Come nelle ricette di cucina, che ti spiegano passo dopo passo che cosa usare e come usarlo per ottenere un certo piatto, così nella scrittura dovresti avere la tua ricetta per ottenere sempre un testo leggibile e di qualità.
Il pregio delle buone ricette di cucina, infatti, è che ti aiutano a organizzarti, a preparare per bene tutti gli ingredienti e le attrezzature e, soprattutto, ti dicono con che cosa attaccare prima e che cosa fare dopo, perché ogni ingrediente e base avrà i suoi tempi.
Un esempio banalissimo: se vuoi fare la pasta in casa è inutile che tu metta l'acqua a bollire prima di farla, perché altrimenti quando avrai finito di impastare, stendere e dare forma alla tua pasta l'acqua nella pentola sarà ridotta della metà.
Anche quando scrivi il tuo testo, soprattutto se un testo funzionale, informativo, la ricetta che usi è fondamentale per ottimizzare i tempi, organizzare i dettagli, gestire le tue energie.
Perciò, se stai sempre a tagliuzzare e a riscrivere i tuoi testi, è il momento di adottare una procedura di ferro che ti permetta di avere sempre ben chiaro il messaggio da trasmettere e che ti mostri la strada più rapida ed economia per arrivarci.
Tra i miei corsi puoi senz'altro trovare il metodo giusto per imparare tutto ciò che ti serve per portare a livelli eccellenti la tua scrittura e approfondire tutto ciò che puoi leggere in questo e altri post.
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domenica 22 aprile 2012
sabato 9 gennaio 2010
Scrivere il finale: quella sporca, ultima riga

A sentire narratori come Raymond Carver o Patricia Highsmith il finale di un racconto - come il carattere dei personaggi e lo zampino del destino - va scoperto man mano che si scrive invece di prestabilirlo.
Invece nei testi espositivo-informativi, argomentativi e regolativi potrebbe valere addirittura la regola inversa: decidere sin dall'inizio il finale.
Non solo per una questione di coerenza semantica e tematica, ma per velocizzare la produzione e per iniziare subito a "riempire" il testo.
Quando ti accingi a scrivere non c'è miglior carburante che vedere il foglio bianco riempirsi a gran velocità, perciò è importante usare le tecniche giuste, come quelle che ti insegno in Scrittura Rapida al PC: scrivere testi in un terzo del tempo necessario.
Non solo per una questione di coerenza semantica e tematica, ma per velocizzare la produzione e per iniziare subito a "riempire" il testo.
Quando ti accingi a scrivere non c'è miglior carburante che vedere il foglio bianco riempirsi a gran velocità, perciò è importante usare le tecniche giuste, come quelle che ti insegno in Scrittura Rapida al PC: scrivere testi in un terzo del tempo necessario.
Sì viaggiare
I narratori, si sa, amano vivere nel mondo possibile delle loro opere mentre le creano e molti di loro storcerebbero il naso all'idea di avere tutto pronto a tavolino.
Non a caso si dice arte di narrare e come ogni arte anche quella degli scrittori di fiction affonda nell'immaginario, nell'inconscio e nel non detto: ogni creazione è un viaggio il cui scopo è scoprire la meta.
Per far viaggiare anche i lettori, il testo dovrebbe traspirare di quella stessa aura di sospensione nella quale lo scrittore ha galleggiato durante la lavorazione.
Questo "potere" di mettere o meno fine alle storie consentiva agli aedi e ai rapsodi del mondo antico di "cucire" il finale di un mito con l'inizio di un altro e creare dal nulla nuovi poemi.
Lo stesso meccanismo permette a J. K. Rowling di accompagnare Harry Potter alla pensione, tanto che alcuni maligni pensano si faccia aiutare da qualche ghost writer, e anche a George Lucas di dire che lui aveva scritto i primi tre episodi della saga di Star Wars, girati solo negli ultimi anni, già negli anni settanta ma che per motivi economici scelse di partire dal quarto. Chi ci crede?
lunedì 2 novembre 2009
Il finale più efficace

Poiché io vedo la pratica della scrittura come una forma di artigianato - e quindi come qualcosa che si può imparare - mi piace confrontarla a un'altra mia grande passione: la cucina.
Noi chef-scrittori siamo responsabili della presentazione del piatto-testo, dei suoi sapori e dell'apporto nutritivo-informativo e - non ultimo - del retrogusto, ovvero del senso conclusivo che lasciamo al palato-mente del nostro avventore-lettore.
Curare il finale vuol dire preoccuparsi di instillare nel lettore una scintilla che terrà vivo e proficuo il contenuto e il senso del nostro testo.
Come fare?
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