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lunedì 2 novembre 2009

Addio ad Alda Merini: i miracoli della poesia


Alda Merini è stata protagonista di più di un miracolo, nella sua complessa vita.

Se n'è andata in una domenica che celebra i protagonisti dei miracoli, i santi.

Mi piace pensare che non sia un caso.


Il primo fu il precoce esordio che la portò poi - a soli ventitré anni - a raccogliere le attenzioni della critica con La presenza di Orfeo.

Il secondo miracolo fu il riaccendersi della sua voce poetica dopo un ventennio di sofferenze per la malattia e le sue conseguenze.

Il terzo miracolo è stata la sua arte: il poeta e la persona, la voce e lo spirito, le ferite e i versi fusi tra loro in una alchimia che travalica i tempi.

Dal 1984, con una produzione sempre pervasa di vera e crudele partecipazione e sensibilità, Alda Merini è stata il contrappunto poetico di un'epoca nella quale tutti avrebbero data per spacciata l'arte della poesia, una poesia che non piega la sua natura ai tempi ma che riesce a proteggere la sua purezza.

Proprio in La poesia Alda Merini ci regala una prova di cosa significhi essere tutt'uno con la propria opera:




Sono


molto


irrequieta


quando


mi legano


allo spazio

Addio alla poetessa dei miracoli.

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