni, ma cerca di captarli.

Voglio dirti che è inutile tu chieda ai lettori che cosa vogliono con sondaggi, domande aperte e inviti a scriverti, perché molto spesso essi non sanno rispondere a questa domanda.

Ma se sai sintonizzarti su di loro, se sai ascoltarli mentre sono alle prese con i loro problemi, allora puoi comprendere che cosa piacerebbe loro leggere da te.

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