Cosa fare se, in procinto di scrivere un testo, non sappiamo bene quale struttura usare?
Siamo consapevoli di come un argomento possa apparire diverso nella sua forma o nei suoi effetti a seconda di come lo strutturiamo.
Inoltre, le strutture ci obbligano a soddisfare certe funzioni comunicative: un articolo potrà informare o narrare, un saggio dovrà piuttosto esporre e persuadere, un racconto dovrà descrivere e avvincere.
Ma a volte, pur avendo individuato con precisione l'argomento e aver raccolto un mare di idee pertinenti ed efficaci, non sappiamo da che parte "attaccare" questi "brandelli" di materiale, quali mettere in evidenza, quale organizzazione imprimere al tutto.
Propongo una soluzione immanente ai materiali: scriviamo un glossario.
Sì, un testo in cui esponiamo idea per idea tutto il materiale raccolto sull'argomento ma, invece di strutturarlo secondo una strategia comunicativa, esponiamo i contenuti in ordine alfabetico.
La logica del glossario è universale, si adatta a qualsiasi contenuto.
Inoltre, il glossario nasce per la consultazione più che per la lettura, quindi le sue qualità saranno la chiarezza e la semplicità, piuttosto che le questioni formali e stilistiche.
Realizzare un glossario non solo è un'operazione rapida, ma ci permetterà di avere subito un testo
- leggibile, poiché avremo diviso i contenuti in pezzi piccoli, più digeribili
- pratico, perché esporremo ogni idea rivelandone subito la sua utilità
- flessibile, dato che il lettore potrà leggerlo iniziando da dove vuole, interrompendo la lettura in qualsiasi momento, riprendendo quando e da dove gli parrà opportuno e, soprattutto, potrà anche non finire mai di leggerlo
A come Apertura: il glossario è un testo aperto, non ha un ordine precostituito e può essere letto come si vuole
B come Bisogno: a differenza dei testi con una sequenza "necessaria", il glossario può essere "assunto" - come un farmaco - a seconda del bisogno del lettore, rendendo il ruolo di quest'ultimo attivo e determinante per gli effetti del testo
C come Contenuto: il glossario è tutto contenuto, quindi se non abbiamo raccolto idee, note, materiali, citazioni, spunti, sarà molto difficile metterne su uno; in questo senso si tratta di un testo dalla forte funzione informativa
D come Descrizione: l'altra funzione fondamentale dei glossari è quella descrittiva, poiché in ogni voce del testo l'autore descrive il chi, cosa, quando, dove, perché dell'argomento in questione
E come Essenziale: essenziale sia in termini di lunghezza - un glossario che avesse voci di oltre cinque righe sarebbe un glossario che si sta trasformando in enciclopedia! - sia in termini di semplicità, poiché in uno spazio così ridotto l'autore dovrà trarre da ogni idea solo il "succo"
F come Forma: il pregio del glossario è che la sua forma comunicativa viene costruita letteralmente da chi lo consulta, in base all'ordine di lettura che questi adotterà, e nel fatto che a livello formale l'esposizione sarà piana, lineare e quindi con un alto grado di comprensibilità
G come Giusto: il glossario è un testo "giusto" sia in senso formale, per le sue doti di schiettezza e semplicità, sia per i contenuti, poiché si prefigge dare un accesso totale alle informazioni, sia in senso comunicativo, poiché difficilmente sarà possibile in un glossario essere "di parte" o mettere in atto tecniche persuasive
H come Happening: (difficile trovare una parola adatta con la H!) ogni glossario conserva comunque una grossa percentuale di arbitrarietà e chi lo compone, come un artista, deve giustapporre i materiali raccolti per creare un prodotto estemporaneo, proprio come l'happening in cui gli artisti accostano "pezzi" del loro repertorio
I come Idee: senza idee non c'è glossario, senza proposizioni che spieghino qualcosa dell'argomento scelto non è possibile prepararne uno e in questo senso il glossario è la "prova del nove" della consistenza di una raccolta di idee, che sarà buona se e solo se è possibile farne un testo alfabetico
L come Limiti: i veri scrittori si pongono sempre dei limiti, quantitativi, formali, retorici, stilistici, perché i limiti aguzzano l'ingegno e la creatività, per questo il limite - anzi, l'obbligo! - di dover scrivere ventuno voci unito al limite di non dilungarsi oltre le cinque righe per ogni voce diventa una sfida stimolante per chi scrive
M come Mostrare: proprio nel senso di mostra, ossia di esposizione, perché nel glossario le idee vengono "messe in vetrina" affinché le si possa "ammirare" una per una, con calma, come un'opera d'arte in un museo o meglio in una collettiva, ossia quelle mostre con opere di artisti disparati il cui legame è spesso effimero e arbitrario, ma ciò non vuol dire che non siano interessanti
N come Note: il "taglio" delle voci di un glossario può essere simile a quello delle note, per la loro brevità ed essenzialità, infatti una raccolta di note può essere trasformata in un articolo o in un saggio solo dopo una intensa rielaborazione mentre può facilmente essere organizzata in un testo alfabetico sensato
O come Ovvio: nel senso che l'ovvio non è quasi mai tale e dare definizioni basilari in un glossario a volte informa meglio che fornire perle di speculazione in un saggio specialistico
P come Pensieri: non è un caso se molti aforismi di autori importanti siano pubblicati in raccolte alfabetiche, perché il criterio dalla a alla z non fa torto a nessun pensiero dato che non stabilisce un ordine di importanza, così noi, nell'imbarazzo su come ordinare i nostri pensieri, possiamo ricorrervi tutte le volte che ci pare
Q come Qualità: la qualità del glossario sta nella sua specificità, poiché si compone di idee basilari su un argomento, senza divagare, ma anche nella sua efficienza, poiché è facile da consultare e riconsultare anche a distanza di tempo
R come Ripetere: nel senso che è l'unico tipo di testo che non ci stancheremo mai di rileggere, dato che la memoria non ritiene ciò che facilmente possiamo andare a ripescare nel glossario, per la nostra comodità e per non portarci pesi inutili nella testa
S come Significato: ho detto sopra che il glossario è un testo di qualità, ma forse la qualità principale delle sue voci è il significato, ossia la corrispondenza tra esse e un pezzetto dell'argomento, così come le tessere di un puzzle contribuiscono a comporre il significato dell'immagine complessiva
T come Togliere: il glossario è un testo zen, nel senso che è basato sul togliere, sulla non-azione da parte di chi scrive, e spesso togliere vuol dire evitare di dilungarsi, di appesantire, di uscire dall'argomento, tre eventualità che ogni scrittore dovrebbe evitare come la morte
U come Unire: il glossario è l'elogio dell'unione in sé stessa, dato che accorpa idee, pensieri, concetti che in qualsiasi altro testo dovrebbero essere connesse con una motivazione, però questa facilità di unione funziona solo se le singole idee sono interessanti
V come Voce: perché è fatto di voci, questi pezzetti di informazione che possiamo leggere come ci pare, quando ci pare, tutte le volte che ci pare, e che possiamo interrompere quando vogliamo senza preoccuparci di "perdere il filo"
Z come Zibaldone: che non è un glossario nella struttura (sto parlando di quello leopardiano) ma lo è senz'altro nello spirito, e con questo spirito anche noi possiamo dare spazio a quegli spunti, quelle idee, quegli stralci di testi incompiuti che ci portiamo nel quaderno o nella testa senza trovare mai una collocazione sensata, finché non ci decidiamo ad accorparli in un glossario di pensieri
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