mercoledì 1 febbraio 2012

Otto cose delle quali non puoi assolutamente fare a meno

Ma riducendola all'osso, 'sta scrittura, proprio nuda e cruda, su che cosa si basa?


Perché ho sempre la sensazione che mi perda dei pezzi?


Non esiste un elenco di condizioni necessarie e - soprattutto - sufficienti perché finalmente la "mia" scrittura veda la luce?

Se queste domande sono transitate almeno una volta nella tua testa, rallegrati.

Infatti, non solo devi gioirne perché sono segno di una gran voglia di scrivere, cosa amabile e rispettabile.

Ti trovi anche davanti al post che scarnifica la scrittura, al testo che ti fornisce l'anello mancante, alla lista che esaurisce ogni to do before your writing.

Leggi e agisci.


Senza idee non c'è futuro
Gli scrittori saranno pure tutti diversi ma il minimo comune denominatore resta sempre quello: le idee.

Chi scrive sta sempre a collezionare idee, e quando dico collezionare intendo dire che le raccoglie, le cataloga, ne fa un'attività fine a sé stessa, perché solo facendola seriamente essa darà tutti i suoi frutti.

Io sono sempre, costantemente - come dice Gioele Dix! - a leggere, spulciare, vedere, navigare, in attesa del prossimo that a surprise!

Perché mi faccio "ossessionare" dalla raccolta di idee?

Perché so che, una volta trovata l'idea buona, sarà facile impacchettarla, ora dandole una forma di frase a effetto, ora di titolone, ora di nuovo videocorso e chissà cos'altro.

Gli amatori fanno il contrario, si preoccupano fino allo spasimo di quella singola frase, di quel singolo titolo e di quel singolo prodotto senza mai riuscire a trovare la buona idea che deve starci a monte.

La frase, il titolo, il prodotto è la carta da pacchi: per quanto bella, ciò che conta è il regalo all'interno.

Finché non trovi una buona idea non muovere un dito, dai retta.

Una spintarella all'ispirazione
Dove si cercano le idee?

È una domanda trabocchetto: se le idee fossero da qualche parte, sarebbe una pacchia.

In realtà, non c'è alcuna fonte, alcun contenitore, alcun luogo preciso che le contenga e dal quale prenderle.

Altrimenti, noi dovremmo solo scegliere quella che più ci va a genio.

Una nuova idea nasce come i bambini: la tua mente deve fare sesso con quella di qualcun altro.

E dov'è la mente di questo qualcun altro?

Nei libri, nelle canzoni, nelle parole della gente, nella televisione, nei film...

Sono tutti prodotti della mente che, "fornicando" con la tua, a volte fanno incontri fecondi, tutto qui.

Perciò, diamoci da fare, in tutti i sensi.

Otium cum dignitate
Già Cicerone ne era convinto e noi, dopo duemila anni, lo confermiamo: stare seduti a leggere senza fare nulla è già lavorare.

È rilassante, d'accordo.

È divertente, senza dubbio.

Ti fa sentire privilegiato? Forse.

In realtà, è una trappola: che cosa succederebbe se smettessi?

La tua creatività scivolerebbe via come acqua nei tombini, il tuo lavoro si fermerebbe come una macchina senza benzina, tu perderesti la tua identità.

Non devi vergognarti del tuo non fare nulla.

Quando proprio sono impegnatissimo in altre cose, dedico comunque almeno due ore alla lettura-ascolto-visione-chiacchiera con le famose menti altrui di cui sopra.

Altrimenti anche tre o quattro.

E quando mi chiama qualcuno, interrompendo la mia lettura sul divano, dico che sto lavorando.

E non mento.

La strizza benefica
Scrivere a livello professionale vuol dire scrivere con delle scadenze.

Quando queste scadenze si avvicinano, la paura di non riuscire a consegnare in tempo si affaccia.

Non è una brutta cosa, anzi.

Mi serve.

Mi da un'importantissima ragione per agire e non smettere: la sopravvivenza di ciò che ho costruito.

È successo proprio nel mese scorso, sapevo di volermi prendere una lunga pausa e avevo deciso di scrivere solo negli ultimi giorni.

Durante quei giorni, ho lavorato con la consapevolezza di questa emozione di strizza sottostante ma l'ho vissuta come stimolo a lavorare con più precisione ed efficacia del solito.

In soli due giorni ho fatto quanto dovevo, come puoi vedere dalle date degli ultimi post che ho pubblicato nei miei blog.

Mi ci sono messo da solo, nella strizza, dirai.

Sì, perché quando non ci sono motivazioni esteriori, è bene trovarne di interiori.

Te ne suggerisco una: stabilisci di scrivere un testo entro sette giorni e di inviarmelo via mail, e io te lo pubblicherò qui sul blog.

Ma stabilisci anche che, se non mantieni l'impegno, mi pagherai 100 € con PayPal.

Ci stai?

Scherzi a parte (ma se vuoi versarli, fai pure!), darci dentro con la scrittura, svegliarsi un'ora prima, rispettare le scadenze è penoso.

Però è proprio tutto questo sforzo che rende così potente la scrittura.

Pensaci.

Chi è dentro è dentro e chi è fuori è fuori
Mi riferisco ai lettori e a coloro che ti seguono stabilmente.

Hai mai pensato al tipo di lettore che desidereresti?

Hai perso il tuo tempo.

No, scherzo, però voglio dire che c'è un'altra strada, altrettanto efficace e forse più divertente.

Hai mai pensato al tipo di lettore che non vorresti?

Lo sappiamo che non si può piacere a tutti.

Se però ci concentriamo sul cercare di piacere, rischiamo di perdere la nostra identità.

Se invece ci focalizziamo sul cercare di piacerci, sempre di più, dopo un po' di tempo sarà facile capire che ci sono lettori che ci amano e lettori che ci odiano.

Benissimo, ben vengano i primi e soprattutto i secondi.

Quando avremo individuato perché questi ultimi ci esecrano così tanto, allora sapremo anche come scrivere e basterà continuare ad alimentare il loro odio.

Perché va bene la benevolenza, ma essere sé stessi veramente non ha prezzo.

Solo allora, conviene concentrarsi su quelli che ci amano e orientarsi verso il loro aiuto.

Cercare in tutti i modi di essere loro utili.

Mai polemizzare con chi ci odia e cercare di adattare la nostra scrittura ai loro gusti: in questo modo, escluderemmo tutti coloro che invece ci apprezzano così come siamo.

Parlare a chi, parlare di che
Meglio un blog su un argomento che t'interessa e provare ad attirare lettori, o meglio un blog su un argomento che interessa ai lettori e fartici attirare al punto di scriverne?

Difficile, da dirimere, la questione.

C'è un sacco di gente che è riuscita ad avere successo avendo come unico interesse scrivere ciò che gli pareva.

Sono casi possibili ma rari.

Il punto è che le persone non sono seguaci di qualcosa perché c'è un marketing che le fotte.

Le persone sono malate, dipendenti, tifose sfegatate degli argomenti di loro interesse.

Tu non devi convincere nessuno a innamorarsi del tuo argomento: se qualcuno ti segue è perché già di suo ne è cotto.

Tu devi solo alimentare questo amore.

Quanto vale il tuo lettore?
Ci sono moltissimi sistemi per aumentare il numero di visitatori, di iscritti, persino di clienti, se vendi qualcosa.

Nessuno dice mai però che questi sistemi sono tutti - nessuno escluso - di breve durata.

La favola del marketing è che esso ti possa offrire una volta e per sempre una fonte di reddito automatico.

Non crederci, perché il successo di una campagna può durare giorni, settimane, mesi, ma è sempre e comunque destinato a finire.

Il motivo?

È semplice: chi ti clicca, chi s'iscrive, chi acquista, sono persone, non dati numerici.

E le persone, semplicemente, cambiano.

Cambiano idee, gusti, preferenze, abitudini.

Cambiano anche le loro "dipendenze": probabilmente, chi da un anno non ti legge più sta trascorrendo una nuova "luna di miele" su qualche altro sito, forse di un altro argomento.

Per questo, vale sempre la pena di tentare di scrivere il post più importante della tua vita e di dare al lettore il massimo, perché potrebbe essere l'ultima volta che capita sulla tua pagina.

La verità, vi prego, sul lettore
Insomma, quant'è difficile stargli dietro!

Anch'io cado in questo pensiero sconfortante, a volte.

Perché anche il lettore, come tutti quegli altri esseri umani al cospetto dei quali la vita mi mette ogni giorno, a volte con piacere e altre volte con profondo fastidio, sta sulla sua strada della felicità.

Sta cercando la sua felicità.

E la felicità non è una condizione perenne, è un momento nel quale - magicamente, per un solo attimo - scompare la consapevolezza del tempo: sono soddisfatto di quanto accaduto finora e non ho motivo per darmi subito da fare, questo pensa il felice.

Perciò, cerca di contribuire a questi momenti di felicità, elargendo umorismo, ironia, intelligenza, provocazione, coinvolgimento, esempio.

Cioè, impegnati in ciò che fai fino a sentirti soddisfatto, ossia felice.

Così contagerai anche gli altri e non avrai bisogno di andarti a cercare proseliti.

Non sei solo una persona che scrive: in ogni tua parola, frase, testo, si cela la leva per sollevare il mondo di qualcun altro.

Come diceva Spiderman, da un grande potere derivano grandi responsabilità.

2 commenti:

  1. Sono d'accordo su quanto hai scritto.
    Purtroppo io non riesco ad elaborare mentalmente uno scritto, come per esempio un tema sulla Globalizzazione.
    Ho sempre un blocco mentale.
    Come posso superare queste lacune?

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    Risposte
    1. Sentirsi bloccati non è mai piacevole.
      Per chi scrive, poi, diventa ancora più fastidioso perché ci fa sorgere il sospetto di non essere capaci.
      Sull'argomento del "blocco dello scrittore" trovi tantissimi post, nel blog, e sicuramente tra questi troverai qualche spunto da cui ripartire. Puoi anche contattarmi se vuoi approfondire la questione.

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