Ti fanno una sola domanda. Poco prima di diplomarti alla scuola di giornalismo, ti chiedono di immaginarti nei panni di un reporter. Lavori in un importante quotidiano di una grande città e una sera, la vigilia di Natale, il caporedattore ti spedisce a indagare su un caso di morte.
La polizia e l'ambulanza sono già sul posto. Il corridoio dello squallido condominio è già stipato di vicini in accappatoio e ciabatte. Nell'appartamento c'è una giovane coppia che singhiozza accanto all'albero di Natale. Il figlio è morto soffocato da uno degli addobbi dell'albero. Raccogli i dati che ti servono, nome del bambino, età e via dicendo, dopodiché torni in redazione che è quasi mezzanotte e riesci a finire l'articolo giusto in tempo per mandarlo in stampa.
Lo fai leggere al caporedattore e lui te lo stronca perché non hai scritto di che colore era l'addobbo. Rosso o verde? Vederlo era impossibile, e a te non è venuto in mente di chiederlo.
Dalla tipografia strillano che bisogna chiudere la prima pagina, e tu hai solo due scelte.
Chiamare i genitori e farti dire il colore.
O rifiutarti di chiamarli e perdere il lavoro.
[...]
Quella domanda di deontologia devono per forza fartela a fine corso, perché a quel punto non puoi più tornare indietro. Hai le rate del prestito studentesco da rimborsare. A distanza di anni e anni, il sottoscritto è giunto alla conclusione che il vero senso della domanda è: Sei sicuro di volerti guadagnare da vivere così?
Certo, è un pezzo di fiction tratto da Ninna Nanna, e in più l'ha scritto Chuck Palahniuk che non ci va certo piano.
Però la domanda ci riguarda tutti, appassionati di scrittura, aspiranti scrittori e giornalisti, blogger e produttori di parole e (si spera) di significati:
Sei sicuro di volerti guadagnare da vivere così?
Buone vacanze...