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sabato 16 aprile 2011

Il carosello della scrittura



Proprio in questo momento, a una distanza media di 500 metri da te, là fuori, c'è un cartellone che cerca di innescare la tua pulsione ad acquistare.

La distanza si riduce in modo impressionante se provi ad accendere radio o tv: le sirene degli spot inizieranno a tentarti e tu dovrai davvero ricorrere alla cera nelle orecchie o farti legare al letto.

Sembra un paradosso, ma proprio internet, il demonio del terzo millennio secondo alcuni, è il posto dove le reclame "rompono" di meno, perché si presentano in modo prevedibile e quindi evitabile.

Ma non è il discorso "contro" la pubblicità, che m'interessa.

Bensì cercare di trarre insegnamenti utili alla scrittura da un codice, quello pubblicitario, nobilissimo, di notevole fattura, complesso più di quanto possa sembrare, e soprattutto potente.

La pubblicità arriva a chi la guarda, molto più di altre forme di comunicazione mediatica.

Se essa poi sia capace o meno di indurre agli acquisti è un discorso che lasciamo agli esperti.

Cerchiamo invece di scardinare il meccanismo che rende così efficaci gli spot nel penetrare nella nostra mente e suscitare sorpresa.

Non posso mostrare le foto delle pubblicità scelte come esempio, incorrerei in una violazione dei diritti.

Per ogni reclama citata troverai il link e potrai vedere con i tuoi occhi.

venerdì 16 aprile 2010

Scrivere spiegando: il testo espositivo e i quattro modi per farlo


Spieghiamoci meglio
Quando descriviamo un luogo, illustriamo come fare qualcosa, riferiamo come si sono svolti certi fatti, ossia tutte le volte che usiamo il linguaggio per tradurre la realtà esterna in parole, stiamo usando la funzione referenziale: il focus del discorso è su un oggetto da descrivere, esporre, spiegare.

Questo stesso post, come tanti altri del blog, ha questa natura: cerca di spiegare a parole un aspetto della scrittura.

Oggi dunque parliamo di come scrivere una spiegazione.

Come ci spieghiamo le cose?
Non usiamo mai lo stesso criterio.

Sia perché la natura degli oggetti da spiegare impone di usare criteri diversi.

Sia perché a volte vogliamo dare un "taglio" speciale alle nostre spiegazioni.

Quanti tipi di spiegazioni esistono?

Ci sono quattro strade da seguire quando si tenta una spiegazione di un fatto, un oggetto, un fenomeno o un evento.

Per chi scrive vale la stessa regola: ci sono almeno quattro forme possibili per un testo espositivo.

sabato 23 gennaio 2010

Saggio breve o tema generale? Roman Jakobson, aiutaci tu!


Il tema temuto
Alcuni studenti si chiedono perplessi che differenza ci sia tra il tema generale, il saggio breve, l'articolo e tutti gli altri "mulini a vento" contro i quali dovranno combattere all'esame di maturità.

La perplessità è giustificata dal fatto che si fa confusione tra i vari tipi di testo, le procedure per strutturarli e cosa si dovrebbe o non si dovrebbe scrivere in ognuno.






Quanti tipi di testo esistono?
Se guardiamo ai cosiddetti generi letterari, potremmo elencarne moltissimi: dalla poesia ai poemi, dal racconto breve al romanzo, dall'articolo al trattato, il testo scritto ha tante forme quanti sono i desideri dei lettori.

Dal punto di vista di chi scrive, invece, oggi si ragiona per tipologie: espositivo-informativo se devo spiegare o riferire, argomentativo se devo ragionare, regolativo se devo prescrivere, narrativo se devo raccontare, poetico se devo stupire.

Ci sono anche testi che semplicemente aiutano il lettore a leggere altri testi, come i dizionari.

Scrittori e lettori, infine, possono "dialogare" anche attraverso la scelta del font, i grassetti, le misure del carattere, i colori, tutti quei segni che affiancano il contenuto ma che a volte risultano determinanti, come nei fumetti dove boom o bang non sono solo quattro lettere ma riproducono l'effetto esplosivo nella forma delle lettere.

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