sabato 5 marzo 2011

Io bloggo, e poi?

Tutti autori
È questa la grande innovazione del mondo dei blog e di altre diavolerie: non ci sono più barriere alla pubblicazione.

Tutti più o meno hanno capito che in pochi minuti i propri pensieri possono essere online (esserlo davvero può richiedere un po' di più).

Se pensi che almeno cinquantamila pensieri ogni giorno si affastellano nelle nostre teste, hai subito un'idea del traffico che può esserci nel mondo dei blog.

Eppure, scrivere contenuti validi non è di per sé una garanzia sul destino dei testi pubblicati: scrivere bene non basta a farsi leggere.

La lettura online non è proprio come la lettura di un libro o di un quotidiano, ancora molto legata a una dimensione intima, a un momento che si pone a latere degli altri impegni quotidiani: leggiamo il monitor e i vari display dei nostri marchingegni contemporaneamente a tante altre attività, quindi leggiamo con una concentrazione di partenza più bassa e diffusa.

Lo facciamo per cercare qualcosa che risolva qualche problema o ci dia uno spunto per raggiungere un obiettivo o per scovare quel granello d'informazione specifico che ci manca, e giustamente lo facciamo su internet perché andare in biblioteca, cercare negli schedari, compilare schede, aspettare la consegna del libro voluto e - soprattutto! - leggercelo tutto per trovare quel pezzetto utile sembra sia diventata una fatica erculea.

La maggiore velocità di internet non ha risolto il problema tempo ma lo ha accentuato: usare internet per risparmiare tempo - e quindi denaro, per molti - ha reso i lettori ancora più feroci nel giudicare quanto tempo si perde nella lettura e ricerca di informazioni.

Perciò, se come me ti impegni ogni giorno a dar vita ai tuoi cinquantamila pensieri di bloggatore, ricordati che il tuo potenziale lettore, con i tuoi post, ci può fare queste nove cosucce che ora ti elenco.

Ha ben nove destini diversi da assegnare a ciò che scrivi: un motivo sufficiente per prestare ancora più attenzione a come postiamo tutti.


I nove "poi"...
  1. Mandarti all'inferno: dello spam, ovviamente, e in genere succede se la distanza tra ciò che è utile al lettore e ciò che di utile dai tu è enorme, oppure perché il "giudice" ritiene che l'investimento di tempo nel leggerti non sia redditizio
  2. Saltarti a pie' pari: pratica molto diffusa in genere a causa del poco tempo che il lettore decide di dedicare alla lettura e dalle molteplici sottoscrizioni a newsletters anche molto improbabili alle quali egli si è sottoposto nel tentativo di raccatare gli omaggi che spesso si ricevono in cambio, quindi egli si difende contro la nemesi del download-omaggio facile
  3. Farti le pulci: grazie al famoso pattern di lettura a F, ossia tendendo a leggere solo la prima parte di ogni riga - parte che si riduce sempre di più man mano che scende - il lettore va a caccia di cose interessanti - qualsiasi cosa questa definizione significhi! - cercando di trasformarsi in uno strumento per la ricerca di parole chiave, senza comprendere che noi essere umani pensiamo per storie
  4. Fissarti: il lettore si ferma, dice a sé stesso di aspettare, pensa che forse nel testo che ha davanti c'è un tesoro nascosto, se solo avesse il tempo di approfondire, e si ripromette di rileggere con calma, cosa che non avverrà se non quando l'utilità dell'articolo - spesso legata al momento - sarà scemata
  5. Salvarti: al lettore il contenuto sembra così buono che - forse per timore di non ritrovarlo più sul web, o forse per dargli dignità di cosa reale e non effimera - salva, cioè copia e incolla da qualche parte oppure stampa, le tue parole, ma questo ancora non vuol dire leggerti con piena consapevolezza
  6. Farsi toccare: avviene una trasformazione nei pensieri, nelle conoscenze, persino nei valori del lettore, le tue parole gli fanno vedere qualcosa di nuovo o gli forniscono una luce nuova per vedere qualcosa di vecchio
  7. Raccontarlo a un amico: non è una diffusione di tipo virale, il lettore decide di linkare il tuo pezzo a qualcuno che gli è caro, non tanto per fargli conoscere le tue preziose informazioni, quanto per fargli capire che cos'è che gli ha permesso di raggiungere un'importante illuminazione, è una condivisione intima, non un bando pubblico
  8. Fare volantinaggio telematico: perché è solo così che si può definire la diffusione epidemica di certi contenuti, il distributore di volantini per strada non si cura poi tanto della persona alla quale porge il foglio, anzi, spesso non la guarda, non parliamo di quei poveri ragazzi stranieri condannati ogni mattina a infilare nelle cassette postali i giornalini con le offerte dei supermercati, lasciandoli a metà della fessura, così se piove ti si bagna anche la bolletta del gas o l'importante cartolina postale con la quale dovevi ritirare un pacco, però questi lo fanno per mangiare, mentre i distributori di volantini mediatici spesso lo fanno per mancanza di scopi nella vita
  9. Farsi adottare: il lettore si iscrive alla tua lista, al tuo blog, alla tua newsletter, a qualsiasi consesso internettiano tu dovessi inventarti, spesso in maniera compulsiva riversa nome e email nei form sperando di ricevere in cambio la soluzione al senso della sua vita e in questo modo il giorno dopo si ritrova con la mailbox in piena indigestione e a quel punto nulla di strano se finisci nel suo spam...

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