mercoledì 17 febbraio 2010

Il blocco dello scrittore: tre verità e quattro pilastri


Prima verità: chi blocca cosa?
Senza giri di parole, il blocco dello scrittore è causato dallo scrittore.

Chi è causa del suo mal pianga se stesso?

Si può fare di meglio.

Ma di certo chi vuole scrivere deve uscire dal mito dell'artista ispirato dagli dei e comprendere che la scrittura raramente è arte ma normalmente è artigianato.

Quindi, chi sognava di alzarsi a mezzogiorno e pennellare qualche guizzo scrittorio pieno di estro e fantasia è meglio che si prepari ad aprire bottega tutte le mattine alle otto sperando di finire presto.

Se però metti insieme le tecniche giuste, come quelle che ti mostro nel primo capitolo di Scrittura Rapida al PC, allora trovare argomento, titolo e scaletta dei contenuti sarà molto più facile e veloce.

Seconda verità: in che modo lo scrittore si blocca da sé?

Con la fretta.

O meglio, con una cattiva gestione del tempo e delle risorse.

Questa seconda verità non piace a chi ha tempi ristretti per scrivere e consegnare i suoi lavori e si sente "ingabbiato".

Come disse Napoleone, poiché ho molta fretta vado molto piano, e considerata la quantità di storia "scritta" da lui possiamo prendere per buono questo consiglio.

Il segreto è arrivare al momento della stesura, ossia della trasformazione in frasi di tutto l'impianto di idee di un testo, già pieni di materiali e strutture, ossia cosa dire e come dirlo.


Terza verità: questione di cervello

Nel senso che, come per certi meccanismi inibitorii tipici delle fobie o del panico, la colpa è della neocorteccia cerebrale, la parte razionale, che si accorge del momento di stasi creativa e si allarma.

In questo modo, le parti del cervello legate alle emozioni e alla sensibilità non lavorano più libere: la neocorteccia comincia a monitorare ogni idea per vedere se si tratta davvero di un blocco o di una crisi passeggera.

Più la neocorteccia controlla più il paleoencefalo viene inibito.


La domanda da farsi è: chi l'ha detto che la creatività deve venire per forza quando abbiamo carta e penna davanti?

Primo pilastro: prendere nota

La creatività è quella cosa che ci accade quando non abbiamo carta e penna davanti.

Le idee ci vengono mentre cerchiamo le chiavi, scarichiamo i bagagli, perdiamo l'autobus, svitiamo il tappo dello shampoo sotto la doccia (idea per un business: qualcuno inventi un blocco notes impermeabile da doccia!).

L'obiettivo dello scrittore è farsi trovare pronto all'ora stabilita per la stesura, perciò chiunque voglia scrivere è bene che si abitui ad annotare tutte - ma proprio tutte tutte! - le idee che gli vengono in mente nei momenti più impensati.

Secondo pilastro: non avere mai il foglio bianco

La neocorteccia è facilmente impressionabile e il suo terrore è il bianco del foglio ancora vuoto.

Riempiamolo!

Con cosa?


  • scriviamo subito le parole chiave del tema scelto per il testo: intorno a queste parole ruoterà l'impianto concettuale del lavoro
  • non smettiamo di annotare ciò che ci viene in mente, anche quando siamo lì pronti a stendere il testo: o verranno fuori idee utili o ci toglieremo il peso di idee inutili e così sapremo dove andare
  • attingiamo alle note già prese: ecco perché è così importante segnarsi sempre tutti gli spunti che attraversano la nostra mente, potranno tornare utili come materiale di partenza
Terzo pilastro: creare collegamenti

Cosa fanno due idee quando si incontrano? Ne ideano altre...

Quando abbiamo sul foglio due o tre parole chiave, un paio di idee del momento e un paio di note precedenti, anche solo con questi cinque o sei elementi, abbiamo già un ottimo punto di partenza.

La prima cosa da fare è prendere le idee a due a due e chiedersi: che collegamento può esserci tra queste due idee?

E scriverlo subito, anche se ci appare strampalato.

Si tratta di un brainstorming, non della stesura definitiva.

Bisogna dire alla neocorteccia stiamo lavorando per voi.

Quarto pilastro: dividere ciò che sembra unitario

Per esperienza so quanto è difficile che una idea sia davvero una e non in realtà il prodotto di due sottoparti.

Ognuna delle parole chiave, delle note e delle idee affiorate potrà essere divisa in elementi più semplici, ne risulterà un discorso più chiaro e una struttura del testo più articolata.

I nostri antenati lo chiamavano divide et impera.

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