
Avere un buon rapporto con i lettori dovrebbe essere in cima alla lista delle priorità di chiunque voglia dedicarsi o già si dedichi alla scrittura.
Non importa se i nostri testi restano nel cassetto nascosto o se siamo già una "firma" di qualche pubblicazione, se scriviamo ogni giorno o se siamo costretti da un'incombenza.
Ciò che conta è l'atteggiamento professionale e competente da avere e in questo atteggiamento c'è un'estrema attenzione al nostro primo ed unico referente: i lettori.
I lettori sono
- la nostra ragion d'essere
- i nostri interlocutori
- il nostro obiettivo da raggiungere
I lettori sono la nostra ragion d'essere: scrivere vuol dire assumere un ruolo in una relazione tra due parti in gioco, da un lato lo scrittore e dall'altro il lettore. I due ruoli sono indispensabili e l'uno non può fare a meno dell'altro.
I lettori sono i nostri interlocutori: molti pensano alla lettura come una forma di passività ma questa idea è scorretta. In realtà i lettori cooperano alla costruzione del senso del nostro testo, mentre leggono fanno ipotesi o cercano di anticipare gli esiti della lettura e se l'autore fa riferimenti ad altri testi, quei lettori a conoscenza di quegli stessi testi si sentiranno speciali e privilegiati e svilupperanno un'intesa con l'autore.
I lettori sono il nostro obiettivo da raggiungere: in base al tipo di testo potremmo pensare di rivolgerci a un tipo di lettore diverso. Questa considerazione modificherà contenuti, forme, stili, taglio o tipologia del nostro testo, cioè modificherà il nostro percorso di produzione.
- Parliamo a un lettore ben preciso: potremmo scegliere di rivolgerci a un lettore simile a noi, sfruttando il vantaggio di conoscere già le nostre attitudini, i nostri gusti e soprattutto il nostro stile linguistico. Per un lettore accorgersi che lo scrittore parla il suo stesso linguaggio è una soddisfazione incredibile. Scegliere noi stessi come modello di lettore faciliterà anche la ricerca di contenuti, poiché potremo scegliere tra quelli già nella nostra area di interesse.
- Facciamo amicizia con il lettore: fare amicizia vuol dire condividere con qualcuno esperienze significative, essergli d'aiuto, diventare una presenza. Cercheremo quindi di produrre testi con un certo grado di originalità, che possano accattivare e coinvolgere, dare informazioni che possano davvero servire e - soprattutto - creeremo uno stile, un marchio che ci renderà riconoscibili.
- Prima i lettori, poi noi: nei sogni di alcuni scrittori ci sono lettori sospiranti che - dopo aver letto i loro testi - esclamano "Oh! Ma è un capolavoro di un grande autore!". Questi scrittori mettono loro stessi al primo posto. Invece noi dovremmo sognare lettori che dicano "grazie a questo testo ho capito questo/grazie a questa lettura ora so fare questo/grazie al lavoro di questo autore ho arricchito la mia esperienza". Al primo posto dobbiamo mettere la conoscenza, la competenza e la gratificazione del lettore.
- Cercare altri lettori: i lettori, come i clienti, hanno sempre ragione, per cui se non leggono - o noi immaginiamo che non leggerebbero - i nostri testi è perché noi non scriviamo per quei lettori ma per altri. Il nostro dovere è diventare bravi nel genere testuale su cui stiamo lavorando. Ma non potremo pretendere che un lettore amante di un genere diverso si interessi al nostro. mentre sarà sempre possibile - oltre che stimolante e divertente! - provare noi a scrivere per lui. Non faremo che arricchire le nostre abilità.
La ricerca dei lettori è un viaggio entusiasmante e non importa sapere quanto tempo ci vorrà.
Come insegna Laozi:
"La ricerca dei lettori è un viaggio entusiasmante e non importa sapere quanto tempo ci vorrà", tanto inizierà "sempre con un passo".
RispondiEliminaBello!
Una verità inconfutabile e chiara che illumina la strada. Che incoraggia!