martedì 16 novembre 2010

Come va' con la scrittura? - Prima parte

Nessuna sicurezza
Quando ti chiedi se stai scrivendo cose di qualità avverti subito un alone di incertezza.

Sì, ci sono molti fattori oggettivi per stabilire la "correttezza" di un testo, ma quando cerchi di capire se il tuo pezzo è "buono" ti rendi conto che qualità fa rima con soggettività.

Sai bene poi che una cosa è la qualità e un’altra il successo, e che spesso scopri la differenza tra i tuoi gusti personali e quelli dei tuoi lettori.

A proposito di lettori: qui in rete, un blog che si basi davvero solo sui post ha bisogno di mesi e mesi per mettere su un seguito di un centinaio di persone, magari poi una ventina sono amici e parenti, di cui tre o quattro accettano a scatola chiusa qualsiasi cosa tu proponga, perché ti amano.

Meglio allora pensare che scrivi per tutti e nessuno.

Ma questo ti riporta nel mondo delle opinioni, dove tutti (me compreso) ti dicono fai così, no, è meglio se fai così, hai provato a… eccetera.

Se le regole mancano, i segnali per capire l’andamento della tua scrittura abbondano.

Tutto sta a notarli, e io voglio indicartene qualcuno.

Ecco i primi dieci.


Da’ loro uno sguardo e poi dimmi nei commenti com’è andata.

Hai voti alti?
Pensi mai a che voto ti daresti per ciò che scrivi, come a scuola?

Non è un gran pensiero, soprattutto se scrivi per la rete, qui dentro - ti accorgerai - vigono gli estremi: il tuo post aprirà la mente a qualcuno che ti osannerà, farà irritare qualcun altro che ti biasimerà, e lascerà del tutto indifferenti un sacco di persone.

Pensa invece a scrivere qualcosa di utile, anche se dovesse essere utile a un solo lettore.

Caro diario
I blog sono nati come diari virtuali: il blogger ogni tanto trovava il tempo di svelare i suoi pensieri più disparati.

Le cose sono cambiate (per fortuna).

Adesso assomigliano a riviste, con contenuto preciso e curato.

Solo che i diari, non a caso, si tenevano nascosti: il piacere di scrivere era accompagnato dal terrore di essere scoperti.

Il blog diaristico fonde il bisogno di privacy col desiderio recondito di avere successo per ciò che si scrive.

Scrivere, però, è roba da adulti.

No comment
I commenti sono sicuramente segno di riuscita, anche quelli negativi.

Ci sono commenti e commenti e su questo mi sono già espresso in Scrivere commenti: l'onestà del lettore.

Se i commenti sono incentrati davvero sull’argomento che hai trattato, vuol dire che funziona.

Non andare dietro ai complimenti sperticati o a chi ti dice che avrebbe scritto in tutt’altro modo ma chissà perché lo viene a scrivere sul tuo spazio invece di aprirsene uno suo.

Ho solo due minuti…
Innanzitutto, procurati un software per le statistiche.

Poi verifica il tempo di permanenza dei lettori sulle pagine: se in media superano i due minuti non c’è male.

Lascia perdere i tempi più alti: è gente che mentre sta al computer fa altro, perciò la pagina resta aperta per più tempo.

Se la media è inferiore forse puoi pensare a qualche cambiamento.

Un’ora sola scriverei
Tra ricerca preliminare, organizzazione, stesura e revisione, per un post ci vuole in media un’ora.

Significa che a volte tutto scorre come l’acqua e allora te la sbrighi in venti minuti, ma perché l’idea, i materiali, il taglio e lo scopo erano già presenti in te, "incubati", sono "cresciuti" in silenzio fino a sgorgare con facilità.

E comunque è una cosa che non capita molto spesso.

Io uso ogni stratagemma possibile per abbattere i tempi di scrittura, il blog stesso è nato per questo e dal blog è sorto anche Scrittura Rapida al PC, ma per certi post ci son volute anche giornate.

Dio, come ti amo!
Se scrivi cose utili, la gente verrà a dirtelo.

Non sto parlando dei generici complimenti per la trasmissione, parlo di lunghe email dalle quali ti accorgi che il lettore ti ha fatto spazio nella sua vita.

Qui non è questione di numero: riceverne due o duecento fa differenza solo per i tuoi progetti espansionistici.

Ma se non ne ricevi vuol dire che non tocchi la sfera emotiva, e questo non va bene.

Dio come ti odio!
Le medaglie hanno sempre due facce.

Le email dei lettori che avrebbero riscritto da capo a piedi il tuo post, il tuo blog e la tua vita sono un segno altrettanto chiaro della bontà di ciò che scrivi.

Se te ne capitano, noterai che le loro valutazioni sono di ordine morale: cioè hai smosso ciò che per loro è giusto o sbagliato.

Meglio di così?

Ringraziali per la partecipazione e non ingaggiare discussioni con loro.


Le previsioni del traffico
Per i bloggers questa è una questione antica e sempre accesa: serve scrivere post zeppi di parole chiave per dirottare i motori di ricerca?

Spesso serve a scrivere cose terribili, con questi termini che spuntano come funghi ogni due o tre righe.

Se invece ti capita di ricevere spontaneamente un link da qualcuno, cerca di capire la logica sottostante e replicarla.

Credo in un solo SEO
Il SEO è una cosa seria, ma le cose serie si fanno dopo quelle da principianti.

Il SEO da solo non ti renderà strapopolare.

Ci vuole prima il contenuto, utile, comprensibile, focalizzato.

Poi l’ottimizzazione.

La strategia della formica
Un giorno ti viene un’idea per un libro, o un video, da diffondere attraverso il tuo blog, ma poi ti dici meglio aspettare di avere più visitatori?

E perché non anche Babbo Natale?

La regola è: pubblica prima che puoi.


Se temi di sprecare le tue idee, allora c’è qualcosa che non va, perché se fosse vero e le tue idee si esaurissero non potresti portare avanti a lungo il tuo progetto.

To be continued...

2 commenti:

  1. Sono profondamente demoralizzata per via dello scrivere, lo ammetto. Perciò dico questo: se la qualità della mia scrittura sul blog si basasse sui commenti... Posso chiudere baracca e burattini quando voglio.
    Beh, una parte di me sta pensando di farlo sul serio.

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  2. Spesso dietro al commento c'è solo l'incapacità di ascoltare e l'impulso irrefrenabile a dire la propria. Nel nostro paese c'è la cultura del diritto all'opinione: tutti vogliono poter dire come la pensano (echissene...). Il problema è che se da una discussione ce ne andiamo ognuno con la propria opinione di partenza, allora che abbiamo discusso a fare? Quindi, non opinioni, ma espressione personale, messa in gioco, come hai fatto tu in questo commento. Auguri...

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