Che cosa leggi da sinistra a destra, nei cerchi rossa sulla tastiera in foto?
STOP!
Perciò, fermati e leggi queste indicazioni, per poi tornare a scrivere e a pubblicare testi che funzionano veramente.
Hai il tuo post pronto per essere pubblicato?
Hai scelto con cura il taglio da dare?
Hai tenuto la prima stesura in decantazione, per qualche ora o per un giorno intero?
Il tuo testo, insomma, è pronto per una revisione attenta e senza indulgenze.
Ogni dettaglio deve funzionare, non vuoi che il lettore scorga la benché minima imperfezione e ti giudichi superficiale.
Ogni parola dovrà dire esattamente ciò che ti serve, dovrà illustrare con la massima aderenza il tuo pensiero.
Solo così potrai pubblicare un articolo tosto, senza fronzoli, che va dritto al bersaglio.
Quante cose da controllare, prima di quel fatidico clic oltre il quale le tue parole viaggeranno nella rete, in pasto a lettori pronti a sfamarsene o a buttarle via senza rispetto.
Eppure, chiunque pubblichi un post deve sapere che ci sono quattro cose veramente essenziali per fare centro.
E queste quattro cose sono già contenute nella parola post.
Post è il magico acronimo con il quale ogni post sarà definitivamente... a post.
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lunedì 6 gennaio 2014
lunedì 11 giugno 2012
Scrivere email: fai anche tu questi errori?
Se la scrittura di una lettera cartacea comporta il rispetto di una serie di regole formali, con l'arrivo delle email sembra che l'etichetta in fatto di comunicazione scritta si stata messa al bando.
Forse solo quando dobbiamo scrivere email alle istituzioni o ai superiori conserviamo un minimo di riguardo nel linguaggio e di correttezza nella forma, per il resto gli scambi email tra colleghi, conoscenti, amici, e nei rapporti commerciali sono spesso conditi di errori e mancanze che ai tempi delle lettere di carta sarebbero costati cari.
Su molti siti che illustrano come scrivere lettere e email si fa distinzione tra messaggi formali e informali, seguendo l'assurda idea che una mail a un amico possa essere scritta senza il rispetto di certi principi mentre un messaggio di tipo professionale avrebbe bisogno anche di un'immagine corretta.
Infatti, quando ricevo mail senza oggetto, che non vanno subito al dunque, e piene di mostruosità linguistiche il disturbo che provo è identico, sia per il mittente-amico che per quello professionale.
La comunicazione scritta non è - e non mi stancherò mai di scriverlo qui e altrove - analoga a quella parlata, perciò esistono regole e procedure esatte anche per scrivere una lettera o una mail nel modo giusto.
Ecco un elenco di errori che faranno sicuramente arrabbiare il destinatario delle tue mail:
Forse solo quando dobbiamo scrivere email alle istituzioni o ai superiori conserviamo un minimo di riguardo nel linguaggio e di correttezza nella forma, per il resto gli scambi email tra colleghi, conoscenti, amici, e nei rapporti commerciali sono spesso conditi di errori e mancanze che ai tempi delle lettere di carta sarebbero costati cari.
Su molti siti che illustrano come scrivere lettere e email si fa distinzione tra messaggi formali e informali, seguendo l'assurda idea che una mail a un amico possa essere scritta senza il rispetto di certi principi mentre un messaggio di tipo professionale avrebbe bisogno anche di un'immagine corretta.
Infatti, quando ricevo mail senza oggetto, che non vanno subito al dunque, e piene di mostruosità linguistiche il disturbo che provo è identico, sia per il mittente-amico che per quello professionale.
La comunicazione scritta non è - e non mi stancherò mai di scriverlo qui e altrove - analoga a quella parlata, perciò esistono regole e procedure esatte anche per scrivere una lettera o una mail nel modo giusto.
Ecco un elenco di errori che faranno sicuramente arrabbiare il destinatario delle tue mail:
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venerdì 16 luglio 2010
Tecniche di scrittura: acronimo e acrostico
Nell'ultimo post ho usato la parola cuore per suggerire cinque modi di concepire la scrittura e renderla più efficace.
Cinque, come le lettere della parola cuore.
Questo giochino letterario si chiama acronimo: le iniziali di cinque parole significative formano a loro volta una parola che fa da tema alle altre.
L'acronimo non va confuso con la sigla, sebbene lo sia: una sigla si compone di iniziali di parole ma non costituisce in sé stessa una parola del vocabolario comune di una lingua perché non ne rispetta le regole fonetiche (per esempio la diffusissima sigla PDF qui sul web, o l'altrettanto diffuso DVD).
Può darsi che col tempo l'uso la promuova da sigla a parola, che so, mi viene in mente fare una TAC (tomografia assiale computerizzata), oppure, nel mio ambiente di lavoro, preparare il POF o il PEI (rispettivamente piano offerta formativa e piano educativo individualizzato).
La promozione da sigla a parola in genere avviene o perché si tratta di una sigla di uso frequente in un certo ambiente (come il POF e il PEI) e allora si fa prima a usarla come fosse un nome, o perché il suono della sigla somiglia o riproduce una parola già esistente (come nel caso di TAC, che è anche il suono di un colpo).
In casi fortunati, l'acronimo è identico a una parola che a sua volta suscita un pensiero creativo: mi ricordo di un finto epitaffio scritto da Roberto Gervaso per Cesare Romiti ai tempi della FIAT (fabbrica italiana automobili Torino), che recitava appunto fiat voluntas mea...
Ma l'acronimo è soprattutto una potente tecnica creativa, in particolare per gli scrittori: trovato il tema su cui scrivere, è abbastanza semplice preparare subito una scaletta di punti o un elenco di parole a partire dalle iniziali del termine di partenza.
Cinque, come le lettere della parola cuore.
Questo giochino letterario si chiama acronimo: le iniziali di cinque parole significative formano a loro volta una parola che fa da tema alle altre.
L'acronimo non va confuso con la sigla, sebbene lo sia: una sigla si compone di iniziali di parole ma non costituisce in sé stessa una parola del vocabolario comune di una lingua perché non ne rispetta le regole fonetiche (per esempio la diffusissima sigla PDF qui sul web, o l'altrettanto diffuso DVD).
Può darsi che col tempo l'uso la promuova da sigla a parola, che so, mi viene in mente fare una TAC (tomografia assiale computerizzata), oppure, nel mio ambiente di lavoro, preparare il POF o il PEI (rispettivamente piano offerta formativa e piano educativo individualizzato).
La promozione da sigla a parola in genere avviene o perché si tratta di una sigla di uso frequente in un certo ambiente (come il POF e il PEI) e allora si fa prima a usarla come fosse un nome, o perché il suono della sigla somiglia o riproduce una parola già esistente (come nel caso di TAC, che è anche il suono di un colpo).
In casi fortunati, l'acronimo è identico a una parola che a sua volta suscita un pensiero creativo: mi ricordo di un finto epitaffio scritto da Roberto Gervaso per Cesare Romiti ai tempi della FIAT (fabbrica italiana automobili Torino), che recitava appunto fiat voluntas mea...
Ma l'acronimo è soprattutto una potente tecnica creativa, in particolare per gli scrittori: trovato il tema su cui scrivere, è abbastanza semplice preparare subito una scaletta di punti o un elenco di parole a partire dalle iniziali del termine di partenza.
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lunedì 12 luglio 2010
Cuore: una parola, cinque consigli per scrivere
Si può scrivere con il cuore?
Fino a che punto è possibile produrre un testo davvero collegato alla nostra voce, alla nostra personalità e alla nostra verità interna?
Ci sono generi letterari come il diario e l'epistola adatti a esprimere in modo spontaneo quanto di più vivo c'è in noi.
Ma così è troppo facile.
Mi interessa pensare ai modi per scrivere con il cuore anche quando il testo scelto è un articolo informativo, un saggio, un testo scientifico.
Questo tipo di testi ha limiti e confini più rigidi, e si riferisce a oggetti ed eventi spesso esterni a chi scrive.
Tuttavia i testi non narrativi e non espressivi possono toccare il lettore se, oltre alle informazioni, trasmettono un potente senso di connessione e se l'esperienza di scrittura è piacevole e coinvolgente.
Fino a che punto è possibile produrre un testo davvero collegato alla nostra voce, alla nostra personalità e alla nostra verità interna?
Ci sono generi letterari come il diario e l'epistola adatti a esprimere in modo spontaneo quanto di più vivo c'è in noi.
Ma così è troppo facile.
Mi interessa pensare ai modi per scrivere con il cuore anche quando il testo scelto è un articolo informativo, un saggio, un testo scientifico.
Questo tipo di testi ha limiti e confini più rigidi, e si riferisce a oggetti ed eventi spesso esterni a chi scrive.
Tuttavia i testi non narrativi e non espressivi possono toccare il lettore se, oltre alle informazioni, trasmettono un potente senso di connessione e se l'esperienza di scrittura è piacevole e coinvolgente.
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