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mercoledì 29 luglio 2015

Le fondamenta della scrittura

Vuoi scrivere storie brevi?

Vuoi fare articoli per pubblicizzare prodotti?

Vuoi fare il reporter?

Vuoi darti alla poesia?

Vuoi arricchirti scrivendo?

Vuoi sfornare romanzi?

Vuoi costruire manuali d'uso?

Vuoi darti ai blog?

Vuoi scrivere... insomma, scrivi pure quello che ti pare.

Non sono certo io a doverti sciorinare adesso le quintalate di modi e tipologie di scrittura che circolano nel mondo e che la tecnologia non ha affatto ridotto, bensì ha moltiplicato oltre la misura.

E sono tutti modi diversi tra loro.

Anzi, più vuoi specializzarti, più ti accorgi che le regole peculiari di ogni tipologia di scrittura sono molto, ma molto diverse.

Come quando guardi alla storia di altre forme comunicative, la pittura, per esempio, e provi a far scorrere nella tua memoria un mosaico romano, un'icona religiosa, un ritratto rinascimentale, un esperimento impressionista.

Quanto sono diversi, e quante storie differenti ci sono dietro, ad aver generato quelle differenze.

Eppure, a guardare meglio, si scorgono anche caratteristiche simili, punti di contatto, fattori comuni.

Hanno a che fare con le regole base della percezione, con quelle della creatività, con la tecnica compositiva.

Sono le ossa, gli organi, i tessuti, che danno vita a corpi differenti se visti da fuori, ma con un'anima comune alla base.

E lo stesso vale per chi scrive.

Perciò, scegli pure dall'elenco sovrastante a quale forma di scrittura dedicarti, ma ricordati sempre di tenere in considerazione queste raccomandazioni di seguito.

Ti permetteranno di tenere saldo il timone, e soprattutto di non oscillare tra un tipo e l'altro di scrittura, attribuendo sempre al genere scelto il merito o la colpa di ciò che scrivi o di ciò che proprio non ti riesce di buttare giù.

sabato 23 maggio 2015

Riscrivere o non riscrivere, questo è il problema...

Hai mai sentito dire che non si può entrare due volte nello stesso fiume?

Immagino di sì, soprattutto in quest'epoca socialnetworkiana nella quale uno degli sport preferiti è condividere citazioni a effetto incollate su immagini suggestive.

Le domande sono tre e te le elenco:
  • Chi l'ha detto?
  • Sarà vero?
  • Perché dovrebbe interessare noi comunicatori della scrittura?
Il Socrate di Platone attribuisce questa sentenza al filosofo Eraclito, perché sta parlando col suo discepolo Cratilo.

L'unica altra fonte che abbiamo è Aristotele, oltre a un frammento dello stesso Eraclito che però suona leggermente diverso.

La forza e la suggestione di questo pensiero sono potenti, e fa un certo effetto immaginare che un uomo vissuto a cavallo tra VI e V secolo a.C. avesse formulato pensieri degni della fisica del ventesimo secolo.

Poi a sentirlo ci concentriamo tutti sul fatto che l'acqua di questo benedetto fiume cambia.

E ci dimentichiamo che, in quanto esseri viventi, anche noi siamo cambiati.

Nello stesso modo, quando proviamo a tornare su un post già scritto, per modificarlo, correggerlo, riscriverlo, non siamo più gli stessi che l'hanno visto nascere.

Quand'è che ci troviamo nella situazione di riscrivere un pezzo?

lunedì 11 maggio 2015

Quattro lezioni di vita che ogni blogger dovrebbe usare

La maggior parte dei blogger in circolazione è arrivata all'età della - presunta - ragione in un arco di tempo nel quale i blog nemmeno esistevano.

Vuol dire che in realtà è tagliata fuori da questo campo, e che solo i cosiddetti nativi digitali sono degni di digitare e mandare in rete?

A ben vedere, le lezioni più importanti sul comunicare online non arrivano da corsi specialistici, da software diabolici né tantomeno da tattiche ardite per scalare i motori di ricerca.

Le lezioni fondamentali le abbiamo già incamerate molto prima che certi algoritmi informatici regolassero le nostre ventiquattr'ore al giorno.

Forse non ci abbiamo fatto caso, o forse chi ce le ha impartite non si è preso la briga di dirci che sarebbero tornate utili nell'era digitale.

Ma l'importante è che quelle lezioni sono arrivate a noi e ora le possediamo.

E sono arrivate a noi dalle parole dei nostri genitori, dai consigli di fratelli e sorelle più grandi, dai racconti degli amici, dai moniti e dalle dritte dei nostri insegnanti.

Le lezioni veramente importanti che ogni blogger dovrebbe usare ci sono arrivate mentre crescevamo, mentre ci educavano a stare al mondo, con buon senso, saggezza e autorevolezza.

Prima di pensare di fare del buon blogging perché conosci ogni piega del web, chiediti se invece la tua bravura non consista in realtà nell'applicare la saggezza dei grandi che hanno guidato il tuo cammino fino a oggi.

domenica 12 aprile 2015

Via col libro: leggere, ascoltare, trovare idee

Oggi è una bella giornata, puoi affacciarti e sentire direttamente sul viso il calore del sole che ti investe.

Quello che senti e che vuoi è solo la sua energia, il suo potere rigenerante, la vitalità che ti trasmette.

Non ti preoccupi di come hanno fatto quei raggi così caldi ad arrivare lì, sulla tua faccia, quanti anni ci sono voluti per raggiungerla, né del fatto che magari quando sono partiti tu e la tua faccia non eravate nemmeno lì ad aspettarli e l'idea stessa di mettere la testa fuori a beccarsi un po' di sole non era ancora balenata in te.

La fonte di energia solare è lì e incessantemente non fa che irradiarci addosso tutta la sua potenza.

Sarebbe bello poter attingere a una fonte d'energia simile quando si tratta di trovare idee per scrivere.

domenica 12 ottobre 2014

Attenti al plagio

Questo post nasce dopo aver scoperto che un mio scritto era stato "saccheggiato" e riutilizzato nel sito di Stefano Borghesi, a sua insaputa e a opera di una persona della cui collaborazione spero si sia liberato; ringrazio Stefano per aver riconosciuto subito, con me, l'evidente plagio, e aver immediatamente rimosso il testo sostituendolo con un altro, stavolta di suo pugno. Lascio comunque questo post perché credo abbia ancora senso rispetto al tema del plagio che nella scrittura del terzo millennio, e nell'era del copia e incolla, è sempre attuale.

Che cos'è il plagio?

Si tratta solo di ricopiare esattamente, parola per parola - o nota per nota, immagine per immagine ecc. - un'opera già edita spacciandola per inedita?

O è plagio anche ricalcare un testo, cambiandone - ma neanche più di tanto - i termini, la struttura sintattica, le misure?

E soprattutto, si può ancora definire frutto di plagio un testo che ripete gli stessi contenuti di un altro, le sue stesse definizioni - non nelle parole, ma nella semantica - o si deve considerare lecito?

Di solito, quando scrivo post su questo mio blog cerco di fornire risposte e soluzioni a chi vuole scrivere.

Ma stavolta mi trovo sguarnito, posso solo prendere atto di quanto è successo, e rimandare la palla a chi vorrà leggere e riflettere.

Io ritengo di essere stato plagiato.

sabato 27 settembre 2014

Qualcosa di interessante da scrivere

Tra le miriadi di regole per scrivere bene pubblicate fra libri e pagine web - comprese le mie - si naviga in una tale abbondanza che c'è addirittura il rischio di perdersi.

Tutte regole buone, giuste, pertinenti - anche le mie! - eppure spesso ti lasciano un sottile senso d'incompiuto.

Questo effetto è una ovvia conseguenza della natura dello scrivere, un atto umano che ha più a che fare col funzionamento dell'organismo che con una tecnica precisa.

Molti miei post si propongono l'obiettivo di insegnare a scrivere meglio, eppure sono tanti, così potresti chiederti e chiedermi ma quanti modi ci sono, in definitiva, per scrivere meglio?

Poiché non voglio nascondere la contraddizione nella quale io stesso mi muovo, aggiungo io un altro dubbio, frutto di una stranezza vissuta in prima persona tante volte: come mai, quando finisco di elencare la solita lista di consigli su come scrivere bene poi mi viene in mente di quella volta in cui ho contraddetto uno di quei consigli, se non addirittura tutta la lista?

Siamo davanti a un caso di predicare bene e razzolare male o piuttosto la scrittura ha troppo a che fare con l'arte per essere chiusa una volta e per tutte in un sistema rigido?

E se ha a che fare con l'arte, allora c'entrano moltissimo le preferenze personali di chi scrive quei consigli.

Per di più, dette preferenze possono variare nel tempo, ed è per questo che la materia ci sfugge dalle mani.

Allora facciamo così, mettiamo da parte ogni velleità di legiferare sul come si scrive, e concentriamoci su uno scopo che possa veramente essere condivisibile.

E per farlo, penso a quando leggo, non a quando scrivo.

Quando leggo, quando mi soffermo a leggere qualcosa, perché lo faccio?

Per un motivo molto semplice: perché ciò che sto leggendo è interessante.

Alt, già sento qualcuno dirlo, ma interessante può voler dire un mare di cose.

E allora te lo dico meglio: un testo, per me, è interessante se ritengo che valga la pena di leggerlo anche se chi lo scrive mi sembra alquanto stravagante, anche se c'è qualche imperfezione linguistica, anche se lo stile ha qualche pecca, anche se le frasi sono sintatticamente labirintiche.

Al di là delle regole formali, c'è un carattere del testo che dovrebbe essere sempre al primo posto del tuo obiettivo: renderlo interessante.

Prima di approfondire che cosa può essere davvero interessante per un lettore, voglio partire dalla porta di servizio, cominciando a riflettere su che cosa non è interessante, per eliminare la zavorra.

sabato 26 luglio 2014

Perché qualcuno dovrebbe leggere il tuo blog?

Hai deciso finalmente di aprire un blog?

Congratulazioni, è una scelta che ti darà senza dubbio tante soddisfazioni e opportunità.

Con un blog, infatti, potrai raggiungere un mare di obiettivi, allargare i tuoi contatti, creare un tuo ruolo online, costruire la tua autorità, aumentare le tue scelte per il futuro e sfruttare tante altre occasioni.

Questo è quello che - forse, se ti va bene - potrai fare tu.

Ma hai pensato anche a che cosa c'è dentro il tuo blog che possa dare le stesse soddisfazioni e le stesse opportunità al lettore?

Perché qualcuno dovrebbe leggere il tuo blog?

sabato 12 luglio 2014

Sondaggio: e tu che blogger sei?

Meno di un mese fa è stato pubblicato forse il più importante sondaggio sul fenomeno dei blog.

Condotto da Andy Crestodina di Orbit Media Studios, il sondaggio ha coinvolto più di mille bloggers cercando di capire come si muovono, quanto tempo investono, quali procedure utilizzano e che cosa succede ai loro post una volta lanciati.

Il sondaggio è rilevante perché statisticamente affidabile, dato che oltre agli Stati Uniti sono stati coinvolti bloggers di altri trentasette paesi, con numeri che garantiscono margini d'errore molto bassi.

Undici domande sui tempi, i luoghi e le modalità del fare blogging.

Tralasciando le sezioni del sondaggio relative al marketing, può essere curioso e istruttivo, per chi si diverte a scrivere online, dare un'occhiata ai risultati.

Com'è andata?

sabato 5 luglio 2014

Il post perfetto: ecco come fare!

I blog aumentano, nonostante i de profundis dei benpensanti, quindi i post da leggere aumentano.

Peccato però che non aumenti la qualità, anzi, che l'eccesso di quantità spesso implichi un abbassamento del livello.

Proprio in questi giorni, ho avuto modo di leggere tanti post su un evento al quale ho preso parte, e sono rimasto impressionato da diversi aspetti:

  • pochissimi, tra coloro che ne hanno scritto, erano davvero presenti
  • pochissimi hanno scritto con tempismo
  • moltissimi non hanno fatto altro che ricopiare i primi due post usciti sull'argomento (uno dei quali è il mio!)
Tuttavia, anche commettendo questi tre grossolani errori, si può ancora scrivere un pezzo decente, con un linguaggio curato, uno stile dinamico, un post che ti fa dire be', comunque questo qui sa scrivere.

Invece niente, tra i cattivi consigli della fretta, le ansie da prestazione e deplorevoli dosi d'incoscienza, molti aspiranti blogger sembrano aspirare poco e restare in apnea.

Certo, questo accade perché il loro obiettivo è il presenzialismo e non la scrittura, è il poter dire c'ero prima io e non la cura delle informazioni, è far sapere che loro sono al corrente e non raccontare una storia.

Tutto perché non vogliono prendersi il tempo di dare una scorsa al loro testo, buttato lì, per aggiustare e migliorare i punti deboli.

Tu non vuoi leggere post scritti così male, e soprattutto non vuoi correre (più) il rischio di scriverne.

Ecco per te la guida rapida ed efficace per trovare i punti deboli del tuo post e trasformarli in punti di forza.

sabato 26 aprile 2014

Scrivere testi originali o dare originalità ai testi?


 Ultimamente, fare battute basate sul chiasmo, come quella del titolo, ci fa sembrare tutti imitatori degli imitatori del presidente del consiglio...

Battute a parte, chiunque scriva desidererebbe sempre sfornare qualcosa di originale, di proprio, di unico.

L'avverbio sempre deve però metterci in guardia: è impossibile, e forse non è neanche un male.

sabato 8 marzo 2014

Perché non riesci a scrivere e come cambiare per sempre questa condizione

C'è una bella differenza tra avere una mente aperta e avere un buco in testa dal quale il cervello caschi per terra.

La frase è dello smascheratore di falsi maghi James Randi e divulgata dal divulgatore italiano per eccellenza, Piero Angela.

Ma ci interessa il significato.

Perché ci sono cose che tutti noi facciamo credendo di migliorare le nostre prestazioni cognitive e mentali e che invece finiscono per impantanarci ancora di più.

In tanti anni di insegnamento ho visto troppo spesso coi miei occhi che la gente non riesce a scrivere perché pensa di non sapere come fare, quando invece sa troppo e questo troppo si rivela un fardello insopportabile.

L'insicurezza ti porta a credere che tu non sia abbastanza intelligente, abbastanza preparato, abbastanza capace e tanti altri abbastanza illusori quanto dannosi.

Inoltre, la scrittura è soprattutto una questione di creatività, anche quando si tratti di scrittura funzionale.

La creatività però ha bisogno di libertà, ci si può preparare a essa ma non la si può chiamare a comando, bisogna saperla cogliere quando arriva ma non la si può costringere a restare, è inopportuna come le belle occasioni e muore nella prevedibilità.

Purtroppo, sono tante le abitudini con le quali impediamo alla nostra creatività di prosperare.

Le abbiamo imparate sin da bambini, siamo stati influenzati dagli altri nell'adottarle e adesso, dopo tanto tempo, è difficile liberarsene.

Il primo passo è conoscerle.

Ecco le peggiori, quelle che stanno schiacciando la testa e il cuore della tua creatività, e che devi assolutamente abbandonare se vuoi cambiare questa condizione.

domenica 2 febbraio 2014

Le due mosse per risucchiare il lettore nel tuo post

Ce l'hai messa tutta.

Ancora non riesci a credere quanto grande sia il post, l'articolo, il pezzo che hai appena finito di scrivere.

Pensi con certezza che chi lo leggerà ne rimarrà estasiato, appena avrà capito dalle tue argomentazioni che i tuoi consigli funzionano.

Hai riletto, cambiato le parole, tolto il superfluo, costruito il titolo perfetto, quello che cattura l'attenzione, quello che fa montare la curiosità.

Hai scritto una cosa potente e ne sei felice.

Finché un piccolo tarlo inizia a rodere la tua gioia.

Forse le prime righe del testo non sono abbastanza intriganti, e i lettori mi abbandoneranno per non schiattare di noia?

Forse il primo blocco del mio pezzo è scritto così male da far voltare lo stomaco?

Forse, forse, forse...

Un dubbio al quale non sa rispondere con piena sicurezza neanche il più scafato degli scrittori.

martedì 31 dicembre 2013

Un 2014 pieno di scrittura

Ci siamo, da domani tutte le promesse per migliorare la tua vita, che hai fatto e che aggiungerai fino alla mezzanotte, dovranno diventare realtà.

Paura?

Se hai fatto questi errori nel formularle, ti capisco.

Quali errori?

Il primo è prometterti dei risultati invece di prometterti dei cambiamenti di abitudine.

Una cosa è dire da domani voglio pesare la metà, un'altra è dire da domani mangerò dolci solo una volta la settimana.

Il secondo errore è esagerare nell'ottimismo.

Una cosa è dire da domani voglio risparmiare il 30 % del mio stipendio, un'altra è dire da domani metto da parte 10 € la settimana.

Se nel 2014 vuoi vedere un sensibile miglioramento nella tua scrittura, nella tua produttività, allora devi partire con un obiettivo sostenibile e realistico.

domenica 29 dicembre 2013

Una buona ragione per (smettere di) scrivere

Il titolo si può leggere in entrambi i modi: con o senza parentesi.

Da una parte, è come se ti stessi dicendo che questo post vale doppio, e quindi vale la pena di scrivere (e leggere).

Dall'altra parte, è come se stessi tentando di contraddire la logica, dicendo che una cosa è e nello stesso tempo non è (e Aristotele mi sculaccerebbe).

Partiamo dalla versione senza parentesi: una buona ragione per scrivere.

lunedì 23 dicembre 2013

Come non essere più a corto di idee nella scrittura

Da quando ho aperto questo blog ne ho fatto una questione di principio.

Credo veramente che chiunque possa scrivere, e possa farlo anche piuttosto bene con un minimo di studio.

Ma in questi anni di divulgazione e insegnamento, dopo aver ascoltato, letto e incontrato centinaia di appassionati, curiosi, scrittori o aspiranti tali, professionisti e gente comune, ho visto che il problema più diffuso è sempre quello: non so che cosa scrivere.

Le grandi idee non arrivano sempre con facilità.

Anche chi scrive per professione ed è abituato a sentirsi sotto pressione, con le scadenze che incombono e i testi da consegnare, può trovarsi nella tua stessa condizione.

Ma lo scrittore professionale non si fa mai trovare impreparato, esattamente come l'elettricista o l'idraulico che arrivano a ripararti il guasto a casa, e ci riescono solo perché nella loro cassetta degli attrezzi c'è quell'utensile che tu non hai e che non andresti mai a comprarti pensando che tanto non ti servirà.

Spesso, la differenza tra te e loro, nel trovare l'idea di partenza, è soltanto quella: la valigetta degli attrezzi.

Con i miei migliori auguri, ecco per te il mio regalo di Natale.

E non venirmi più a dire che non hai idea di che cosa metterti a scrivere.

sabato 30 novembre 2013

Scrivi meno, scrivi meglio

Il titolo deriva in realtà da un altro invito simile: mangia meno, mangia meglio.

Le indagini di mercato ci dicono che i quintali di cibo acquistato e sprecato - vuoi perché non si finisce di mangiarlo, vuoi perché va a male prima ancora di consumarlo - sono in aumento.

E l'aspetto peggiore riguarda la qualità di questo cibo: surgelati, merendine, confezioni in genere.

Prodotti che quasi sempre non nutrono davvero, e pesano sul conto finale per oltre la metà dell'importo.

Che cosa c'entra con la scrittura tutto questo?

Se è bene ridurre la lunghezza dello scontrino con il quale usciamo dal supermercato, fa altrettanto bene moderare la lunghezza dei nostri testi.

Esiste una regola infallibile per sapere quanto dev'essere lungo un articolo o un post per il web.

Una regola così apparentemente banale che finisce sempre per essere messa da parte.

Sì sì, anche da me, e devo farci molta attenzione.

Ora la enunciamo.

Dunque... un articolo o un post dovrebbero essere lunghi... lo stretto necessario.

Troppo ovvia?

E sono proprio le cose ovvie che, quando ci stanno sotto il naso, scompaiono dalla nostra vista.

E per chi scrive, questo è un grosso - anzi, lungo - problema.

Perché la scrittura è uno di quei domini nei quali vale senz'altro l'adagio che il meno vale di più.

Purtroppo, non è per niente facile tenersi a dieta mentre si scrive, e spesso tendiamo a impiattare dei testi che sono delle vere abbuffate di parole.

Alcune nutrono, ma tutto il resto va in ciccia.

sabato 9 novembre 2013

Scrivere sul web: ecco due elementi essenziali

Anche se stiamo arrivando al paradosso per il quale la scrittura sul web cerca di imitare quella sulla carta stampata, con i nuovi tipi di lettori multimediali, la maggior parte dei testi che circolano in rete subiscono l'influenza del mezzo elettronico.

Il solo fatto che un testo sia su uno schermo trasforma l'esperienza di lettura in una sorta di seduta davanti alla tv.

E quando siamo davanti alla tv le regole cambiano di parecchio.

Da una parte,mentre facciamo zapping, i programmi devono riuscire a catturare la nostra attenzione.

Dall'altra parte, una volta che ci siamo fermati per un secondo su un dato canale, quel programma deve convincerci a restare lì.

Sembrano la stessa cosa, e si completano a vicenda.

Ma sono due cose differenti.

Trasferendo l'esempio della tv al mondo della scrittura sul web, i testi in rete devono essere scritti sia per calamitare l'attenzione di chi naviga, sia per convincerlo di aver fatto la cosa giusta, scegliendo di leggere il nostro testo.

Ci sono almeno due elementi essenziali per ottenere entrambi i risultati.

Catturare l'attenzione può essere una gran cosa, ma diventa davvero grande solo se il testo che invitiamo a leggere è organizzato in modo da soddisfare il lettore.

venerdì 25 ottobre 2013

Quella sporca dozzina... di consigli sulla revisione

Perché alcuni testi sono scritti meglio di altri?

Non lasciarti ingannare, la domanda è solo apparentemente ovvia e banale.

Dal punto di vista del lettore, la risposta è più semplice: perché scorre bene, perché si capisce, perché è utile.

Per chi quel testo invece deve scriverlo, le cose non sono così immediate.

Non si tratta solo di mettere giù le parole che vengono in mente, ma di parlare - usando la scrittura - a qualcun altro, cioè comunicare.

Quando parliamo a qualcuno, standogli di fronte, pensiamo forse di dire ciò che ci passa per la testa in quel momento, ma non è così.

Il nostro linguaggio, cioè la scelta delle parole e del modo di incastrarle in frasi e pronunciarle con determinate inflessioni, è costantemente condizionato dal feedback immediato che riceviamo dal volto e dall'atteggiamento del nostro ascoltatore.

Ci basta un attimo, così breve da non poterlo calcolare, ad aggiustare il tiro della nostra comunicazione per renderla più efficace e aiutare il nostro interlocutore a comprendere meglio.

Forzando un po' la mano, potremmo dire che quando parliamo operiamo un costante editing, una revisione continua delle nostre parole, adattandole ai segnali che l'altra persona in ascolto ci manda, volente o nolente.

Un'opinione molto diffusa ma poco realistica afferma che un testo scritto è molto più efficace di un discorso a braccio, perché chi lo produce ha il tempo di pensare a che cosa dire.

In realtà non è così, perché chi scrive non ha mai e poi mai il segnale di ritorno da parte del lettore, mentre produce il suo testo.

Solo oggi, con i mezzi ultratecnologici, abbiamo un feedback molto più rapido che in passato, ma che comunque si realizza a partire almeno da qualche ora dopo la pubblicazione di un testo.

Fino a pochi anni fa, a un giornalista toccava aspettare almeno due o tre giorni prima che qualche lettore si prendesse la briga di scrivere all'apposita rubrica per commentare l'articolo, e avere così un segnale da parte di chi legge.

Però, anche se la rete ci permette di ricevere feedback rapidissimi, essi non consentono a chi scrive di sapere l'effetto delle proprie parole mentre le sta ancora scrivendo.

Per questo, la scrittura - anche in formato online - può rimanere un salto nel buio, a meno che non si faccia di tutto, ma proprio di tutto per far sì che il testo funzioni.

Non basta la bontà del contenuto a garantire quella del testo e della sua comunicazione, è necessario un serio lavoro di revisione e aggiustamento del testo.

Non è facile e soprattutto non è una cosa rapida come correggere le proprie parole mentre le si dice, ma è un lavoro estremamente fruttuoso e se proverai a farlo ne uscirai con un'altra idea sulle tue potenzialità nella scrittura.

Pronti? Via...

mercoledì 16 ottobre 2013

La scrittura che crea controversie

Mi piace essere un blogger, e mi piace provare a esserlo con coscienza.

Per questo, prima ancora di scrivere post per i miei blog, vado a leggerne tanti altri, sugli argomenti più disparati.

Leggo in particolare alcuni blog perché trovo sempre pezzi per me molto utili.

Altri post, magari, non li trovo così fondamentali per me, e fin qui siamo nella normalità.

Leggere un post, però, vuol dire molto spesso leggere e partecipare alla discussione che esso può generare.

Perché si sa che alcuni pezzi fanno scaturire sfilze impressionanti di commenti, come già ti ho raccontato qui.

Di recente, anche a me è capitata questa circostanza, mai accaduta prima, e come tutte le prime esperienze mi ha dato da pensare.

mercoledì 28 agosto 2013

Il vero successo nella scrittura

Scrivere è una faticaccia.

Puoi immaginare tutti quelli che si mettono davanti al computer per buttare giù qualcosa che sia degno di essere condiviso sulla rete: da incubo.

E non sto parlando della qualità: perché scrivere qualcosa che poi valga anche la pena leggere, una volta che la rete ce l'ha messa davanti, è un evento da festeggiare.

Con queste tre frasi potrei anche chiuderla qui e usarle come commiato dalla scrittura online.

Ma dopo quattro anni di presenza in rete, tra ebook, videocorsi, seminari e centinaia di post, per non parlare delle varie forme in cui comunico online, sedermi a scrivere diventa sempre più un momento di autoriconoscimento, libero da scopi altri, soprattutto se oltre a scrivere rifletto sulla scrittura stessa, come faccio in questo blog.

Scrivere professionalmente non mi basta più, è diventata una questione di onestà, nel tentativo di non separare me stesso che scrive da me stesso che esiste e basta.

E a distanza di tempo, mi è più facile tentare di ricavare dalla mia esperienza un po' di consigli.

Consigli che do innanzitutto a me stesso, per ricordarmi che cosa ho imparato post dopo post, ma con l'auspicio che possano esserti utile, sulla strada della tua scrittura online.

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