Continua per te la serie di segnali per capire l'andamento della tua scrittura, iniziata due settimane fa in Come va' con la scrittura - Prima parte.
Ecco per te gli altri dieci indicatori: buona lettura.
Tuttologia acuta
Che bello, ho trovato un sito interessantissimo, ti dici un giorno dopo aver visto una pagina con qualcosa di veramente utile per te.
Allora inserisci nel tuo segnalibri l’indirizzo e ci torni dopo qualche tempo, ma scopri che oggi si parla di un'altra materia rispetto a ieri.
Complimenti: hai trovato il sito o il blog di chi scrive i suoi pensieri sul mondo.
Ti interessa davvero?
Perché, i tuoi non li hai?
Su quel sito non ci vai più: ha smesso di parlare di ciò che ti serve.
Così fanno i tuoi lettori, se smetti di scrivere di ciò che gli interessa.
A che pro?
Tra un anno, sei mesi, una settimana, domani mattina, cosa ci guadagneranno i tuoi lettori dal tuo post, dalla tua serie, dal tuo blog intero?
È tutto qui: devi offrire un miglioramento concreto, eseguibile e misurabile.
Se sei su questo blog sappi che qui si parla di come scrivere più velocemente, come si fa un articolo, quali verbi è meglio non usare, come formattare eccetera, e non di come risollevare le sorti della scrittura.
Se puoi esprimere il pro della tua scrittura in questo modo allora sei sulla strada giusta.
Non c’è giustizia a questo mondo
Scrivere tante belle e utili cose per poi vedere che nessuno commenta, nessuno resta più di trenta secondi sulle tue pagine, nessuno le apre può scoraggiare anche un santo.
Ma qui il problema è un altro: poiché nessuno nasce con il DNA di colui che merita l’attenzione dei lettori, allora pensare a un’ingiustizia cosmica non serve.
La qualità della scrittura è data senz’altro dall’orientamento verso il lettore.
Ma impegnarsi a scrivere non può dipendere dal lettore: se scrivi è perché ti muove un’intenzione positiva personale.
Senza questa alla base, sarai una zatterina in preda ai flutti della rete.
La verità in tasca
Io adoro quei bloggers capaci di fornire un sacco di informazioni razionali, obiettive, imparziali, per poi metterle in dubbio.
Un contenuto che si presenti troppo perfetto, compiuto, a colpo sicuro – lo so, sembra assurdo – avrà meno successo di un contenuto sul quale lo scrittore si interroga, mostra i suoi dubbi, si fa domande e non nasconde la sua incertezza rispetto alle risposte.
Il post non è un formato adatto alla verità: è troppo breve, troppo estemporaneo, troppo presente per essere universale.
Se il post lungo la strada tende a trasformarsi in un saggio, un trattato, o un’enciclopedia, questo è un segnale d’allarme per chi scrive e una minaccia per chi legge.
Tu lo conosci il copywriting?
Quando scrivi per un blog non stai solo scrivendo delle informazioni, magari in una bella forma.
Stai anche guidando l’attenzione del lettore affinché resti su quelle righe e non scappi su un altro sito.
Stai anche gettando semi nella sua mente, affinché il risultato finale del tuo discorso germogli in lui come una sorpresa fruttuosa.
Stai anche portando alla luce bisogni sui quali egli magari non si era mai interrogato prima.
Questo naturalmente se vuoi scrivere e avere dei lettori.
Se vuoi solo scrivere, allora no, il copywriting proprio non ti serve.
Ma molti dei punti che ho già trattato in questo post trovano la loro risposta nel copywriting.
Puoi trasgredire alle sue regole.
Ma non puoi non conoscerne le basi.
Io non dormo e penso a te
Sempre a proposito di statistiche, nei primi giorni di vita dei miei blog ero stupito degli orari di visita dei lettori italiani: l’una e un quarto, le due e quarantacinque, le quattro e cinquanta.
Sto parlando delle ore del mattino, quelle che con una strana acrobazia mentale noi chiamiamo della notte.
Lo ammetto: è una dimensione intima che mi sfugge, io a quelle ore dormo.
Però prendo atto che c’è gente sveglia, non può dormire, per obbligo o per sofferenza, o non vuole dormire.
E se non dorme allora pensa, riflette, immagina, sente.
Cosa temono, cosa li eccita, cosa li stuzzica alle due del mattino?
Difficile rispondere, ma è doveroso provare a scrivere cercando di entrare in contatto con loro anche a livelli emotivi profondi.
Se potessi avere mille parole al giorno
Questo punto vale l’intero post.
Mille parole al giorno sono due post di media lunghezza, non è semplicissimo, ma neanche impossibile, per chi vuole davvero impegnarsi nella scrittura.
Arrivaci per gradi: prova questa dieta per un mese circa, poi valuta quali conseguenze ha avuto sulla tua scrittura.
Ho letto millanta storie
Leggere non è importante: è fondamentale.
Eppure io insegno a scrivere anche a chi non legge, perché credo che oggi il disinteresse per la lettura sia una naturale conseguenza di una serie di cambiamenti sociali di cui ora sarebbe troppo lungo parlare, magari dai un’occhiata qui, Per scrivere bene bisogna leggere molto?.
Perciò non pretendo dai miei studenti che prima di prendere la penna passino anni a leggere: preferisco che scrivano subito cose discrete proprio per acquisire motivazione verso la scrittura e verso la lettura.
Ma ti do un’altra dieta: 1/7 della tua settimana passalo a leggere, va bene tutto, tranne l’elenco telefonico.
I cambiamenti saranno strabilianti.
Quanto ce piace de chiacchiera’?
Io spero davvero che tu abbia la fortuna di aver conosciuto uno dei tuoi lettori e di poterci parlare ogni tanto.
Non via email, e non pretendo sia dal vivo, ma al telefono, che con skype e altri sistemi oggi è uno scherzo.
Non sai quante cose puoi scoprire di te, di come arrivano i tuoi messaggi ai lettori, di come ti fantasticano, di quanto siete simili.
Questo è il vero tesoro del fare blogging.
Sei mesi sono lunghi da passare
Il tempo è un gran signore, e tu devi pazientare.
Intanto, ci sono dei tempi tecnici da attendere, prima che i tuoi post circolino nei motori.
Poi ci vuole altro tempo per iniziare a comprendere il flusso dei visitatori.
Altrettanto ce ne vuole per capire il tuo flusso produttivo, quando ti riesce più facile scrivere, quando il tuo meccanismo s’inceppa e come porre rimedio.
Non trarre conclusioni affrettate, ossia aspetta almeno sei mesi prima di sparare giudizi.
Passati i sei mesi, attenzione a dove spari.
Ecco, la musica è finita
È facile scrivere contenuti eccezionali.
Con le giuste tecniche sarà un gioco da ragazzi.
Con un po’ d’esperienza, la tua mente sarà capace di lavorare in automatico.
Babbo Natale sta scendendo nel tuo camino.
Qual è la frase vera, tra le quattro precedenti?
Nessuna, complimenti per la risposta.
Scrivere è un lavoraccio, costa fatica, stress, sconforto, sbalzi d’umore.
Ma preferiresti andare a spaccare pietre?
Se hai letto fin qui, e se questa lettura la stai facendo a scapito del tuo riposo allora vuol dire che sei sulla strada giusta perché ci tieni davvero e prima o poi i risultati arriveranno.
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