Ah, trovare messaggi come questi!
Sono assolutamente entusiasta della utilità e soprattutto dell'alta qualità delle informazioni che veicoli attraverso i tuoi blogs e i prodotti che proponi. Cosa abbastanza rara da trovare in giro per il web.
Sto ultimando di leggere "Scrittura rapida al pc" che ho acquistato da pochi giorni e ti benedico per la quantità di spunti e informazioni interessanti che mi stai dando. Quindi che dire...io i tuoi prodotti li comprerei tutti ad occhi chiusi ma forse sono di parte. La scrittura, i libri e tutto ciò che ne ruota intorno sono pane per la mia anima.
Non è per vanteria che inizio questo articolo con questo testimonial, ma perché è il modo migliore di farti capire qual è il vero obiettivo del tuo, del mio, e del nostro lavoro: comunicare cambiando la vita delle persone.
Questo messaggio in particolare non è stato spontaneo ma frutto di un sondaggio, quindi io sono andato a "bussare alla porta" dei miei interlocutori, avrebbero potuto annoiarsi, avrebbero potuto dirmi ma cosa vuole questo qui, non solo non lo hanno fatto ma l'ottanta per cento delle persone che hanno risposto mi hanno manifestato stima, apprezzamento e interesse perché quello che ho dato loro funziona.
La volta scorsa abbiamo parlato della buona scrittura, della confezione, con questo post.
Oggi parliamo di quel che c'è dentro: il contenuto.
Se il contenuto non fosse stato buono, non avrai mai potuto leggere simili apprezzamenti per il mio lavoro.
Se però stai pensando che io sono stato in grado di ottenere certi risultati perché sono io, mentre tu non ci riuscirai perché sei tu, ossia se credi sia una questione di genialità, di talento, di esserci portati, ti sbagli di grosso.
Il talento non è sufficiente, la strategia è di gran lunga più importante.
Non si tratta solo di dire cose interessanti, ma anche di dirle dando loro un ordine, una cadenza, una struttura che dia vita al vero e proprio dialogo con gli interlocutori, perché ricordati sempre che siamo in una relazione di scambio.
Anche se non posso trattare l'argomento contenuto in un solo articolo, lasciami iniziare da un punto ben preciso.
giovedì 8 settembre 2011
giovedì 1 settembre 2011
Si è spento l'uomo che si è dato fuoco!
Parliamo subito di buona scrittura.
Nell'idea stessa di buona scrittura, per me, sono comprese tutta una serie di regole affinché ciò che scrivi abbia determinati effetti su chi leggerà.
Prima di continuare, lasciami precisare una cosa fondamentale: il contenuto è una cosa, la buona scrittura è un'altra.
Puoi scrivere malissimo un pezzo con una grande idea, e puoi far sembrare grandioso un altro pezzo che in realtà parla di bazzecole, solo perché lo hai scritto alla grande.
Il lettore si accorgerà della qualità dell'idea e del modo in cui scrivi solo leggendo - o ascoltando, o guardando - ma per indurlo a dedicarci la sua attenzione avremo bisogno di invitarlo.
L'invito deve avvenire con un grande titolo.
Come il titolo di questo articolo, tratto dal Giornale di Sicilia, colpisce perché crea un corto circuito nella mente del lettore (oltre alle risate...).
Questo è l'effetto: stupore, meraviglia, voglia di approfondire per vedere se davvero si parla di quella cosa lì.
La buona scrittura comincia dal titolo, e ideare un titolo efficace è una vera e propria arte.
Nell'idea stessa di buona scrittura, per me, sono comprese tutta una serie di regole affinché ciò che scrivi abbia determinati effetti su chi leggerà.
Prima di continuare, lasciami precisare una cosa fondamentale: il contenuto è una cosa, la buona scrittura è un'altra.
Puoi scrivere malissimo un pezzo con una grande idea, e puoi far sembrare grandioso un altro pezzo che in realtà parla di bazzecole, solo perché lo hai scritto alla grande.
Il lettore si accorgerà della qualità dell'idea e del modo in cui scrivi solo leggendo - o ascoltando, o guardando - ma per indurlo a dedicarci la sua attenzione avremo bisogno di invitarlo.
L'invito deve avvenire con un grande titolo.
Come il titolo di questo articolo, tratto dal Giornale di Sicilia, colpisce perché crea un corto circuito nella mente del lettore (oltre alle risate...).
Questo è l'effetto: stupore, meraviglia, voglia di approfondire per vedere se davvero si parla di quella cosa lì.
La buona scrittura comincia dal titolo, e ideare un titolo efficace è una vera e propria arte.
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lunedì 1 agosto 2011
Chi altro vuole guadagnarsi da vivere scrivendo?
Ti fanno una sola domanda. Poco prima di diplomarti alla scuola di giornalismo, ti chiedono di immaginarti nei panni di un reporter. Lavori in un importante quotidiano di una grande città e una sera, la vigilia di Natale, il caporedattore ti spedisce a indagare su un caso di morte.
La polizia e l'ambulanza sono già sul posto. Il corridoio dello squallido condominio è già stipato di vicini in accappatoio e ciabatte. Nell'appartamento c'è una giovane coppia che singhiozza accanto all'albero di Natale. Il figlio è morto soffocato da uno degli addobbi dell'albero. Raccogli i dati che ti servono, nome del bambino, età e via dicendo, dopodiché torni in redazione che è quasi mezzanotte e riesci a finire l'articolo giusto in tempo per mandarlo in stampa.
Lo fai leggere al caporedattore e lui te lo stronca perché non hai scritto di che colore era l'addobbo. Rosso o verde? Vederlo era impossibile, e a te non è venuto in mente di chiederlo.
Dalla tipografia strillano che bisogna chiudere la prima pagina, e tu hai solo due scelte.
Chiamare i genitori e farti dire il colore.
O rifiutarti di chiamarli e perdere il lavoro.
[...]
Quella domanda di deontologia devono per forza fartela a fine corso, perché a quel punto non puoi più tornare indietro. Hai le rate del prestito studentesco da rimborsare. A distanza di anni e anni, il sottoscritto è giunto alla conclusione che il vero senso della domanda è: Sei sicuro di volerti guadagnare da vivere così?
Certo, è un pezzo di fiction tratto da Ninna Nanna, e in più l'ha scritto Chuck Palahniuk che non ci va certo piano.
Però la domanda ci riguarda tutti, appassionati di scrittura, aspiranti scrittori e giornalisti, blogger e produttori di parole e (si spera) di significati:
Sei sicuro di volerti guadagnare da vivere così?
Buone vacanze...
La polizia e l'ambulanza sono già sul posto. Il corridoio dello squallido condominio è già stipato di vicini in accappatoio e ciabatte. Nell'appartamento c'è una giovane coppia che singhiozza accanto all'albero di Natale. Il figlio è morto soffocato da uno degli addobbi dell'albero. Raccogli i dati che ti servono, nome del bambino, età e via dicendo, dopodiché torni in redazione che è quasi mezzanotte e riesci a finire l'articolo giusto in tempo per mandarlo in stampa.
Lo fai leggere al caporedattore e lui te lo stronca perché non hai scritto di che colore era l'addobbo. Rosso o verde? Vederlo era impossibile, e a te non è venuto in mente di chiederlo.
Dalla tipografia strillano che bisogna chiudere la prima pagina, e tu hai solo due scelte.
Chiamare i genitori e farti dire il colore.
O rifiutarti di chiamarli e perdere il lavoro.
[...]
Quella domanda di deontologia devono per forza fartela a fine corso, perché a quel punto non puoi più tornare indietro. Hai le rate del prestito studentesco da rimborsare. A distanza di anni e anni, il sottoscritto è giunto alla conclusione che il vero senso della domanda è: Sei sicuro di volerti guadagnare da vivere così?
Certo, è un pezzo di fiction tratto da Ninna Nanna, e in più l'ha scritto Chuck Palahniuk che non ci va certo piano.
Però la domanda ci riguarda tutti, appassionati di scrittura, aspiranti scrittori e giornalisti, blogger e produttori di parole e (si spera) di significati:
Sei sicuro di volerti guadagnare da vivere così?
Buone vacanze...
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