lunedì 30 aprile 2012

Il mensile di Scrivibene: Aprile 2012

L'anima della comunicazione
Il vecchio adagio sulla pubblicità anima del commercio è valido solo se la capacità comunicativa di una reclame, scritta, fotografata, parlata o filmata, arriva a toccare l'anima, ossia la sensibilità di chi legge, osserva, ascolta o vede.

A questo canone corrisponde la campagna della Costa Edutainment in favore degli acquari italiani.

Aprile su Scrivibene parte proprio da lì.

La nuova serie
Visto che il blog si è allungato a dismisura, ho deciso di scrivere una serie di post limitata da tenere sempre a portata di mano, in una sua pagina, per tutti coloro che arrivano per la prima volta come ospiti e vogliono saperne di più sulla scrittura.

Tutti possono scrivere bene è il titolo, sei i capitoli fondamentali nei quali ti mostrerò, a mo' di vademecum, come ottenere sempre qualità dai tuoi testi.

Il primo passo lo trovi qui.

Gli esami sono vicini...
E tu sei troppo lontana dalla mia stanza, cantava Antonello Venditti, ma io invece spero di essere molto vicino a  chiunque si appresti a scrivere il suo tema d'esame.

Nel blog trovi diverse risorse specifiche, ma in questo post ti parlo di come funzionano le cose negli Stati Uniti e del modo in cui puoi trarne vantaggio anche tu in Italia, affinché il tuo tema ti faccia ottenere il risultato che meriti.

Il lettore fedele
Se i fedeli pregano, e se i lettori a volte sono fedeli, allora è giusto che anch'essi preghino, in questo sillogismo da quattro soldi ma dal potere evocativo.

Quale può essere la preghiera del lettore per tutti coloro che scrivono, me compreso?

Che cosa può scongiurare agli autori chi desidera leggere qualcosa che conti?

Che cosa si augura per sé e per il mondo in cui vive?

Scrivere ha conseguenze che vanno ben oltre ciò che l'autore può immaginare.

Non dimenticarlo.

domenica 29 aprile 2012

La preghiera del lettore

Scrivi qualcosa che conti per me.


Qualcosa che possa illuminarmi, che possa trascinarmi.


Scrivi qualcosa che conti per me.


Qualcosa che mi faccia pensare, qualcosa che mi faccia ridere, o anche piangere (di commozione, ovviamente).


Scrivi qualcosa che conti per me.


Qualcosa che mi informi, qualcosa che mi delizi, qualcosa che m'ispiri, qualcosa che mi motivi.


Scrivi qualcosa che conti per me.

venerdì 27 aprile 2012

Scrivere un tema? Fai come gli americani!

Questione di paragrafi
Scrivere un tema completo, conciso e ben focalizzato non è facile per nessuno e non sempre per questioni di capacità.

La nostra tradizione culturale italiana, infatti, ci fa concepire i testi come opere d'intelletto frutto d'ispirazione e non come un prodotto di un saggio artigianato.

Per questo, il modo stesso in cui le tracce dei temi vengono somministrate nel nostro paese è tutto centrato sul contenuto della traccia.

Ora si cita il pensiero di un grande personaggio, ora si descrive una questione di rilevanza sociale, ora si parte da una notizia riportata dai media.

Dopodiché, il testo della traccia invita lo studente a esprimere le sue riflessioni e opinioni.

Giustissimo.

Ma perché nessuno si accorge che gli studenti si chiedono anche come devono scrivere questo tema, e non solo su che cosa?

Anche se dalla fine degli anni novanta la scuola italiana ha riformato la prova d'italiano alla maturità con le famose tipologie, il lavoro sulla forma del testo è ancora disatteso: le tracce sono cambiate - quando lo sono, perché potrei testimoniare che in molte classi si continuano a dare tracce dei tempi di mio nonno! - ma poi se lo studente abbia scritto un articolo di giornale con le sue regole o un testo argomentativo con le proprie caratteristiche, o una qualsiasi altra forma testuale ben definita, è una questione del tutto sorvolata dalla maggior parte dei docenti.

Come insegnante, ho sempre trovato utilissimo far lavorare gli studenti sulle tipologie testuali perché è un lavoro che consente al docente di dispiegare a pieno la sua professionalità.

Ma non sono qui per parlare dei professori, bensì dei ragazzi.

Perché il lavoro sulle tipologie gioverebbe innanzitutto a essi.

Sapere che un articolo si compone di tre parti, che un saggio è fatto di introduzione-tesi-antitesi-argomenti tesi-argomenti antitesi-confutazione argomenti antitesi-conclusione, che l'analisi del testo si fa introducendo il contesto dell'autore per poi spiegare il pezzo prima di chiudere chiedendosi che cosa abbia ancora da dirci oggi, sapere insomma di quante parti deve comporsi il testo e che cosa ci dev'essere in ognuna delle sue parti è proprio ciò che i ragazzi vogliono sapere.

I ragazzi sono perfettamente consci dei loro eventuali limiti contenutistici, della loro arretratezza di conoscenze, della distanza d'interesse tra essi e gli argomenti proposti.

Se gli togliamo anche la possibilità di produrre un testo che abbia almeno la forma giusta, è come infierire.

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