Cosa accadrebbe se adattassimo i dieci comandamenti alla nostra amata scrittura?
Ecco una mia personalissima interpretazione...
Io sono la tua scrittura e non ne avrai un'altra al di fuori di me
La scrittura non è un mezzo alternativo ad altri, ciò che dici in un testo scritto non è la stessa cosa che diresti parlando, in un video, con una presentazione PPT o con altre diavolerie.
La scrittura è la scrittura, ha le sue regole, alcune (poche) esplicite ed esteriori, altre (molte) implicite nella relazione tra te e il lettore.
Non nominare la scrittura invano
L'altra faccia della medaglia: non pensare che esista "la scrittura", esistono tante forme di scrittura, in base alle tipologie testuali, ai registri stilistici, al formato, alla destinazione e alla personalità di chi scrive, tutte cose (soprattutto l'ultima) soggette a cambiamenti.
Ricordati di santificare la grammatica
Alcune soluzioni linguistiche in un testo scritto devono per forza seguire certi modelli grammaticali, così come in certe ricorrenze i fedeli devono osservare determinati precetti.
Uno su tutti, il congiuntivo dopo il che o le congiunzioni affini.
Onora il padre e la madre della scrittura
Ossia onora chi ha già usato (e bene) la penna prima di te.
In una parola: leggi, leggi e ancora leggi (lo so, non è una parola, sono cinque...).
Non uccidere...
Si può intendere in due modi:
- Non uccidere con la scrittura, soprattutto se la vittima potenziale la scrittura non la usa, perché non scrive né legge, e se la usa sforzati solo di scrivere meglio di lui
- Non uccidere la scrittura, ossia non trasgredire a questo decalogo
Premetto che in realtà questo comandamento nella Bibbia reciterebbe non commettere adulterio, che è tutta un'altra cosa, ma mi attengo alla vulgata da catechismo...
Come in un rapporto sessuale, anche nella scrittura c'è la versione "una botta e via": testi sciatti, inconsistenti e senza cura.
Ma ricorda:
- i preliminari sono importanti, perciò fai sempre un piano, una struttura a monte o almeno una raccolta di idee
- le coccole contano, fai qualche intervento di revisione, togli qualcosa, abbrevia qua, semplifica là
C'è poco da dire, se lo fai spera solo che non ti becchino.
Ma attenzione: non c'è scrittore che non abbia "rubato" dagli autori che amava leggere, che dopo la loro lettura non si sia sentito "in scia" con loro o non abbia scritto alla loro maniera, per imparare, ma anche per liberarsene.
Non dire falsa testimonianza...
Cioè fai affermazioni dimostrabili e, se puoi fornire le fonti, nelle note, nelle indicazioni bibliografiche o, come si usa in rete, con i link diretti, fallo senza indugio: accrescerai il valore delle tue informazioni.
Non desiderare la scrittura d'altri
Chi pensa come vorrei essere quello scrittore e creare anchio storie meravigliose non sa davvero cosa dice.
Sono tanti gli scrittori che hanno patito pene infernali prima di essere pubblicati (vedi gente come King o la Rowling).
Altri, come Leopardi, che hanno distrutto il proprio corpo e la propria esistenza inseguendo la dea scrittura.
Altri ancora che scrivevano per campicchiare sui giornali e non avrebbero scommesso due centesimi sul loro lavoro, come Lorenzini con Le avventure di Pinocchio - storia di un burattino.
Davvero vorresti essere come loro? Ti cresce il naso, sai...
Non desiderare il successo d'altri
Se usi il successo per definirti scrittrice o scrittore sei proprio fuori strada.
C'è un metodo molto più semplice per sapere se lo sei: se ogni giorno scrivi almeno 1000 parole per i tuoi testi allora fai senz'altro parte di questo mondo.
Scriptura vobiscum et cum stilo vestro
amen
Grande Sergio!!!
RispondiEliminaFantastico Sergio
RispondiEliminaDieci Comandamenti...
ma più di tutto mi è piaciuta la tua ultima frase
.."C'è un metodo molto più semplice per sapere se lo sei: se ogni giorno scrivi almeno 1000 parole per i tuoi testi allora fai senz'altro parte di questo mondo". Come dire costanza e impegno.
Buon Anno a te e a tuti i tuoi lettori