martedì 12 ottobre 2010

aggettivi e avverbi: accetti la sfida?

Mark Twain, con parole di saggezza, esortava:

e quando acchiappi un aggettivo, ammazzalo. No, non dico tutti quanti, ma uccidi la maggior parte, e allora quelli che restano saranno tutti importanti.


Come il cuoco aggiunge sale e spezie alle preparazioni per accrescerne il gusto, così chi scrive può spargere "manciate" di aggettivi e avverbi sul testo al fine di intensificarne il  "sapore".

L'incognita paventata da Twain però è dietro l'angolo: aggettivi e avverbi rischiano di impantanare la prosa, e indebolire i nomi e i verbi che dovrebbero rinforzare.

Cosa accadrebbe se provassi a scrivere rinunciando di punto in bianco a usare aggettivi e avverbi?


Non sto promuovendo un partito per la loro eliminazione dalle parti del discorso, ti sto lanciando una sfida a metterti alla prova in un testo facendone a meno, per scoprire fino a che punto siamo abituati ad abusarne.

Può sembrare un'impresa, ma ti assicuro che ti sorprenderai e ti divertirai,  perché da un lato avrai l'istinto di inserirli, dall'altro li "falcerai” per scoprire l'essenza delle tue parole.

Ti raccomando di fare l'esercizio prendendo tempo: l'eliminazione degli aggettivi e degli avverbi darà "aria" al testo, ma cancellarli potrebbe anche privare il testo di significati che dovrai rimpiazzare modificando la frase, perciò ci vuole tempo.

Vediamo i passi:

  1. che tu stia scrivendo qualcosa o che tu inizi per cimentarti nell'esercizio, scrivi un paio di pagine rinunciando ad aggettivi e avverbi
  2. concentrati su come nomi e verbi sanno trasmettere da soli il significato che serve
  3. lascia il testo e rileggilo dopo ore, per "sentire" il ritmo senza condizionamenti
  4. aggiungi aggettivi e avverbi laddove ti sembra che non vi si possa rinunciare
  5. esercitati usando un testo del passato, al quale toglierai aggettivi e avverbi per reinserirli dove ne senti l'urgenza

I maestri di scrittura consigliano di costruire dei  glossari, da usare per garantire ai testi uno standard nello stile.

Io ti consiglio il contrario, cioè un glossario di aggettivi e avverbi da maneggiare con cura: può darsi che tu scopra di insistere su  aggettivi e avverbi che forse ti piace ripetere - mi vengono in mente parole come bello, piccolo, molto - perciò prendi nota di quelli che ricorrono e quando tornerai a scrivere presta attenzione come li usi.

Tra gli studenti che fanno l'esercizio, serpeggia la paura di tornare a scrivere usando aggettivi e avverbi.

Ma l'esercizio ha lo scopo di aumentare la consapevolezza su aggettivi e avverbi e non di intraprendere una "crociata" contro di essi.

Gli autori che hanno fatto la storia della scrittura, anche Mark Twain, li hanno usati senza problemi.

Per evitare il disorientamento ti basterà far passare  tempo tra l'esercizio e il ritorno alla scrittura con aggettivi e avverbi.

Inizia dallo scrivere un commento rinunciando ad aggettivi e avverbi.

Io l'ho già fatto nel post...

2 commenti:

  1. Quando una persona è convinta di aver scritto un buon racconto e te lo sottopone alla lettura, come le dici che ci sono troppi aggettivi? E soprattutto come si ribatte se lei insiste che quegli aggettivi li ha messi perchè le piacciono? (non posso dirle che non voglio più leggere le cose che scrive)

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  2. Intanto, ti faccio notare che avevo chiesto un commento senza aggettivi e avverbi, e invece... ;) sto scherzando.
    Come detto nel post, la mia non è una crociata, solo la proposta di un'esercitazione, credo che ognuno abbia il diritto di usarne quanti ne vuole, accanto al diritto di NON leggere ciò che NON vuole.
    Un'ultima cosa: io penso che nella narrativa sia molto più difficile farne a meno, perciò con i racconti sarei molto più indulgente...
    Grazie del commento, Stella...

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